Il lido dei carabinieri di Copanello rifugio estivo da 50 anni: c’è qualcuno che vuole mettere le mani sullo stabilimento balneare storico?
Il lido dei carabinieri di Copanello di Staletti, in provincia di Catanzaro è uno dei tanti siti d’interesse targato Virgo Fidelis, in Italia. Tutti con lo steso fine: dare un segno di familiarità, ospitalità “religiosa” a chi ha fatto la sua scelta di vita. Indossare quella divisa segno di lealtà. Sapere di avere un ritrovo estivo e rivedersi con colleghi sparsi in tutta Italia. Parola d’ordine? “Nei secoli fedeli”. E, appunto, un patriottismo che li contraddistingue attraverso quella Donna divenuta Patrona e protettrice dei carabinieri. Anch’essa con la vocazione “missionaria”. Quest’anno il lido dei carabinieri, situato nella conca più gettonata della costa ionica, nei servizi offerti ai suoi carabinieri sembra stenti a decollare.
Chi può usufruire del lido?
Possono utilizzare la struttura i militari dell’arma in servizio e familiari conviventi, i militari dell’arma in congedo e familiari conviventi le vedove e i figli conviventi, gli orfani di militari dell’arma caduti in servizio e familiari.
Apertura in ritardo quest’anno, cosa succede?
Ufficialmente i cancelli si sono aperti al pubblico durante la prima decade di luglio. Con cucina, sala ristorante, snack bar, ombrelloni e cabine a seguito. Da poco tempo anche nella terrazza a vista mozzafiato, una pizzeria che sforna pizze veramente pazze. La solita burocrazia frena l’organizzazione e la tempistica. Dopo varie ricerche trovato finalmente un pizzaiolo.
Controlli all’entrata
Ognuno ha un suo ruolo, due carabinieri che a turno si danno il cambio, tutto il giorno. Per controllare le entrate. Rigorosamente appartenenti all’arma. Al fine di assicurare una tranquilla, piacevole vacanza sotto l’ombrellone. Due assistenti bagnanti vigili e costantemente attenti, appartenenti alla società che gestisce la parte logistica. Insieme a tutto lo staff: cuoco, servizio mensa, baristi, pizzaioli e camerieri.
A fuoco la cucina e la causa sembra la friggitrice.
Ma il 20 luglio si è verificato un dramma, la cucina va a fuoco. Dalla Gazzetta del sud la nota stampa del sindacato dei carabinieri Unarma, informa dell’accaduto: “Una spensierata serata estiva è diventata in un attimo, momento di cronaca di una tragedia sfiorata. Il fatto riguarderebbe una friggitrice mal funzionante che avrebbe causato alcuni disagi prontamente estinti grazie al repentino intervento dei presenti. Le fiamme sono state subito spente dal pizzaiolo in servizio nel Lido aiutato da due carabinieri. Non ci sono stati feriti.”
Peccato non aver elogiato i due carabinieri il brigadiere Caravita Giuseppe e l’appuntato Conti Danilo, che hanno compiuto un atto eroico. Quindi, a oggi, la ristorazione del lido dei carabinieri non è aperta. Vuoi per i cavilli burocratici, vuoi per le responsabilità oggettive alle quali la società ha seri dubbi nell’affrontare.
Perché i costi si aggirerebbero sui dieci mila euro. E in un lido balneare dove sembrerebbe che non ci sia la volontà di continuità e innovazione,
da parte della governance istituzionale, investire diventa veramente complicato. Peccato dopo oltre 50 anni.
C’è qualcuno che vuole mettere le mani sul lido storico?
Non vi sono certezza di dolo, almeno pare. Ma la domanda nasce spontanea. Come ha fatto in poco tempo la temperatura della friggitrice a scatenare il putiferio nella cucina? Come mai da anni il lido dei carabinieri, il comando centrale, sta abbandonando la gestione “ non è più come prima”.
Certo, il danno mette in seria crisi il comando regionale da una parte e la società già in perdita. Ma pensando al luogo meraviglioso, un’oasi paradisiaca, le piovre hanno interesse che tutto ciò sia lasciato al suo destino? C’è qualcuno che vuole mettere le mani sul lido storico? Il tempo sarà galantuomo…