Accadde oggi: sono passati 50 anni dall’attentato all’Italicus. Mattarella: “Matrice neofascista”. Anche La Russa ricorda la strage
“Cinquant’anni fa la strategia terroristica che mirava a destabilizzare la Repubblica colpì il treno Italicus a San Benedetto Val di Sambro, seminando morte e dolore. Era un convoglio diretto in Germania, affollato di viaggiatori, molti dei quali migranti che tornavano al lavoro”. Inizia così il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell’anniversario della strage compiuta nella notte tra il 3 e il 4 agosto 1974. “Undici passeggeri morirono nell’incendio che seguì l’esplosione – prosegue il capo dello Stato – La dodicesima vittima fu un ferroviere, Silver Sirotti, medaglia d’oro al valor civile per il suo eroismo: perse la vita salvandone molte altre. La sua generosità, unita a un grande coraggio, costituisce una testimonianza imperitura di quei valori di umanità e solidarietà, che gli assassini e i loro complici volevano sradicare. Nel giorno dell’anniversario rinnoviamo i sentimenti di vicinanza e condivisione della Repubblica ai familiari delle vittime e ai tanti feriti. Nella catena sanguinosa della stagione stragista dell’estrema destra italiana, di cui la strage dell’Italicus è parte significativa, emerge la matrice neofascista, come sottolineato dalla sentenza della Corte di Cassazione e dalle conclusioni della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla loggia P2, pur se i procedimenti giudiziari non hanno portato alla espressa condanna di responsabili. La società italiana e le sue Istituzioni seppero respingere quell’attacco alla convivenza civile grazie alla forza e alla coesione dell’unità della comunità nazionale, fondata sui principi della nostra Costituzione”.
LA RUSSA: RINNOVIAMO DOLORE PER ATTENTATO DI MATRICE NEOFASCISTA
Il Presidente del Senato Ignazio La Russa ha pubblicato un post di ricordo sui social: “È con profonda commozione che ricordiamo la terribile strage dell’Italicus, avvenuta nella notte tra il 3 e il 4 agosto 1974. Un ordigno fatto esplodere mentre il treno viaggiava sulla linea ferroviaria Bologna-Firenze, nei pressi della stazione di San Benedetto Val di Sambro provocò la morte di dodici persone. A distanza di 50 anni da questo attentato di matrice neofascista – come stabilito dalla Corte di Cassazione – rinnoviamo il nostro dolore e ci stringiamo alle famiglie delle vittime e ai sopravvissuti per una ferita che resta ancora aperta”.
FONTANA: CONTINUARE A PERCORRERE STRADA VERITÀ E GIUSTIZIA
Messaggio anche del Presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana: “Ritorna oggi la memoria, dolorosa, di un altro vile attentato terroristico che ha insanguinato la storia del Paese: la strage dell’Italicus, di cui si profila la matrice neofascista, ci riporta a cinquant’anni fa. Mai potremo dimenticare quei fatti, chi morì a seguito dell’ esplosione, i feriti e mai scorderemo il gesto eroico del forlivese Silver Sirotti, che sacrificò la sua vita per soccorrere i passeggeri. Ai familiari delle vittime e alle comunità testimoni di questo dramma rinnoviamo oggi la nostra vicinanza. Onorarne la memoria significa tenere accesi i fari del ricordo e continuare a percorrere con determinazione la strada della verità e della giustizia”.
BORGHI: ASSASSINI VOLEVANO SCARDINARE NOSTRI VALORI
Su X Enrico Borghi, capogruppo di Italia Viva al Senato: “Cinquanta anni fa, la strage dell’Italicus aggiungeva un’altra terribile tragedia alla lunga scia di lutti determinata dalla ‘strategia della tensione’”. “Quella bomba, esplosa su una carrozza del treno Italicus all’uscita della galleria dell’Appennino, nei pressi di San Benedetto Val di Sambro, in provincia di Bologna, provocò dodici vittime e centocinque feriti. E, come ha ricordato anche il Presidente Mattarella, è stata parte di una matrice neofascista che puntava a sovvertire gli equilibri democratici della nostra Repubblica. Ricordare è un elemento essenziale per delineare i profili dell’identità della nostra comunità nazionale, fondata sui valori che gli assassini volevano scardinare. Un pensiero memore e commosso alle vittime, alle loro famiglie e a tutti coloro che operarono in quel drammatico giorno di mezzo secolo fa”, conclude.