“Nella Senna ho ingoiato cose che voi umani…ho già il mal di pancia”: il racconto dei poveri triatleti alle Olimpiadi di Parigi 2024
Sarà pure balneabile, la Senna, ma nuotarci dentro è una cosa che possono raccontare – finora – solo i triatleti. Gente abituata a fatiche improbabili, a gareggiare i tutti luoghi e in tutti i laghi. Atleti che – non fatevi fuorviare dai facili footage in cerca di clic – vomitano per la fatica spesso e volentieri, e non (non solo, almeno) per la qualità dell’acqua in cui si tuffano. E però la testimonianza raccolta da Hln tra gli atleti belgi è a suo modo un indice ambientale, empirico.
Jolien Vermeylen e Claire Michel sono state le prime a tuffarsi in acqua, alle 8 del mattino: “Ho bevuto un bel po’ d’acqua, quindi domani sapremo presto se sono malata oppure no. Ovviamente non sa di Coca Cola o Sprite. Mentre nuotavo sotto il ponte, ho anche annusato e visto cose a cui non dovresti pensare troppo. L’acqua della Senna è sporca da cento anni, quindi non dovrebbero venire a dire che la sicurezza degli atleti è una priorità. Questa è una stronzata”.
«Pensavamo già che sarebbe andata meravigliosamente bene il giorno della gara e guarda… Ieri notte ha piovuto, quindi non può essere bella, giusto? Ma comunque: è stato un miracolo”, continua ironica Vermeylen. “Se non fosse avvenuto, sarebbe stato un peccato per l’organizzazione, per Parigi, per la Francia. Adesso non resta che sperare che non si ammalino troppi atleti. Ho preso dei probiotici, ho bevuto il mio Yakult, non potevo fare altro. Avevo l’idea di non bere l’acqua, ma è fallita. Proprio come avevo avuto l’idea di non cadere, anche quella è fallita”.
Anche agli uomini la sensazione è la stessa. Marten Van Rie dice: “Speriamo che fosse pulito, ma di certo non potevamo vedere le nostre mani mentre nuotavamo. Era così nuvoloso. Ho anche un po’ di mal di pancia a causa dell’acqua che ho ingoiato“.