Metallurgia: gli infortuni denunciati in calo del 12,2%


Nel quinquennio 2018-2022 gli infortuni denunciati nel settore della metallurgia mostrano un andamento in calo secondo i dati Inail

fabrizio d'ascenzo inail giornalisti sanitari autorimessa

Nel quinquennio 2018-2022 gli infortuni denunciati nel settore della metallurgia mostrano un andamento in calo nel primo triennio, con una fortissima diminuzione del 25,9% tra il 2019 e il 2020 per effetto della pandemia, un incremento del 21,4% nel 2021 e un dato costante l’anno successivo. Dal confronto sul quinquennio emerge comunque un calo del 12,2%, dai 5.555 casi del 2018 ai 4.880 del 2022. Andamento replicato anche dagli infortuni mortali, per i quali si registrano 60 denunce totali nel periodo preso in considerazione.

Gli addetti sono più di 700mila distribuiti in oltre 73mila aziende. A rilevarlo è il periodico Dati Inail, curato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto, che dedica il suo nuovo numero all’analisi di questo comparto strategico per le economie industrializzate, che vede l’Italia al secondo posto in Europa per volume di produzione dopo la Germania. In base ai dati Istat relativi al 2022, la metallurgia nel nostro Paese dà lavoro a oltre 700mila addetti impiegati soprattutto nella fabbricazione di prodotti in metallo (82,6%), con il restante 17,4% occupato nella produzione di metalli e leghe. Le imprese sono più di 73mila, dislocate per la stragrande maggioranza al Nord (97,2%). Si tratta principalmente di microaziende: il 77,6%, infatti, ha meno di 10 addetti e il 19,5% tra 10 e 49.

In itinere quasi un decesso su quattro. Concentrando l’attenzione sugli infortuni riconosciuti dall’Istituto, il calo tra il 2018 e il 2022 è del 14,1%, essendo passati da 4.523 a 3.883, con un totale di 45 casi mortali. Il 92,4% è avvenuto in occasione di lavoro e solo il 7,6% in itinere. La quota degli incidenti occorsi nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro sale però al 24,4% se si prendono in considerazione solo i decessi. La quasi totalità degli infortuni (97%) riguarda lavoratori di sesso maschile, a conferma di un settore con una forte prevalenza di lavoratori rispetto alle lavoratrici. Le fasce di età più colpite sono quelle tra i 45 e i 49 anni (17,0%), tra i 50 e i 54 anni (15,0%), tra i 40 e i 44 anni (14,9%) e tra i 55-59 anni (11,4%). Per il triennio 2019-2021 l’incidenza infortunistica è di 23,27 infortuni indennizzati ogni mille addetti e il rapporto di gravità pari a 2,14 giornate perse per addetto, indici che mostrano una rischiosità molto più alta rispetto all’intero settore dell’industria manifatturiera, che registra rispettivamente 12,74 infortuni indennizzati e 1,26 giornate perse.

Dorsopatie e disturbi dei tessuti molli le patologie più diffuse. Il 40,5% delle 775 malattie professionali accertate nel quinquennio sono patologie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo, di cui la quasi totalità dorsopatie e disturbi dei tessuti molli, il 25,8% malattie dell’orecchio, il 15,2% tumori, il 9,4% patologie del sistema nervoso e l’8,0% malattie del sistema respiratorio. Le professioni più colpite sono quelle degli operatori di impianti per la trasformazione e lavorazione a caldo dei metalli (21,7%), dei fabbri ferrai costruttori di utensili (17,8%) e dei fonditori, saldatori e professioni assimilate (17,5%).

Il focus sulla fabbricazione dei prodotti in metallo. Dal focus dedicato agli infortuni in occasione di lavoro nella fabbricazione dei prodotti in metallo, che comprende la lavorazione dei metalli ferrosi e non ferrosi e delle loro leghe, particolarmente importanti per via del vasto impiego nella produzione di beni di consumo come elettrodomestici e veicoli o beni di investimento come costruzioni e macchinari, emerge che nel quinquennio 2018-2022 poco più della metà degli infortuni in occasione di lavoro accertati e codificati accade mentre il lavoratore sta manipolando o lavorando utensili e oggetti, mentre li afferra o li depone. Poco più del 40% di questi infortuni deriva dalla perdita totale o parziale del controllo e oltre un quarto da movimenti scoordinati del corpo senza sforzo fisico, gesti intempestivi o inopportuni. Per quanto riguarda i casi mortali, invece, meno di un decesso su quattro si verifica a seguito della perdita di controllo di una macchina o di un’attrezzatura di movimentazione e più di uno su sette per scivolamento o caduta del lavoratore.

L’evoluzione della tecnologia verso Dpi sempre più specifici. Analizzando la situazione dal punto di vista della salute e sicurezza sul lavoro, Dati Inail sottolinea l’evoluzione della tecnologia verso dispositivi di protezione individuale (Dpi) sempre più specifici e adattati alle esigenze di utilizzo, come testimonia il gran numero di norme tecniche relative a Dpi per la tutela dei lavoratori dai rischi presenti nelle lavorazioni dei metalli. Esistono, infatti, norme relative a Dpi per uso professionale da utilizzare in determinati processi, come le calzature per i rischi presenti nelle fonderie e nelle operazioni di saldatura, gli indumenti e gli equipaggiamenti di protezione degli occhi e del viso da impiegare durante fasi di saldatura e procedimenti connessi, i dispositivi di protezione delle vie respiratorie per le fasi di sabbiatura e gli indumenti per le operazioni di sabbiatura con abrasivi in grani.