Un DNA mai rilevato è stato individuato su un proiettile utilizzato per uccidere i due fidanzati francesi che furono le ultime vittime del Mostro di Firenze
Potrebbe riaprirsi il caso del Mostro di Firenze, uno dei più famosi e dibattuti casi di cronaca nera italiana. Tutti ne hanno sentito parlare e al tempo si era creata una vera e propria psicosi per questo serial killer che tra il 1968 e il 1985 uccise otto coppie di fidanzatini che in provincia di Firenze amoreggiavano nelle auto, in tenda in luoghi appartati: ragazzi giovani sorpresi in intimità e uccisi, quasi sempre con colpi di pistola (una Beretta 22 che non venne però mai ritrovata). Per alcuni di questi delitti nel 1993 venne arrestato Pietro Pacciani (assolto però in appello e morto in attesa del terzo grado di giudizio) e gli altri cosiddetti ‘compagni di merende’, ma in realtà gli elementi che non tornano sono sempre rimasti molti. A rendere ora possibile lo scenario di una nuova indagine o di nuovi possibili elementi è il ritrovamento di un Dna, individuato da un consulente che lavora per la famiglia di una delle coppie uccise, che finora non era mai emerso.
Il dna – che non apparterrebbe a nessuna delle persone sottoposte a indagine fino a ora – è stato ritrovato su uno dei proiettili usati nell’omicidio di Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili, fidanzati francesi che costituirono l’ultima coppia vittima del ‘Mostro’ di Firenze: furono uccisi tra il 7 e l’8 settembre 1985 mentre si trovavano in una piccola tendina agli Scopeti. A individuare il Dna (a cui è arrivato scorporando un Dna repertato in precedenza) è stato Lorenzo Iovino, un ematologo italiano che lavora negli Usa, dove si occupa di trapianti di midollo. Lo specialista ha lavorato sui reperti per conto dell’avvocato Vieri Adriani, legale dei parenti delle due vittime francesi.
L’avvocato ha spiegato che “il Dna estrapolato ricorre anche sui proiettili di altri due delitti”, ed è questo che rende la cosa potenzialmente foriera di novità investigative. Come riporta Repubblica Firenze, Iovino “ha scorporato in modo integrale quella sequenza, scoprendo anche una parziale sovrapposizione con quelle individuate su altri due proiettili rinvenuti in occasione dei duplici omicidi di Horst Wilhelm Meyer e Jens-Uwe Rüsch (9 settembre 1983) e di Pia Rontini e Claudio Stefanacci (29 luglio 1984)”. Potrebbe dunque trattarsi di una traccia del mostro?
L’avvocato Adriani ora è intenzionato a chiedere che vengano fatte tutte le possibili comparazioni con i reperti contenuti nei fascicoli delle indagini e anche con tutte le persone che negli anni sono state interessate dalle indagini. Ma non è tutto. Il legale delle famiglie delle due vittime francesi vorrebbe anche chiedere la riesumazione del corpo di Stefania Pettini: la ragazza, uccisa insieme al fidanzato Pasquale Gentilcore il 14 settembre 1974, è forse la vittima che più di tutte potrebbe riportare tracce del ‘Mostro’. “Dalla consulenza del medico legale che potrebbe aver lottato con l’assassino, non è impossibile pensare che dei campioni biologici siano rimasti per esempio sotto le unghie”, ha spiegato il legale.
(L’immagine è tratta dal blog https://www.mostrodifirenze.com/)