Leucemia linfatica cronica: venetoclax sicuro anche nei pazienti con Covid-19


I pazienti con leucemia linfatica cronica trattati con l’inibitore di Bcl-2 venetoclax hanno presentato una Covid-19 generalmente asintomatica o con una sintomatologia lieve

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I pazienti con leucemia linfatica cronica trattati con l’inibitore di Bcl-2 venetoclax hanno presentato una Covid-19 generalmente asintomatica o con una sintomatologia lieve e un tasso di mortalità a 30 giorni basso, suggerendo che questo farmaco rappresenta una terapia sicura per i pazienti che hanno contratto l’infezione da Sars-Cov2 durante la pandemia. Lo evidenziano i risultati di uno studio di real world pubblicato di recente su Annals of Hematology, nel quale venetoclax si è dimostrato un’opzione terapeutica sicura, senza tassi di mortalità più elevati per i pazienti affetti da leucemia linfatica cronica a cui è stata diagnosticata la Covid-19.

«Rispetto ai dati della popolazione generale con, i pazienti trattati con venetoclax nella nostra coorte hanno avuto un decorso lieve della Covid-19 e suggeriscono che venetoclax è un’opzione terapeutica sicura per i pazienti con leucemia linfatica cronica e Covid-19 adeguatamente trattata», dichiarano gli autori dello studio nella pubblicazione.

Nello studio di real world, condotto in un singolo centro danese, sono stati analizzati i dati delle cartelle cliniche elettroniche di 108 pazienti con leucemia linfatica cronica trattati con venetoclax tra agosto 2022 e gennaio 2023. Quasi tutti i pazienti (98%) erano stati vaccinati con il numero di dosi raccomandate. L’età mediana della popolazione esaminata era di 71 anni (range: 47-89) e il 71% dei pazienti era rappresentato da uomini.

Dei 108 pazienti, il 44% risultava positivo al test molecolare PCR per l’RNA di SARS-CoV-2, il 27% aveva contratto l’infezione durante il trattamento con venetoclax e il 18% dopo il trattamento. Tra i positivi al test, il 75% era asintomatico o presentava una sintomatologia lieve, mentre il restante 25% presentava un’infezione grave o critica.

Il tasso di incidenza del 44% è paragonabile a quello riscontrato nella popolazione generale danese, pari al 54% nel periodo marzo 2020-marzo 2023.

Tra i pazienti che hanno contratto la Covid-19 durante il trattamento con venetoclax, il 66% ha proseguito con la terapia alla stessa dose, mentre il 14% ha interrotto il trattamento per un periodo compreso tra i 2 e i 60 giorni. In un ulteriore 14% di pazienti, il trattamento con venetoclax è stato interrotto in modo definitivo. Due pazienti sono deceduti poco dopo l’interruzione di venetoclax, tuttavia, le cause non sono state ritenute correlate all’infezione da Covid-19. Infatti, la causa di un decesso è risultata correlata a un tumore del polmone, mentre l’altra alla trasformazione di Richter. Meno della metà dei pazienti con diagnosi di Covid-19 (il 48%) è stata ospedalizzata.

I pazienti con diagnosi di Covid-19 in terapia con venetoclax sono stati sottoposti in misura maggiore al trattamento di prevenzione a base di anticorpi monoclonali anti-SARS-Cov-2 (83%) e altri farmaci antivirali (45%) rispetto a quelli non trattati con venetoclax (53% e 11%, rispettivamente). Le infezioni secondarie, che sono state segnalate in oltre un terzo dei pazienti trattati con l’inibitore di BCL-2 (35%), consistevano per lo più in polmoniti o infezioni del tratto respiratorio superiore. Non sono state segnalate infezioni fungine. Inoltre, sebbene i pazienti trattati con venetoclax sono stati sottoposti a un trattamento con agenti antivirali e antibiotici in modo più intensivo, questi pazienti hanno manifestato infezioni con maggiore frequenza, con o senza Covid-19.

«… I nostri dati di real-life hanno indicato che le infezioni di Covid-19 hanno generalmente un decorso live e trattabile in pazienti in terapia con venetoclax e una mortalità molto bassa principalmente dovuta alle comorbilità della malattia» si legge nell’articolo.

Infatti, il tasso di mortalità osservato in questo studio è stato inferiore al previsto. Tuttavia, i risultati di uno studio internazionale multicentrico che ha valutato gli esiti della Covid-19 in pazienti con leucemia linfatica cronica, pubblicato su Blood, hanno rilevato un tasso di mortalità del 33%. Questo studio però ha analizzato dati raccolti tra febbraio e aprile 2020 da centri situati negli Stati Uniti, nell’Unione Europea, nel Regno Unito e in Sud America quando i tassi di infezione e di morte erano generalmente superiori a quelli del periodo considerato nello studio danese.

Bibliografia
S. Thau, et al. COVID-19 severity in patients with chronic lymphocytic leukemia treated with venetoclax: a single-center observational cohort study. Ann Hematol. Published online April 18, 2024;doi:10.1007/s00277-024-05738-4. leggi