Fibrosi cistica: tripla terapia efficace anche in pazienti con malattia polmonare avanzata


Fibrosi cistica: la terapia tripla elexacaftor-tezacaftor-ivacaftor è efficace e sicura anche nei pazienti con malattia polmonare avanzata

La terapia tripla elexacaftor-ivacaftor-tezacaftor si associa a migliori benefici in pazienti affetti da fibrosi cistica che sono omozigoti per la mutazione Phe508del

La terapia tripla a base di elexacaftor-tezacaftor-ivacaftor (ETI) è in grado di assicurare, in modo sicuro, benefici polmonari ed extrapolmonari multisistemici anche alle persone affette da fibrosi cistica (FC) con malattia polmonare avanzata. Questo il responso di uno studio pubblicato sulla rivista Annals of the American Thoracic Society.

Razionale e disegno dello studio
Fino ad ora, le persone affette da FC con malattia polmonare avanzata erano state per lo più escluse dagli studi clinici sulla tripla combinazione di modulatori del regolatore di conduttanza transmembrana della FC (CFTR) – (elexacaftor-tezacaftor,ivacaftor: ETI).

Per valutare gli effetti di questa opzione terapeutica nei pazienti con FC e malattia polmonare avanzata, i ricercatori hanno condotto uno studio osservazionale prospettico, arruolando adulti sottoposti a cure presso una rete di centri specialistici per la FC dislocati in Francia, dove i pazienti sono seguiti e monitorati e l’ETI completamente rimborsata. Il riscontro di FC con malattia polmonare avanzata era definito dal riscontro di un valore percentuale predetto di FEV1 (ppFEV1) pari o inferiore a 40.

Entrando nei dettagli dello studio, gli sperimentatori hanno arruolato 434 pazienti con FC con malattia polmonare avanzata, che avevano iniziato il trattamento con ETI da dicembre 2019 a giugno 2021. I partecipanti allo studio sono stati seguiti fino ad agosto 2022.

La popolazione dello studio al momento dell’inizio della terapia tripla comprendeva pazienti con diabete (n=183) e grave malattia epatica associata a FC (n=27) – definita dalla presenza di ipertensione portale e/o cirrosi -; inoltre, il 24,1% dei pazienti inclusi nello studio erano stati sottoposti a ventilazione non invasiva, mentre il 40,6% dei pazienti erano stati trattati con ossigenoterapia a lungo termine.

La mediana (intervallo inter quartile [IQR]) di ppFEV1 all’inizio dello studio era pari al 30% (25%-35%). Dopo l’inizio della terapia con ETI, il follow-up è durato una mediana di 587 (396-728) giorni.
L’interruzione della terapia tripla si è verificata nel 2,8% (12) dei pazienti, principalmente a causa di decesso (n=4) o di trapianto di polmone (n=5).

Risultati principali
La dose standard raccomandata di ETI è stata iniziata in 413 (95,2%) pazienti (dose mattutina: 2 compresse di elexacaftor 100 mg, tezacaftor 50 mg, ivacaftor 75 mg; dose serale: 1 compressa di ivacaftor 150 mg). Altri 21 pazienti sono stati sottoposti allo stesso trattamento ma a dosi ridotte, principalmente a causa di interazioni farmacologiche (n=11) e malattie epatiche (n=7).

Dopo un mese dall’inizio del trattamento, gli sperimentatori hanno riscontrato un incremento assoluto medio di ppFEV1 del 14,2% (IC95%:13,1-15,4). Questo incremento si è mantenuto per tutta la durata dello studio e con un tasso doppio nel quartile di età più giovane (18-24 anni) rispetto al quartile di età più avanzata (38 anni e oltre) (P <0,001).

Il 94,7% dei pazienti inizialmente reclutati nello studio è stato seguito nel corso di un follow-up della durata di 12 mesi. Gli sperimentatori hanno riscontrato che un numero nettamente inferiore di partecipanti allo studio era sottopeso (BMI<18,5 kg/m2) al momento del follow-up rispetto all’inizio dell’ETI (11,3% vs 38,6%, rispettivamente; P =0,0001).

Inoltre, durante il follow-up, un numero significativamente inferiore di pazienti ha fatto ricorso a supporto nutrizionale, ventilazione non invasiva, ossigenoterapia e terapie inalatorie e sistemiche; il 12% dei pazienti con diabete ha interrotto l’insulina e le concentrazioni sieriche di vitamina A ed E dei partecipanti sono aumentate al follow-up (mentre non sono aumentate le concentrazioni sieriche di 25(OH)D3).

Da ultimo, per quanto riguarda la safety, sono stati registrati pochi eventi avversi (8,8% rash cutaneo localizzato; 9,8% cefalea; 17,0% mialgia; 23,9% sintomi gastrointestinali), tutti gestiti senza interruzione del trattamento in essere.

Riassumendo
Nonostante alcuni limiti metodologici intrinseci ammessi dagli stessi ricercatori (disegno osservazionale dello studio, mancanza di un gruppo di controllo e di dati sull’etnia dei partecipanti allo studio come pure di dati sugli effetti potenziali della pandemia Covid-19, nel complesso “…i risultati ottenuti indicano un rapido miglioramento dei valori di ppFEV1 dopo l’inizio dell’ETI nei pazienti affetti da FC con malattia polmonare avanzata”, affermano gli autori dello studio nelle conclusioni del lavoro -. L’inizio della terapia con ETI è risultato associato a benefici polmonari ed extrapolmonari multisistemici in questi pazienti, ma con anomalie persistenti, tra cui un recupero incompleto della funzione polmonare, una limitata eliminazione dell’infezione cronica delle vie aeree e un miglioramento limitato delle comorbidità extrapolmonari (ad esempio, diabete e malattie epatiche gravi)”.

Bibliografia
Burgel PR, Paillasseur JL, Durieu I, et al. Multisystemic effects of elexacaftor-tezacaftor-ivacaftor in adults with cystic fibrosis and advanced lung disease. Ann Am Thorac Soc. Published online April 5, 2024. doi:10.1513/AnnalsATS.202312-1065OC
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