Paolo Montanari in libreria con “Esplorando Dante e la Commedia”


Disponibile in libreria, a cura della Mauna Loa Edizioni, il nuovo saggio del pesarese Paolo Montanari: “Esplorando Dante e la Commedia”

paolo montanari

Si tratta di una esplorazione nel mondo dantesco in chiave contemporanea del pensiero e dell’opera di Dante Alighieri: i rapporti con Firenze, la poesia, la politica; un raffronto tra Dante, Petrarca e Boccaccio; il ruolo dei personaggi danteschi nell’immaginario collettivo del cinema, del teatro, delle arti visive e delle espressioni artistiche di poeti e scrittori come Pound e Borges.

Un viaggio complesso e affascinante, curato da Paolo Montanari, giornalista e studioso di Pesaro, che afferma: “E’ stato un lungo lavoro di selezione di fonti e testi, per poter offrire al lettore nuovi spunti di riflessione su Dante e sulla sua opera che, a distanza di secoli, mantiene una estrema modernità”.

L’autore Paolo Montanari è nato a Pesaro, dove vive e lavora. Giornalista pubblicista, è membro di varie giurie letterarie e da 25 anni è operatore culturale; in collaborazione con la Società Operaia di Mutuo Soccorso di Pesaro organizza incontri di vari interessi culturali. Ha tenuto seminari presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione sul cinema, in particolare sui registi Rossellini e Olmi. Ha curato per la Mauna Kea Edizioni la edizione ad Alta Leggibilità di “Uno, Nessuno e Centomila” di Luigi Pirandello e per la Mauna Loa Edizioni il saggio “Giacomo Leopardi: Filosofo o Poeta” e la edizione “L’apostolato Popolare: Agli Italiani, Doveri dell’Uomo e La Giovine Italia” di Giuseppe Mazzini.

Ecco un breve estratto dell’opera sul raffronto tra Beatrice, Laura e Fiammetta

A differenza di Dante, nelle più importanti opere Petrarca parla di se stesso. Se in Dante vi è una forte influenza di San Tommaso, in Petrarca la sua esistenza trova profonde analogie nella vita di Sant’Agostino, lo scrittore della prima autobiografia, le “Confessioni”. Per molto tempo si è scritto che fra Dante e Petrarca vi fossero grandi differenziazioni.

Petrarca idealizza la propria biografia e diffonde molte informazioni sulle sue abitudini quotidiane, per lasciare la sua storia personale e non un racconto onnivalente. A differenza di Petrarca, Dante ci lascia pochi dati biografici nella Vita Nuova e nella Commedia, perché il suo fine principale è descrivere il cammino a Dio, non solo del protagonista, il poeta viator, ma di ogni uomo.

Beatrice e Laura sono gli amori delle loro vite, entrambe sposate con altri uomini e morte prima dei poeti. Dante conosceva Beatrice da bambina e Petrarca vede Laura quando è già sposata. Beatrice nella Vita Nuova è “una apparizione muta”. Dante evita di chiamare per nome luoghi e persone, eccetto Beatrice, e sfugge alle descrizioni che non abbiano un significato simbolico. Con la maturità del Poeta si evolve anche la figura di Beatrice, cui si aggiunge l’aspetto fisico alla bellezza celeste.

Nella Vita Nuova, Dante ripercorre tre stadi dell’amore. La Commedia, per Giorgio Petrocchi, parte dalla conclusione della Vita Nuova. Rimane, infatti, lo stile dolce e nuovo con cui Dante canta l’amore per Beatrice. La figura quasi angelicata, più che esteticamente o socialmente superiore (cfr. Bianca Garavelli, “L’eredità stilnovistica nella Commedia”, in AA.VV. Guida alla Commedia Bompiani 1996, pag.93), suscita nel poeta innamorato emozioni analoghe a quelle di un mistico. L’amore approfondito con il dolore per la morte dell’amata, e arricchito dal sapere e la contemplazione, ispira Dante a costruire il linguaggio naturale. E Beatrice viene a soccorrere Dante che la ama, e il luogo d’incontro è in cima alla montagna del Purgatorio, il paradiso terrestre (Canto XXX Purgatorio).

Beatrice arriva attraverso un rito processionale, vestita di bianco, verde e rosso, simbolo della fede, della speranza e della carità. La processione rappresenta “il manifestarsi dello spirito di Dio tra gli uomini”. Vi è un susseguirsi: “Beatrice non è Cristo”, scrive Singleton, ma si può “pensare che Cristo sia in qualche modo Beatrice”. Nel Purgatorio l’amore di Dante per Beatrice diviene un fraterno legame. Da adesso il poeta racconta un rapporto tra l’uomo e la donna prima del peccato. Beatrice guarda il sole e Dante segue il suo gesto. Nel Paradiso Dante assegna a Beatrice il compito di detenzione della verità e della sapienza assoluta. Diviene la guida, “della mente e del cuore verso Dio, nel grande dramma di salvazione che è la vita”. Beatrice nel Paradiso appare nel ruolo di “un’autentica maestà, che utilizza la sapienza filosofica e teologica” (Di Salvo, T., a cura di, “La Divina Commedia: Paradiso”, Zanichelli 1995).