Lo sciopero dei balneari è un mezzo flop: categoria spaccata


Ombrelloni chiusi in spiaggia: oggi lo sciopero dei balneari per due ore ma la categoria è spaccata sulle richieste al governo e sulle modalità della mobilitazione

Direttiva Bolkestein, interviene Assobalneari Italia: “Buono il risultato dell’estensione della concessione, ma c’è molto ancora da fare”

Spiagge deserte nella mattinata di oggi in Italia, dove i balneari hanno indetto uno sciopero di due ore, dalle 7.30 alle 9.30, per chiedere al governo risposte rapide sul futuro della regolamentazione e dell’assegnazione delle concessioni demaniali marittime. La protesta però, non è condivisa da tutte le sigle sindacali, e la categoria si spacca: se Sib-Confcommercio e Fiba-Confesercenti hanno deciso di mobilitarsi, Assobalneari, Federbalneari e Cna hanno deciso di non incrociare le braccia. Per chi sceglierà di andare in spiaggia, i bagnini saranno comunque presenti.

SCIOPERO IN ORDINE SPARSO IN RIVIERA, A RAVENNA CNA BOCCIA GOVERNO

Il “ritardo” del governo Meloni nel predisporre una riforma quadro delle concessioni demaniali marittime “appare oggi molto grave”. È rovente l’estate in spiaggia in Romagna con gli operatori alle prese con la scadenza delle concessioni e lo sciopero indetto negli stabilimenti per oggi. La protesta è a macchia di leopardo in Romagna, con maggiore partecipazione a nord, tra Ravenna e Cesenatico, e minore a sud, nel riminese, dove le associazioni Oasi balneari e Confartigianato imprese non aderiscono. Intanto Cna Ravenna accoglie come “assolutamente necessario e opportuno” l’incontro promosso dall’assessore regionale al Turismo Andrea Corsini per il prossimo 28 agosto. Infatti, sostiene l’associazione, “la crescente incertezza sul futuro delle concessioni necessita di immediate e non più procrastinabili risposte”. Nella categoria regna il “disorientamento” con conseguenti “blocco degli investimenti e impossibilità di progettare su tempi lunghi” che “stanno creando gravi problemi alle imprese e, più complessivamente, al mondo del turismo”, argomenta Cna Ravenna. Dunque, prosegue, “le imprese aspettano ancora gli atti normativi promessi” e la peggiore prospettiva “sarebbe andare ad evidenze pubbliche senza norme di quadro e con criteri differenti Comune per Comune”. Da qui il plauso al “lavoro comune” tra Regione, Comuni e rappresentanti delle imprese in Emilia-Romagna.

In caso di evidenze pubbliche, ribadisce da ultimo l’associazione artigiana, è “indispensabile una rapida definizione di criteri validi per il riconoscimento degli indennizzi, quantitativi e qualitativi, anche connessi al valore commerciale delle imprese, riconoscendo il positivo ruolo economico, sociale, lavorativo ed ambientale svolto dalle imprese balneari romagnole”.

AZIENDE ASSOBALNEARI E BASE BALNEARE CON DONNEDAMARE NON SCIOPERANO

“Riconoscere la mappatura del governo per garantire vantaggi a consumatori, imprese e indotto”. Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari e Bettina Bolla, presidente di La Base Balneare con Donnedamare, lo dicono commentando lo ‘sciopero degli ombrelloni’. “Non è giusto penalizzare migliaia di consumatori che hanno scelto gli stabilimenti balneari italiani per le loro vacanze, riconoscendone qualità e funzionalità. Per questo migliaia di aziende associate ad Assobalneari e La Base Balneare con Donnedamare, rappresentanti buona parte degli operatori balneari italiani, si asterranno dallo sciopero convocato da alcune sigle sindacali per venerdì 9 agosto”, dichiarano Licordari e Bolla.

Secondo i due presidenti, “la via maestra per individuare una soluzione in grado di mettere ordine nel settore resta quella di sostenere la validità della mappatura fatta dal governo italiano, difendendola da attacchi immotivati e ideologici da parte, in particolare, del Capo Unità della Direzione Mercato Interno della Commissione UE, Salvatore D’Acunto”. Applicare in maniera arbitraria le direttive europee, infatti, “crea in Italia solamente danni a imprese e consumatori, come avvenuto di recente a Jesolo dove il prezzo medio degli ombrelloni è cresciuto del 50%. Inoltre, è notizia di questa settimana che il più grande gruppo italiano di forniture di attrezzature per gli stabilimenti balneari ha annunciato la cassa d’integrazione per 50 dipendenti a fronte di un calo del fatturato del 25%”. Difendere la mappatura “rimane l’unico modo possibile per la corretta applicazione della Direttiva per generare nuove imprese, assicurare una sempre maggiore concorrenza, garantire maggiore benessere economico, creare occupazione, soddisfare i consumatori e supportare l’intero indotto”, concludono da Assobalneari e La Base Balneare con Donnedamare.