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Obesità: soglia di BMI più bassa preferibile in pazienti con più di 40 anni

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Un indice di massa corporea di almeno 30 kg/m2 riconosciuto a livello internazionale come indicatore di obesità potrebbe non essere appropriato per gli over 40

Un indice di massa corporea di almeno 30 kg/m2 riconosciuto a livello internazionale come indicatore di obesità potrebbe non essere appropriato per le persone con più di 40 anni, se si tiene conto dell’aumento del grasso corporeo e del declino della massa muscolare durante l’invecchiamento, ha concluso uno studio di real world italiano presentato allo European Congress on Obesity (ECO) 2024.

L’obesità è una malattia cronica definita come un accumulo di grasso corporeo eccessivo e la sua diagnosi sulla base di questo parametro è al momento il metodo più accurato, ma i criteri dell’Oms considerano un BMI di almeno 30 kg/m2 come livello di soglia per l’obesità per tutti i soggetti bianchi, indipendentemente da sesso ed età.

Se tuttavia si tiene conto dei cambiamenti che si verificano nella composizione corporea durante l’invecchiamento, come un aumento del grasso corporeo e una riduzione della massa magra (che diminuisce di quasi il 5% ogni 10 anni dopo i 30), l’uso di questa soglia “universale” potrebbe non essere appropriato.

Classificazione Oms vs percentuale del grasso corporeo totale
Per valutare la validità del cut-off dell’Oms per la classificazione dell’obesità negli italiani di mezza età e anziani, i ricercatori dell’Università Tor Vergata di Roma, dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e dell’Università di Beirut in Libano, hanno condotto uno studio trasversale che ha coinvolto 4.800 adulti (61,5% donne, età 40- 80 anni) che si sono rivolti alla Sezione di Nutrizione Clinica del Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione dell’Università Tor Vergata. Sono state escluse le persone in gravidanza, in trattamento con farmaci che hanno effetto su composizione o peso corporeo, con condizioni mediche di base associate alla perdita di peso (come i tumori) oppure gravi problemi psichiatrici.

I partecipanti sono stati inizialmente classificati sulla base dei criteri di BMI dell’Oms, ovvero 1.087 soggetti normopeso (18,5-24,99 kg/m2), 1.826 in sovrappeso (25-29,9) e 1.887 con obesità (>30). Successivamente sono stati riclassificati in funzione dello stato di adiposità basato sulla percentuale di grasso corporeo totale (BF%) misurata tramite assorbimetria bifotonica a raggi X (DXA) in base alle soglie dell’obesità specifiche per età e sesso:

Questi cut-off della percentuale di grasso corporeo totale si basano su un riferimento ampiamente utilizzato per definire l’obesità. I ricercatori hanno quindi valutato le prestazioni diagnostiche della soglia di BMI dell’Oms (30 kg/m2) nel rilevare l’obesità, confrontandola con quella definita dalla percentuale di grasso corporeo per tutti i partecipanti in base a età e sesso al fine di identificare la migliore sensibilità e specificità per prevedere l’obesità negli adulti di mezza età e anziani.

I criteri Oms potrebbero sottostimare il numero di adulti obesi
Tenendo conto della percentuale di grasso corporeo, molti soggetti con un BMI indicativo di normopeso (18,5-24,99) sono stati classificati come affetti da obesità. Inoltre le percentuali di pazienti classificati come obesi con i criteri Oms sono decisamente aumentate se valutate in base alla percentuale di grasso corporeo:

In base ai risultati dello studio, la soglia di BMI più appropriata per identificare l’obesità negli adulti di mezza età e anziani in base alla percentuale di grasso corporeo era di 27,08 kg/m2 nelle femmine e 27,36 kg/m2 nei maschi, con un alto grado di precisione (probabilità di quasi il 90% di rilevare l’obesità). I nuovi valori soglia hanno anche mostrato un’elevata sensibilità (80,69%) e specificità (83,63%), indicando una bassa probabilità di falsi negativi e falsi positivi.

In modo inaspettato solo il 57% delle donne considerate affette da obesità secondo la nuova soglia di BMI è stato classificato correttamente in base allo standard dell’Oms, quindi circa il 40% delle donne con obesità non è stato identificato. Allo stesso modo, circa la metà degli uomini con obesità non è stata rilevata in base all’attuale soglia dell’Oms.

«Il nostro studio nel mondo reale in un contesto clinico in Italia mostra che la soglia ottimale del BMI per identificare l’obesità per gli adulti dai 40 anni in avanti è significativamente inferiore a quella attualmente utilizzata» ha affermato il primo autore Marwan El Ghoch dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. «Il nuovo limite di BMI proposto riconosce le differenze fisiologiche tra gli adulti di mezza età e gli anziani e le popolazioni più giovani. È probabile che i cambiamenti nella composizione corporea nel corso della vita, che sembrano verificarsi senza una variazione significativa del peso, portino a una maggiore adiposità con un BMI più basso».

«Se continuiamo a utilizzare lo standard dell’Oms per lo screening dell’obesità, ci mancheranno molti adulti di mezza età e anziani che sono a rischio di malattie legate all’obesità, tra cui il diabete di tipo 2, le malattie cardiovascolari e alcuni tipi di cancro» ha aggiunto il co-autore Antonino De Lorenzo dell’Università Tor Vergata di Roma. «Stabilire questa nuova soglia del BMI nelle linee giuda e nella nostra pratica clinica dell’obesità sarà vantaggioso per la salute di milioni di persone anziane e di mezza età».

Tra i limiti dello studio è stata citata la sua natura osservazionale e monocentrica e il fatto di essere stato condotto in una determinata area del Paese, quindi i risultati potrebbero non essere generalizzabili ad altre popolazioni. Inoltre non si è tenuto conto di possibili fattori confondenti come le abitudini alimentari, i livelli di attività fisica e la qualità del sonno, che possono aumentare la probabilità di obesità e possono giustificare le differenze osservate tra i gruppi di età.

Gli autori hanno concluso che il loro studio indica un valore soglia inferiore per l’identificazione dell’obesità negli adulti di mezza età e negli anziani in Italia, anche se sono necessari ulteriori studi più ampi, in più siti e in altri paesi europei per confermare i risultati.

Referenze

Ghoch ME et al. New BMI Cut-Off Points for Obesity in Middle-Aged and Older Adults in Nutrition Settings in Italy. Abstract: 0152 presented at the European Congress on Obesity (ECO 2024).

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