“Questione di diritti umani”: così il Comitato Olimpico spiega perché non riconosce i test sul genere sessuali in relazione al caso Khelif
Il Cio “non riconosce i test dell’Iba sul genere sessuale, non è un procedimento lecito“. Il portavoce del Comitato Olimpico Internazionale, Mark Adams, tornando sulle polemiche che stanno investendo la pugile algerina Imane Khelif, ha sottolineato con decisione che questo tipo di analisi del Dna “sono condotte in modo arbitrario e nessuno ha intenzione di tornare a tempi in cui si facevano certi tipi di test- ha concluso Adams-. È una questione di diritti umani”.