Nei pazienti con dermatite atopica da moderata a grave il mantenimento della risposta utilizzando abrocitinib alla dose ridotta di 100 mg può essere fattibile
Nei pazienti con dermatite atopica da moderata a grave il mantenimento della risposta utilizzando abrocitinib alla dose ridotta di 100 mg può essere fattibile con una minore gravità della malattia al basale e una forte risposta al trattamento di induzione con abrocitinib 200 mg, secondo i risultati di una analisi post hoc dello studio JADE REGIMEN pubblicata sul Journal of the European Academy of Dermatology and Venereology.
I pazienti con dermatite atopica da moderata a grave potrebbero aver bisogno di una terapia continua per tenere sotto controllo la malattia e ridurre al minimo le riacutizzazioni. Un pratica importante quando si utilizza un trattamento a lungo termine prevede l’utilizzo della dose più bassa possibile del farmaco per mantenere l’efficacia riducendo al contempo il rischio di eventi avversi. Inoltre la possibilità di utilizzare un dosaggio flessibile è necessaria per trattare i pazienti in base al decorso individuale della malattia, hanno premesso gli autori dello studio guidati da Jacob Thyssen del Bispebjerg Hospital, University of Copenhagen, Danimarca.
Abrocitinib è un inibitore orale selettivo della Janus chinasi (JAK) 1, da assumere una volta al giorno, approvato per il trattamento di adulti e adolescenti con dermatite atopica da moderata a grave. Lo studio di fase III JADE REGIMEN ha valutato il mantenimento della risposta con abrocitinib proseguendo la terapia con il dosaggio da 200 mg, oppure con la dose ridotta da 100 mg o sospendendo il farmaco e passando al placebo dopo la fase di induzione di 12 settimane con la dose da 200 mg.
Abrocitinib 200 mg ha fornito una maggiore probabilità di assenza di riacutizzazioni durante il periodo di mantenimento di 40 settimane rispetto ai 100 mg (81% vs 57%), ma è stato associato a una maggiore incidenza di effetti collaterali (63% vs 54%). Dei pazienti con riacutizzazione nei gruppi abrocitinib 200 o 100 mg durante il periodo di mantenimento, la maggior parte ha ripreso le risposte dopo 12 settimane di rescue therapy con abrocitinib 200 mg più terapia topica (200 mg 55%, 100 mg 74%).
Analisi post hoc dello studio JADE REGIMEN
Dal momento che prevedere il rischio di riacutizzazione utilizzando le caratteristiche basali della malattia o la risposta precoce al trattamento può essere utile nella scelta della terapia di mantenimento appropriata, questa analisi post hoc del trial JADE REGIMEN aveva l’obiettivo di:
- identificare i predittori di non riacutizzazione nei pazienti che soddisfacevano i criteri di risposta alla settimana 12 e che erano stati assegnati in modo casuale a ricevere una o l’altra dose durante il periodo di mantenimento, in base alle caratteristiche demografiche e della malattia e alla profondità della risposta all’induzione
- combinare fattori predittivi significativi in un nomogramma per aiutare a identificare i candidati idonei a un dosaggio inferiore di abrocitinib come terapia di mantenimento (terapia step-down) riservando la dose più elevata all’utilizzo come rescue therapy.
Sono stati analizzati i dati dei pazienti che hanno risposto alla terapia di induzione con abrocitinib 200 mg (12 settimane) e sono stati assegnati in modo casuale a ricevere abrocitinib (200 mg o 100 mg) o placebo nel periodo di mantenimento di 40 settimane.
Mantenimento con dose ridotta con malattia meno grave e forte risposta all’induzione
L’analisi ha identificato come fattori predittori di non riacutizzazione con abrocitinib una percentuale inferiore di superficie corporea interessata dalla malattia (BSA) al basale (p=0,09), l’assenza di una precedente esposizione ad agenti sistemici (p=0,02) e una maggiore variazione percentuale dell’Eczema Area and Severity Index (EASI) nelle prime 12 settimane (p<0,001).
In entrambi i bracci abrocitinib la variazione percentuale dell’EASI dal basale alla fine dell’induzione (settimana 12) è stata il fattore principale che ha contribuito alla probabilità di non riacutizzazione nel periodo di mantenimento.
Questi risultati suggeriscono che i pazienti all’estremità moderata dello spettro di gravità della dermatite atopica e con un’eccellente risposta all’induzione potrebbero essere candidati per la terapia step-down, come conseguenza di probabilità simili di non riacutizzazione nel periodo di mantenimento con entrambe le dosi di abrocitinib. Al contrario, indipendentemente dalla risposta all’induzione, i pazienti con malattia grave potrebbero essere candidati per la prosecuzione della terapia con la dose da 200 mg dato che la probabilità di non riacutizzazione verrebbe notevolmente ridotta con una dose ridotta o con la sospensione del farmaco.
La reintroduzione di abrocitinib 200 mg più terapia topica (12 settimane) ha ripristinato le risposte EASI 75 e IGA 0/1 in oltre il 58% dei pazienti che sono andati incontro a una riacutizzazione con abrocitinib 100 mg, dimostrando che si tratta un approccio di salvataggio accettabile se la riacutizzazione si è verificata con un trattamento graduale.
«Nel complesso questi risultati suggeriscono che, insieme alla valutazione dei fattori di rischio di eventi avversi, la gravità della malattia basale e la risposta a una breve esposizione iniziale ad abrocitinib 200 mg possono informare i medici durante il processo di selezione della dose per la terapia di mantenimento a lungo termine» hanno concluso gli autori. «Il mantenimento della risposta utilizzando abrocitinib alla dose ridotta di 100 mg può essere fattibile per i soggetti con una gravità della malattia al basale inferiore e una forte risposta al trattamento di induzione con abrocitinib 200 mg».
Referenze
Thyssen JP et al. Optimizing maintenance therapy in responders to abrocitinib induction: A post hoc analysis of JADE REGIMEN. J Eur Acad Dermatol Venereol. 2024 May 16.