L’efficacia degli inibitori del TNF per la spondiloartrite assiale varierebbe in modo significativo tra uomini e donne in base al punteggio BASDAI e non al punteggio ASDAS
Sarà uno studio che farà senz’altro discutere quello pubblicato da ricercatori sud-coreani su Arthritis Research and Therapy, secondo cui l’efficacia degli inibitori del TNF per la spondiloartrite assiale (ax-SpA) varierebbe in modo significativo nei due sessi in base al punteggio BASDAI, ma non rispetto al punteggio ASDAS. Lo studio, quindi, sembra suggerire che le differenze di genere nella risposta agli anti-TNF dipenderebbero dall’indice di attività di malattia impiegato.
Razionale e obiettivi dello studio
La spondiloartrite assiale (axSpA) è una malattia infiammatoria cronica che colpisce prevalentemente il rachide. L’axSpA radiografica, nota anche come spondilite anchilosante (SA), è più diffusa nel sesso maschile. Da quando sono stati introdotti i criteri di classificazione dell’Assessment in Spondyloarthritis International Society (ASAS) per l’individuazione precoce dei casi senza sacroileite radiografica, però, è stato identificato un numero maggiore di pazienti di sesso femminile affette da axSpA.
“Per quanto negli anni ’90 il rapporto uomini/donne dell’axSpA radiografica fosse di 3:1 – ricordano i ricercatori nell’introduzione al lavoro – studi di coorte più recenti hanno riportato una prevalenza uguale, in particolare per l’axSpA non radiografica”.
Analizzando la letteratura esistente, vi sono diversi dati che depongono per l’esistenza di differenze di genere relativamente all’axSpA. “Ad esempio – spiegano i ricercatori – sia nell’AS che nell’axSpA non radiografica, le donne presentano generalmente una maggiore attività di malattia. Per questo motivo, per valutare l’attività della malattia nei pazienti con axSpA, vengono spesso utilizzate misure di outcome riferite dai pazienti, come l’indice BASDAI (Bath Ankylosing Spondylitis Disease Activity Score)”.
Numerose raccomandazioni sul trattamento dell’axSpA suggeriscono di utilizzare i punteggi di attività della malattia, come il BASDAI o l’ASDAS, come criteri per l’inizio d’impiego degli inibitori del TNF e la valutazione dell’efficacia del trattamento.
Nonostante le differenze nel riportare i punteggi di attività della malattia tra i due sessi, i criteri impiegati nei due sessi sono rimasti gli stessi, il che potrebbe avere un impatto sulla valutazione dell’efficacia del farmaco.
Il Korean College of Rheumatology Biologics and Targeted Therapy (KOBIO) Registry è un registro nazionale prospettico sulle terapie a base di farmaci biologici, che include i dati di pazienti con axSpA. In questo studio i ricercatori si sono posti l’obiettivo di verificare l’esistenza di differenze di genere nei punteggi di attività di malattia tra i pazienti con axSpA utilizzando i dati del registro KOBIO e di determinare qualsiasi potenziale impatto sulla valutazione della risposta ai farmaci.
Disegno dello studio e risultati principali
Per esaminare le possibili differenze di genere nei punteggi di attività di malattia – e il loro potenziale impatto sull’efficacia del trattamento – i ricercatori hanno analizzato i dati provenienti del registro prospettico nazionale KOBIO relativi a 1.753 pazienti adulti con SpA assiale (età media, 39,69 anni; 76,6% pazienti di sesso maschile) che avevano iniziato il trattamento con inibitori del TNF al basale nel periodo compreso da dicembre 2012 ad agosto 2021. Questi sono stati seguiti in un follow-up di durata pari, almeno, ad un anno.
L’analisi da loro condotta ha messo a confronto i punteggi di attività di malattia al basale secondo i punteggi BASDAI e ASDAS con i punteggi di questi due indici valutati ad un anno.
“Storicamente, il BASDAI è stato ampiamente utilizzato come misura clinica per valutare l’attività di malattia nella SpA assiale – hanno tenuto a ribadire gli autori dello studio – Tuttavia, si tratta di una metrica completamente orientata al paziente che non è specifica per la risposta infiammatoria, non riflette l’importanza di ciascuna variabile e non tiene conto delle ridondanze tra le variabili. L’ASDAS è stato sviluppato più di recente rispetto al BASDAI e dovrebbe essere più oggettivo del BASDAI perché include i marcatori infiammatori”.
L’efficacia del trattamento in base al BASDAI è stata definita nello studio come una riduzione del punteggio pari o superiore del 50%, o come una riduzione di due o più punti.
L’efficacia del trattamento in base all’indice ASDAS è stata definita, invece, come una riduzione del punteggio di 1,1 o più punti.
L’analisi ha dimostrato che le variazioni del punteggio BASDAI e di quello PGA (valutazione globale dello stato del paziente fatta dal medico) erano indipendentemente associate al genere (coefficiente beta del BASDAI = 0,343; coefficiente beta del PGA = 0,491), mentre l’indice ASDAS non ha presentato nessuna associazione significativa con il genere (coefficiente beta = 0,079).
Ad un anno, il BASDAI aveva maggiori probabilità di soddisfare i criteri di efficacia negli uomini (OR = 1,7; IC95%: 1,2-2,406), mentre non vi era alcuna differenza significativa per l’ASDAS (OR = 0,993; IC95%: 0,678-1,455).
Riassumendo
Nel complesso, “…questo studio ha dimostrato l’esistenza di differenze di genere relative alle variazioni dell’attività di malattia misurate con il BASDAI e l’ASDAS nella real life e che queste differenze possono portare a giudizi diversi sulla risposta al trattamento tra i sessi nella pratica clinica – scrivono i ricercatori nelle conclusioni del lavoro -. Le variazioni dell’attività di malattia prima e dopo l’impiego del farmaco anti-TNF sono risultate significativamente diverse tra pazienti di sesso maschile e femminile, come misurato dal BASDAI, ma non dall’ASDAS”.
Ciò suggerisce che gli effetti del trattamento con TNFi possono essere interpretati in modo diverso tra i due sessi a seconda della misura dell’attività di malattia utilizzata.
Nicola Casella
Bibliografia
Lee S, et al. Arthritis Res Ther. 2024;doi:10.1186/s13075-024-03320-x.
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https://arthritis-research.biomedcentral.com/articles/10.1186/s13075-024-03320-x