Nei pazienti naïve ai farmaci biologici e affetti da artrite psoriasica attiva, guselkumab ha assicurato miglioramenti precoci e duraturi
Nei pazienti naïve ai farmaci biologici e affetti da artrite psoriasica (PsA) attiva, guselkumab ha assicurato miglioramenti precoci e duraturi nei domini chiave identificati dal gruppo GRAPPA fino a 2 anni, con percentuali sostanziali di pazienti che hanno raggiunto importanti obiettivi di trattamento. Queste le conclusioni di un’analisi post-hoc dello studio registrativo DISCOVER 2 sull’impiego del farmaco in pazienti affetti da PsA naive ai farmaci biologici, recentemente pubblicato sulla rivista RMD Open – Rheumatic & Musculoskeletal Diseases.
Razionale e obiettivo dello studio
Come è noto, Il Gruppo per la Ricerca e la Valutazione della Psoriasi e dell’Artrite Psoriasica (GRAPPA) riconosce sei domini di PsA (artrite periferica, malattia assiale, entesite, dattilite, psoriasi cutanea e malattia psoriasica delle unghie), due condizioni correlate (malattia infiammatoria intestinale (IBD) e uveite) e diverse comorbidità (ad esempio, obesità, sindrome metabolica, diabete mellito), che hanno tutte un impatto sulla HRQoL dei pazienti.
Le attuali linee guida internazionali per la PsA propongono come obiettivi terapeutici chiave della terapia l’ottimizzazione dello stato funzionale, il miglioramento della HRQoL, la prevenzione dei danni strutturali e la riduzione al minimo delle complicanze derivanti dalla malattia attiva non trattata e dal trattamento. Inoltre, le linee guida GRAPPA sottolineano specificamente il raggiungimento del più basso livello possibile di attività di malattia in tutti i domini di malattia interessati in un singolo paziente.
Guselkumab è un anticorpo monoclonale completamente umano che inibisce la subunità dell’interleuchina (IL)-23p19, approvato per il trattamento di adulti con psoriasi a placche da moderata a grave, nonché di quelli con PsA attiva. In due distinti studi randomizzati di Fase 3 sulla PsA (DISCOVER-1 e DISCOVER-2), i partecipanti trattati con guselkumab, ogni 4 (Q4W) o 8 settimane (Q8W), hanno registrato tassi di risposta significativamente più elevati o miglioramenti medi di entità maggiore relativamente ai segni e ai sintomi articolari, all’entesite e alla dattilite, alla malattia della pelle, alla funzione fisica e alla HRQoL alla settimana 24 rispetto al gruppo placebo.
Nelle analisi in pool di questi studi, guselkumab ha fornito benefici solidi e duraturi per un anno di trattamento, misurati da alcuni indici compositi di attività di malattia (tra cui l’indice DAPSA – Disease Activity Index for Psoriatic Arthritis, il punteggio PASDAS – Psoriatic Arthritis Disease Score – e la minima attività di malattia (MDA)), di cui gli ultimi due incorporano domini multipli riconosciuti dal gruppo GRAPPA. Nello studio DISCOVER-2, condotto su pazienti naïve ai farmaci biologici con PsA molto attiva, i miglioramenti ottenuti con il trattamento con guselkumab sono risultati duraturi a 2 anni di follow-up in più domini di malattia.
L’obiettivo di questa analisi post-hoc è stato quello di valutare l’efficacia a lungo termine (settimana 100) di guselkumab relativamente ai domini della PsA identificati dal GRAPPA e alle condizioni correlate valutate in DISCOVER-2. Questi domini includevano l’artrite periferica, i sintomi assiali, l’entesite, la dattilite e la malattia della pelle, nonché l’incidenza di nuova insorgenza o esacerbazione di IBD e uveite.
Disegno dello studio e risultati principali
L’analisi post-hoc ha preso in considerazione i dati provenienti dal trial DISCOVER 2, nel corso del quale i partecipanti allo studio, naive ai farmaci biologici come pure ai Jak inibitori, con PsA attiva (≥5 articolazioni tumefatte/≥5 articolazioni dolenti, proteina C-reattiva ≥0,6 mg/dL), erano stati randomizzati, secondo uno schema 1:1:1, a trattamento con guselkumab ogni 4 o 8 settimane (Q4W/Q8W) o con placebo con crossover a guselkumab.
Gli outcome dello studio erano allineati ai domini chiave riconosciuti dal GRAPPA: attività di malattia complessiva, artrite periferica, malattia assiale, entesite/dattilite e psoriasi cutanea (la psoriasi ungueale non è stata valutata). Le condizioni correlate alla PsA, invece, (malattia infiammatoria intestinale (IBD)/uveite) sono state valutate attraverso gli eventi avversi fino alla settimana 112.
Dei 493 pazienti inizialmente randomizzati a guselkumab, 442 (pari al 90%) hanno completato il trattamento fino alla W100. Dopo le prime riduzioni dell’attività di malattia ottenute grazie al trattamento con guselkumab, sono stati osservati miglioramenti duraturi nei principali domini della PsA (articolazioni gonfie/tese, psoriasi, dolore spinale, entesite/dattilite) fino alla W100.
I tassi di risposta relativi agli obiettivi terapeutici rilevanti sono generalmente aumentati fino alla W100 con guselkumab Q4W/Q8W.
Nello specifico:
– La LDA è stata raggiunta dal 62% dei pazienti trattati con guselkumab Q4W e dal 59% di quelli trattati con guselkumab Q8W
– La risoluzione dell’entesite è stata raggiunta dal 61%/70% dei pazienti trattati con guselkumab ai due dosaggi indicati
– La risoluzione della dattilite è stata raggiunta dal 72%/83% dei pazienti trattati con guselkumab ai due dosaggi indicati
– La risposta PASI100 è stata raggiunta dal 59% dei pazienti trattati con guselkumab Q4W e dal 53% dei pazienti trattati con guselkumab Q8W
– La LDA in base al punteggio PASDAS è stata raggiunta dal 51%/49% dei pazienti trattati con guselkumab ai due dosaggi indicati
– L’attività minima di malattia è stata raggiunta dal 38%/40% dei pazienti trattati con guselkumab ai due dosaggi indicati
Inoltre, nel corso della W112, non si sono sviluppati casi di IBD tra i pazienti randomizzati con guselkumab ed è stato segnalato un caso di uveite.
Riassumendo
In conclusione, da questa analisi post-hoc dello studio DISCOVER 2 è emerso che il trattamento con guselkumab ogni 4 o 8 settimane ha fornito miglioramenti precoci e duraturi in tutti i domini della PsA riconosciuti da GRAPPA fino a 2 anni di trattamento, con il risultato che una percentuale considerevole di pazienti ha raggiunto bassi livelli di attività della malattia articolare, risoluzione dell’entesite/dattilite, completa liberazione della pelle e livelli bassi/minimi di attività complessiva della malattia.
Alla settimana 100, tra i pazienti randomizzati con guselkumab, non si è verificata alcuna esacerbazione o nuova insorgenza di malattia infiammatoria intestinale ed è stato segnalato un unico caso di uveite (iridociclite).
Pertanto, data la natura multidimensionale della PsA, nonché l’efficacia completa e duratura e il profilo di sicurezza favorevole di guselkumab dimostrati nell’analisi attuale, si evince che guselkumab rappresenta un’importante opzione terapeutica per raggiungere gli obiettivi terapeutici chiave riconosciuti dalla GRAPPA per i pazienti con PsA.
Bibliografia
Coates LC et al. Guselkumab provides durable improvement across psoriatic arthritis disease domains: post hoc analysis of a phase 3, randomised, double-blind, placebo-controlled study. RMD Open. Published online March 26, 2024. doi:10.1136/rmdopen-2023-003977
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