Granchio blu: l’ex prefetto Caterino Commissario per l’emergenza


L’ex Prefetto di Rovigo e Ravenna, Enrico Caterino, è il nuovo commissario straordinario per l’emergenza granchio blu

commissario granchio blu

L’ex Prefetto di Rovigo e Ravenna, Enrico Caterino, è il nuovo commissario straordinario per l’emergenza granchio blu. La nomina è stata ufficializzata questa mattina nel corso di una conferenza stampa a palazzo Chigi alla presenza del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin e del ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.

CATERINO: “SONO SERVITORE STATO, CERCHERÒ DI RISPONDERE AD ASPETTATIVE”

Sono un servitore dello Stato. Cercherò di andare di andare incontro alle tante aspettative che si sono create su questa nomina. Il problema lo conosco perché sto in quella zona, al di là delle funzioni che ho esercitato a Rovigo e a Ravenna, vivo in quella zona, quindi conosco bene la problematica”. Lo ha detto Enrico Caterino, commissario straordinario per l’emergenza granchio blu, in conferenza stampa a palazzo Chigi.

In merito al granchio blu “nonostante tante università abbiano avviato gli studi, non c’è ancora una definizione ben precisa dei motivi della proliferazione e anche del possibile utilizzo a livello commerciale”. Ora “c’è una struttura” commissariale “da costituire e c’è un piano di intervento da elaborare. Logicamente dialogando, confrontandosi con il settore che è maggiormente in difficoltà in questo momento, quello ittico, con i centri di ricerca e di studio e cercando di trovare le soluzioni idonee per cercare di attenuare, per mitigare le difficoltà che in questo momento il settore ittico sta vivendo a causa di questa proliferazione“.

“Cercherò già di avviare incontri, anche sul territorio anche, per cercare anche di confrontarmi con coloro che maggiormente sono in questo momento in prima linea per quanto riguarda l’esposizione a questo fenomeno”.

LOLLOBRIGIDA: “ABBIAMO SCELTO UNA PERSONA DI ALTISSIMO PROFILO”

La scelta del commissario si mette in campo “quando è necessaria” perché “ripara” a una situazione in cui “la burocrazia ha tempistiche troppo lunghe” e invece “è necessario fare le cose rapidamente”, ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida.

Quest’ultimo, ha detto Lollobrigida, “è una persona di altissimo profilo, che è stato prefetto a Rovigo e a Ravenna, e ha operato in situazioni difficili come commissario di Torre Annunziata, Comune sciolto per mafia. È un uomo rispettato dal punto di vista istituzionale sul territorio, capace di affrontare situazioni difficili, dalla grande competenza. Come lui stesso si è definito è un servitore dello Stato”.

ZAIA: “NOMINA COMMISSARIO IMPORTANTE, ECCO COSA C’È DA FARE”

“Auguri di buon lavoro a Enrico Caterino”, nominato Commissario straordinario per il granchio blu: “La sua nomina, annunciata dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, rappresenta un passo importante nella gestione di questa emergenza che sta interessando il nostro territorio e le nostre attività di pesca. È necessario affrontare con forza il fenomeno del granchio blu, mettendo in campo azioni importanti e sinergiche. Dobbiamo agire con determinazione per contrastare la proliferazione di questa specie invasiva, che rappresenta ormai da molti mesi una minaccia significativa per il nostro ecosistema marino e per l’economia legata alla pesca. Le istituzioni a tutti i livelli devono collaborare strettamente, coordinando interventi mirati per la gestione e il contenimento del granchio”. Così il presidente del Veneto, Luca Zaia, sottolineando quanto sia “fondamentale prevedere misure concrete che includano la raccolta sistematica dei granchi blu, lo sviluppo di tecniche innovative per il loro controllo, e il monitoraggio costante delle aree più colpite”.

Inoltre, indica Zaia, “è necessario garantire un sostegno deciso alle imprese della pesca, fornendo strumenti finanziari adeguati e supporto logistico per affrontare le difficoltà causate dalla presenza di questa specie infestante. Solo attraverso uno sforzo collettivo e coordinato, sarà possibile mitigare l’impatto di questa emergenza e salvaguardare le nostre risorse ittiche e l’economia locale. La recente nomina del Commissario Caterino va certamente in questo senso”.

COLDIRETTI: “BENE COMMISSARIO, DANNI GIÀ OLTRE I 100 MLN”

Con i danni alle imprese ittiche italiane che hanno ormai superato i 100 milioni di euro è importante la nomina di un commissario per fronteggiare l’emergenza granchio blu e garantire le necessarie misure per salvare un settore cardine del Made in Italy. Lo ha sostenuto la Coldiretti Pesca in una nota.

“Con la nomina di Caterino è ora necessario snellire i tempi per liquidare le aziende con l’obiettivo di ripristinare una situazione di normalità e la ripresa dell’ attività produttiva dei nostri pescatori- ha dichiarato Ettore Prandini, presidente nazionale di Coldiretti a margine della presentazione della nomina- Chiediamo dunque un incontro subito con il nuovo commissario in accordo con Veneto ed Emilia Romagna”.

Proprio il Delta del Po è la zona dove la presenza del granchio blu sta causando i danni più ingenti, facendo strage di allevamenti di vongole e cozze ma anche telline, altri crostacei e piccoli pesci. A partire dalla primavera 2023 ed a tutt’oggi, spiega Coldiretti, sia nel versante veneto che in quello emiliano la produzione di vongole è stata praticamente azzerata, con il predatore in grado di frantumare letteralmente i gusci dopo averli tirati fuori dalla sabbia dei fondali. Devastati anche gli allevamenti di cozze, a partire dalla pregiata Scardovari Dop.

Nelle ultime settimane, inoltre, si sono aggiunti ulteriori elementi di difficoltà per il comparto: i granchi si riproducono in dimensioni più piccole, rendendo inutili le reti attuali e obbligando gli operatori a costosi investimenti in nuove attrezzature con reti a maglie adatte a protezione degli impianti delle vongole. Il surriscaldamento delle acque aggrava ulteriormente il problema. Una situazione che minaccia la sopravvivenza nella zona di oltre 2.000 famiglie, denuncia Coldiretti, con una gran parte dei dipendenti delle cooperative e dei consorzi che si trovano in cassa integrazione e con una difficoltà per gli addetti delle ditte individuali che non possono beneficiarne.

Ma in pericolo c’è l’intero settore dell’acquacoltura, che è uno dei fiori all’occhiello della pesca Made in Italy con un valore della produzione di circa mezzo miliardo di euro, dove la voce più pesante è rappresentata proprio dalle cozze, con le vongole al terzo, secondo l’analisi di Coldiretti, conclude Coldiretti. Ma cresce anche la produzione di ostriche che sta diventando un’eccellenza Made in Italy.