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Attentato al Lido Beach di Mogadiscio, in Somalia: 32, morti, parla una residente

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Attentato su una delle spiagge più frequentate di Mogadiscio, in Somalia: il bilancio è di 32 morti e 63 feriti. Con l’agenzia Dire parla una residente

“C’è sempre tanta gente di venerdì che passeggia sulla spiaggia di Mogadiscio per godersi il fresco, puoi trovare sia tanti somali che cittadini internazionali. È stato un gesto terribile e inspiegabile, non capiamo cosa vogliano ottenere queste persone”.

Con l’agenzia Dire parla Salima, nome di fantasia che la residente di Mogadiscio chiede di usare per motivi di sicurezza. L’intervista avviene all’indomani di un attentato al Lido Beach, nota spiaggia della capitale somala, teatro di un attentato poi rivendicato dagli Shebaab, la milizia ribelle legata a gruppi jihadisti regionali, che dal 2006 continua a compiere attacchi con l’obiettivo di prendere il potere nel Paese.

LE RICOSTRUZIONI

Secondo le prime ricostruzioni, nella serata di ieri un uomo carico di esplosivo si è fatto saltare in aria sull’affollata spiaggia della capitale, a cui poi hanno fatto seguito colpi d’arma da fuoco sparati da almeno quattro persone. Nell’intervento delle forze di sicurezza, tre sono state uccise e una è stata arrestata. Anche un militare sarebbe rimasto ucciso.

IL BILANCIO

Il bilancio è di 32 morti e 63 feriti, ma secondo il responsabile del servizio di ambulanze Abdikadir Abdirahmman, il numero dei morti sarebbe destinato a salire.

“A MOGADISCIO IN TANTI ANDIAMO A LIDO BEACH”

“Anch’io ieri ero lì. A Mogadiscio in tanti andiamo a Lido Beach di venerdì”, continua a raccontare Salima. Per i Paesi musulmani come la Somalia, infatti, il venerdì è giorno di festa e riposo. “Sono tornata a casa verso le 17.30. Quando ho saputo dell’attentato non ci potevo credere”.

La donna condivide poi un’immagine composta da due fotografie, che sta circolando in queste ore sui social. Il primo scatto, con su scritto “before” – “prima” – mostra un tratto di spiaggia con tante famiglie, coppie e gruppi di amici a passeggio; la seconda metà, con su scritto “after” – “dopo” – ritrae lo stesso angolo di lungomare, ma stavolta ci sono solo corpi stesi sulla sabbia, immobili. “Qualche esponente di governo dovrà assumersi la responsabilità di tutto questo”, recita una scritta che accompagna l’immagine.
“Il fatto che l’attacco terroristico coincida con il momento in cui la spiaggia è più affollata, dimostra l’ostilità dei terroristi verso il popolo somalo” ha scritto in un post su X l’ex primo ministro Hassan Ali Khaire.

IL CONTESTO

La Somalia è da anni al centro di un complesso processo di transizione politica, sostenuta dalle Nazioni Unite e governi stranieri tra cui gli Stati Uniti, con l’obiettivo di porre fine alla guerra civile scoppiata negli Anni 80. La mancanza di stabilità, coesione e controllo del territorio secondo gli analisti renderebbe le autorità incapaci di porre fine alle violenze degli Shebaab, che mantengono ancora il controllo su varie aree nel centro e nel sud del Paese. Appena insediato, il presidente Hassan Sheikh Mohamud ha dichiarato una “guerra totale” al movimento armato, ma gli attacchi si registrano ancora periodicamente. La spiaggia stessa colpita ieri era già stata teatro di un attentato lo scorso anno, in cui sono morte nove persone.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT).

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