“Le sentenze sulla strage di Bologna un teorema politico per colpire la destra. Le motivazioni buone per una fiction di Bellocchio”: bufera su Mollicone
Le sentenze sulla strage di Bologna sarebbero arrivate al termine di “un processo che non cerca la verità giudiziaria ma esclusivamente un teorema politico. Ho letto le motivazioni: sembrano pronte per essere il soggetto di una fiction che presto Bellocchio, o qualche grande regista del sistema culturale della sinistra, si presterà a produrre, magari finanziato dalla Rai con tante narrazioni fantasiose”. Bufera sulle parole del deputato di Fratelli d’Italia e Presidente della Commissione cultura alla Camera Federico Mollicone, che in una intervista al quotidiano La Stampa contesta l’operato dei giudici, dicendo di aver “letto tutte le carte”. Critiche anche al presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna, Paolo Bolognesi, reo – a suo dire – di utilizzare “l’associazione delle vittime, a cui va la nostra totale solidarietà, come fosse un partito politico, per l’esattezza il Partito Democratico, non a caso è stato deputato…”. Dalla rassegna stampa di questa mattina è scattato un turbinio di commenti, di note stampa, di richieste di intervento della premier.
BOLOGNESI ALLA DIRE: SI VUOLE CHE CONTRARIO DELLA VERITÀ SIA VERITÀ
“Hanno la loro verità alternativa che però non riescono a concretizzare, e allora si ritirano fuori robe vecchie, smentite. Ma che livello è? Evidentemente non sanno di cosa stanno parlando”. E che succeda due giorni dopo le cerimonie del 2 agosto, “è assurdo: una situazione davvero incredibile”. Il 2 agosto è passato, lo scontro politico invece continua: a ieri Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei parenti delle vittime della strage alla stazione di Bologna, contava gli attestati di solidarietà dopo lo ‘scontro’ con la premier Giorgia Meloni. E si fermava lì, senza voglia di alimentare il braccio di ferro a distanza sulla matrice fascista della strage. Poi oggi ha letto le parole del deputato di Fdi, Federico Mollicone, presidente della commissione Cultura. “Io per 15 minuti di intervento in piazza sono stato considerato un blasfemo, uno che ha detto bestemmie… Oggi- osserva Bolognesi parlando con la Dire- come va considerato un deputato che chiede al ministro della Giustizia di portare avanti le sue tesi” perché la verità piena sul 2 agosto ancora non ci sarebbe nonostante le sentenze dei Tribunali. “Andrebbero portate avanti delle elucubrazioni, mi pare davvero strano”. Bolognesi insiste e rivendica di aver letto a fondo le sentenze, e sentire riproporre l’esigenza di andare oltre, “la teoria politica che siano state scritte dai giudici per colpire la destra”, gli suona come il tentativo per fare in modo che “il contrario della verità venga messa a verità accertata nonostante 40 anni di sentenze”. E allora “vorrei sapere la premier con chi sta: è per la giustizia o per ritirare fuori delle cavolate?”
BONACCINI (PD): MELONI CACCI MOLLICONE O CONDIVIDE FRASI EVERSIVE
Stefano Bonaccini, presidente del Pd ed europarlamentare (ed ex presidente della Regione Emilia-Romagna), è netto: “Le parole di Federico Mollicone, parlamentare di FdI, sono di una gravità inaudita. A fronte di sentenze passate in giudicato, che hanno inequivocabilmente individuato la matrice fascista della strage della stazione di Bologna, Mollicone ribalta la storia e sovverte i fatti, denunciando pubblicamente gli stessi atti della magistratura. Davanti a questo ennesimo tentativo di riscrivere la storia contro tutto e tutti, non spetta più a noi smentirlo, ma direttamente a Giorgia Meloni”. “La presenza di Mollicone nell’Aula di Montecitorio è già in sé uno schiaffo alla dignità del Parlamento e la sua permanenza alla presidenza di una commissione autorevole come quella della Cultura e dell’istruzione della Camera è impossibile- sottolinea Bonaccini- Se Meloni non lo toglie da lì e non lo caccia dal suo partito significa che ne condivide le affermazioni eversive. Saremmo allora di fronte a un problema decisamente più grave”.
PRIOLO: MOLLICONE OFFENDE MEMORIA 85 VITTIME E 200 FERITI
Irene Priolo, presidente facente funzioni dell’Emilia-Romagna: “Con la sua intervista di oggi il deputato di Fdi Mollicone offende la memoria delle 85 vittime e dei 200 feriti del 2 Agosto 1980, la città di Bologna e tutta la comunità dell’Emilia-Romagna”. “Sia chiaro: la verità sancita dalle sentenze non si riscrive e la matrice neofascista di quella strage non si cancella- prosegue Priolo- Da 44 anni siamo al fianco dell’Associazione dei famigliari per chiedere e ottenere verità e giustizia su esecutori e mandanti, scontrandoci proprio contro quei tentativi di depistaggio e di insabbiamento che oggi Mollicone ripropone maldestramente. Le sue provocazioni, smentite da indagini e sentenze, rimarranno parola vuote come tutte quelle che si sono ripetute in questi 44 anni. Non solo: Mollicone è già stato anche smentito due giorni fa dal ministro dell’Interno dello stesso Governo che lui sostiene, per questo chiediamo alla Presidente Meloni di difendere la verità giudiziaria e prendere immediati provvedimenti nei confronti del deputato del suo partito. Come ho già detto durante la commemorazione di due giorni fa, sappiamo che ci sarà sempre qualcuno che proverà a capovolgere quando accaduto il 2 Agosto 1980, ma se ne facciano una ragione: non passeranno, la verità non si riscrive”.
FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)