L’impiego delle strategie di riduzione della posologia di somministrazione dei DMARDcs aumenta il rischio recidive nei pazienti con artrite reumatoide
Stando ai risultati di uno studio pubblicato su The Lancet Rheumatology, l’impiego delle strategie di riduzione della posologia di somministrazione dei DMARDcs, in luogo del trattamento ininterrotto a dosi piene di questi farmaci, si associa all’innalzamento del rischio di recidive in pazienti affetti da artrite reumatoide (AR).
Lo studio in breve
Obiettivi e disegno
Con questo studio in aperto, randomizzato e controllato, di non inferiorità, i ricercatori hanno reclutato pazienti con AR in remissione confrontata allo scopo di mettere a confronto i rischi di riacutizzazione di malattia a 3 anni tra i pazienti sottoposti ad una delle tre strategie di trattamento seguenti: trattamento stabile, trattamento a dosi dimezzate o trattamento a metà dose per 1 anno seguito da sospensione della terapia.
Entrando nei dettagli, sono stati arruolati pazienti provenienti da 10 ospedali dislocati in Norvegia tra la metà di giugno 2013 e la metà di giugno 2018.
I 160 pazienti inclusi erano pazienti adulti con AR in remissione sostenuta da almeno 1 anno in terapia con una terapia stabile con DMARDcs. Questi sono stati randomizzati, secondo uno schema 2:1:1, a trattamento con DMARDcs a dose stabile (n=80), DMARDcs a dose dimezzata (n=42) o DMARDcs a dose dimezzata con tapering della posologia di questi farmaci fino alla sospensione del trattamento (n=38).
L’endpoint primario dello studio era rappresentato dall’insorgenza di recidive di malattia nell’arco di 3 anni, definita dalla combinazione di punteggi di attività della malattia (DAS) superiori a 1,6, un aumento dei valori DAS di almeno 0,6 rispetto alla visita precedente e la presenza di 2 o più articolazioni tumefatte. In assenza di questi criteri formali, l’episodio di recidiva era considerato come avvenuto se riconosciuto come tale sia dal paziente che dal medico curante.
Risultati principali
L’età media dei pazienti era pari a 55,3 anni e il 67% erano di sesso femminile. Le caratteristiche di base erano principalmente ben bilanciate tra i gruppi in studio.
Sul totale dei pazienti inizialmente reclutati, 139 hanno completato il follow-up di 3 anni – che si basava sulla visita medica iniziale e su visite periodiche a cadenza quadrimestrale.
Di questi 139 pazienti, 68/78 (87%) appartenenti al gruppo sottoposto a trattamento ininterrotto a dosi piene; 36/41 (88%) al gruppo trattato a dosi dimezzate e 35/37 (95%) al gruppo trattato a dosi dimezzate con successivo tapering della posologia dei DMARDcs fino alla loro sospensione.
Dall’analisi dei dati è emerso che è risultato libero da recidive:
– L’80% dei pazienti del gruppo sottoposto a trattamento ininterrotto con dosi piene di DMARDcs (IC95%: 69%-88%)
– Il 57% dei pazienti del gruppo sottoposto a trattamento con DMARDcs a dosi dimezzate (IC95%: 41%-71%)
– Il 38% dei pazienti del gruppo sottoposto a trattamento con DMARDcs a dosi dimezzate con tapering verso la sospensione del trattamento (IC95%:22%-53%)
La differenza assoluta del rischio di recidive tra i gruppi a dose stabile e a dose dimezzata è stata del 23% (IC95%: 6%-41%; P =0,010), mentre la differenza tra i gruppi a dose stabile e a dose dimezzata con tapering verso la sospensione è stata del 40% (IC95%: 22%-58%; P <0,0001), superando il margine di non inferiorità del 20%.
Il rischio di recidive è risultato significativamente più elevato nel gruppo a dose dimezzata ( hazard ratio aggiustato [aHR]: 2,9; IC95%: 1,5-5,9) e nel gruppo con tapering a dose dimezzata fino alla sospensione (aHR: 4,2; IC95%: 2,2-8,2) rispetto al gruppo a dose stabile. I rischi di recidive, inoltre, non differivano tra le due strategie di tapering.
Nel gruppo a dose stabile, l’83% dei pazienti ha riferito di aver sperimentato eventi avversi, rispetto al 90% dei pazienti del gruppo a dose dimezzata e al 97% di quelli del gruppo a dose dimezzata con tapering verso la sospensione. Nel gruppo a dosaggio stabile è stato registrato un solo evento fatale, probabilmente non correlato al farmaco in studio.
Limiti e implicazioni dello studio
Nel commentare i risultati dello studio, i ricercatori hanno ammesso alcuni limiti metodologici, quali il disegno in aperto e la ridotta generalizzabilità dei risultati ai pazienti non sottoposti a trattamento con metotrexato, ai pazienti con una maggiore durata della malattia o a quelli con una significativa malattia erosiva al basale. Inoltre, le dimensioni del campione per i gruppi a dose dimezzata erano insufficienti.
“A causa dell’aumento significativo del rischio di riacutizzazione dopo il tapering e la sospensione, i pazienti devono essere monitorati attentamente e prima di procedere al tapering devono essere prese in considerazione le possibilità di un controllo stretto e le preferenze dei pazienti stessi”, hanno concluso i ricercatori.
Bibliografia
Kjørholt KE et al. Effects of tapering conventional synthetic disease-modifying antirheumatic drugs to drug-free remission versus stable treatment in rheumatoid arthritis (ARCTIC REWIND): 3-year results from an open-label, randomized controlled, non-inferiority trial. Lancet Rheumatol. Published online April 4, 2024. doi:10.1016/S2665-9913(24)00021-3
Leggi