Angelica Schiatti, le denunce, la tossicodipendenza: Morgan a ruota libera


Morgan a ruota libera: “Io e Angelica Schiatti ci siamo sposati in uno sgabuzzino della Rai, il messaggio sulla bara? Una metafora”

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Marco Castoldi, in arte Morgan, è un fiume in piena. In una lunga intervista concessa a Candida Morvillo sulle pagine del Corriere della Sera, parla di tutto. Senza freni.

A partire dal rapporto con la cantautrice Angelica Schiatti fino alla denuncia per stalking e diffamazione e al decreto di rinvio a giudizio emesso dal tribunale di Lecco. Morgan ripercorre tutte le fasi del rapporto con la 35enne, che – sostiene – “lei minimizza e questo mi ha annichilito. Dice che siamo stati insieme tre mesi, ma sono stati otto anni di affinità elettive in cui ci scrivevamo 500 messaggi al giorno. All’inizio, abbiamo avuto una storia. Dopo, ci siamo frequentati da amici del cuore e anche da amanti. Abbiamo avuto un costante scambio artistico, intellettuale, emotivo, ci dicevamo “ti amo”…Le parole si traducevano in testi, l’80 per cento delle canzoni che ho scritto parlavano di lei. Era la mia musa”.

Angelica Schiatti

IL MATRIMONIO NELLO SGABUZZINO DELLA RAI

Una storia talmente intensa che avrebbe portato alla decisione di convolare a nozze: “Il rapporto si è intensificato quando sono stato sfrattato nel giugno 2019. A novembre, ha detto che voleva stare con me e abbiamo lasciato i rispettivi compagni, io Alessandra, da cui aspettavo una figlia. Abbiamo deciso di sposarci. Sergio Staino ci ha sposati simbolicamente con una cerimonia comunista, in uno sgabuzzino della Rai. Poi, ho chiesto ufficialmente la mano di Angelica alla sua mamma. Siamo a febbraio 2020″.

Morgan sostiene che a quel tempo si trovava in un periodo in cui affrontava “un problema serio di tossicodipendenza. Angelica mi diceva: lo risolviamo insieme, poi ci sposiamo e facciamo una famiglia”.

IL RICOVERO

Una dipendenza che lo costringe al ricovero e a terapie invasive: “L’ho fatto per lei – aggiunge Morgan – Ho fatto la cura al cervello. Una cura potentissima, quasi un elettroshock”. E da quel momento in poi, sostiene Morgan, che “mi ha mollato lì, sotto gli elettrodi e non l’ho più vista. Stavo in un letto d’ospedale, col cervello bombardato di onde magnetiche, il nervo ottico che urlava. Sono uscito dall’ospedale e mi ha bloccato su WhatsApp, non voleva più parlarmi, mi ha tolto la parola dopo otto anni che erano stati un fiume di parole, di scambio di anime. Questo è. Fino al giorno prima, ci parlavamo ogni secondo e, di colpo, si era trasformata. Nelle condizioni in cui ero, lo trovavo inspiegabile, spaventoso, era come se per lei fossi morto. Volevo solo capire perché si era trasformata in un giorno da amica a nemica”.

L’ALLONTANAMENTO

Un cambio repentino di rapporto che avrebbe portato l’artista a cercare disperatamente spiegazioni:  “È come se avesse fatto la terapia del disinnamoramento: costruisci il mostro per allontanarti. Infatti, aveva chiesto al mio autista di mandarle le mie foto nei momenti peggiori, anche quella in ospedale. Aveva bisogno di costruire una figura solo negativa e di fare il no contact. Questa cosa deve averle preso la mano. Dopo, scoprirò che mentre ero in ospedale, lei era all’Elba col suo ex. Mi sono sentito distrutto, quella scoperta mi ha ucciso”.

L’intervista ripercorre con dovizia di particolari tutte le tappe della crisi. Candida Morvillo chiede all’artista cosa sia successo due giorni dopo l’uscita dall’ospedale, il 4 maggio 2020, quando Angelica lo blocca su WhatsApp. La prima querela è datata 25 maggio 2020 e riporta insulti e minacce fra aprile e maggio: “Io quei messaggi brutti li ho mandati in quel contesto. Non ero in me e c’era anche il lockdown e ormai una neonata che aveva bisogno di un padre”.

LA CRONISTORIA

Da quel momento in poi, una escalation di tensione:

– il pedinamento di Schiatti a opera dei due siciliani commissionato da Morgan: “Non certo per farmela portare per un famigerato ultimo appuntamento, come qualcuno ha fantasiosamente ricostruito. C’era il lockdown, ero spesso sul social Club House, dove conosco un ragazzo che si presenta come mio estimatore, mi dà ragione sempre, c’è sempre. Non sapevo chi fosse, solo dopo scoprirò che è un rapper. Io stavo vivendo l’abbandono di Angelica, l’impossibilità di avere un chiarimento e ne parlavo, lui mi dice: la conosco, le parlo io”.

– La frase al manager di Schiatti: ‘La mia amica Angelica come sta? Lo tira fuori a molti il pisello o solo uno alla volta?’. “Questa frase è uscita sui giornali decontestualizzata e la chiariremo facilmente al processo”.

– La frase alla madre di Schiatti: ‘Se mi inca..o esplode il vulcano e Angelica si scava la bara?’. “In quel momento, pensavo che era Angelica che si stava comportando male e che ci faceva una brutta figura. La bara è una metafora”.

– Il messaggio nella chat di gruppo dove ha scritto ora vi sparo una tripletta di video porno di A. che vi mettono a posto per qualche anno‘: “L’ho scritto con lo spirito di quello che si sfoga, che sta male, è deluso. Però la foto l’ho postata, subito cancellata, non l’ha vista nessuno e non era porno né intima. I consulenti tecnici della Procura non hanno trovato niente, nessun revenge porn. Dire che sono uno stalker è come dire a un cane che è un gatto”.

– Il post con una foto della strada in cui vive Schiatti: “Ho scritto un post su Instagram per dire che ho querelato Selvaggia Lucarelli. Serviva una foto e ci ho messo la più neutra che ho trovato: quella che mi aveva appena mandato un’amicaNon ci ho proprio pensato che è una via vicina a casa sua, anche perché, a quanto ne so, Angelica non sta più a Milano. Capisce la sfiga?”.

LE SCUSE E LA DENUNCIA A CALCUTTA

Una lunga sequela di offese che, a detta di Morgan, hanno già portato a delle scuse: “Ora, chiedo ad Angelica pubblicamente scusa, ho detto cose orribili. Ero fuori di me. Le scuse private sono riuscito a fargliele su Instagram, il 25 aprile 2021″.

Il finale è una fotografia delle conseguenze non giudiziarie di questa storia: “Il mio più grande dolore è che mi è stato tolto ogni lavoro: il disco, un libro che doveva uscire, il programma Rai, i concerti. Mi sento come amputato. Con Warner, Calcutta ha detto o me o lui, e Warner mi ha stracciato il contratto. L’ho denunciato, ho dovuto farlo. Il brutto di questa vicenda è che mi hanno fatto diventare una persona che non sono: io credo che un cantautore non può denunciare un altro cantautore, io credo nel dialogo, nella forza delle parole, nella pietà, nell’umanità”.