La vaccinazione contro il papillomavirus umano (HPV), sembra garantire un effetto protettivo contro i tumori correlati al virus, come quello orofaringeo e ovarico
La vaccinazione contro il papillomavirus umano (HPV), sembra garantire un effetto protettivo contro i tumori correlati al virus, come quello orofaringeo e ovarico, nelle donne e negli uomini fino all’età di 40 anni. Lo rivelano i risultati di un’analisi retrospettiva presentati durante il meeting annuale dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO), a Chicago.
I risultati mostrano che i tassi per tutti i tumori correlati all’HPV e per il cancro della cervice sono stati significativamente più bassi (odds ratio [OR] 0,73; IC al 95% 0,57-0,94; P < 0,05 e OR 0,46; IC al 95% 0,29-0,72; P < 0,05) nelle donne vaccinate rispetto alle quelle non vaccinate. Le differenze fra i due gruppi per quanto riguarda i tassi di cancro vulvare/vaginale (OR 1,7; IC al 95% 0,81-3,4) e di cancro della testa e del collo (OR 0,67; IC al 95% 0,42-1,08) non hanno raggiunto la significatività statistica. In particolare, i dati relativi al cancro anale non erano sufficienti per l’analisi.
Anche nei pazienti maschi sono stati osservati tassi significativamente più bassi per i vaccinati rispetto ai non vaccinati per tutti i tumori correlati all’HPV (OR 0,46; IC al 95% 0,29-0,72; P < 0,001) e per i tumori della testa e del collo (OR 0,44; IC al 95% 0,26-0,73; P < 0,001). I dati, tuttavia, non erano sufficienti per analizzare i tassi dei tumori del pene e dell’ano.
«Il nostro studio ha dimostrato che i pazienti di età inferiore ai 40 anni che sono stati vaccinati per l’HPV potrebbero avere tassi più bassi di tumori tipicamente causati dall’HPV, tra cui il cancro orofaringeo e il cancro del collo dell’utero», ha dichiarato Jefferson DeKloe, della Thomas Jefferson University di Philadelphia, in Pennsylvania, in conferenza stampa.
Tumori HPV-correlati
L’HPV è noto per causare tumori dell’orofaringe, del collo dell’utero e delle regioni anali e genitali. I vaccini contro l’HPV hanno dimostrato la capacità di prevenire l’infezione e sono raccomandati per i maschi e le femmine tra i 9 e i 26 anni di età negli Stati Uniti, mentre in Italia è la vaccinazione contro l’HIV è raccomandata e gratuita per ragazze e ragazzi a partire dagli 11 anni di età.
Inoltre, possono ricevere questo vaccino anche le persone fino a 45 anni. Tuttavia, i tassi di vaccinazione contro l’HPV negli Stati Uniti sono inferiori rispetto a quelli di altre malattie trasmissibili, ha detto DeKloe.
Analisi retrospettiva
Per studiare ulteriormente i tassi di insorgenza dei tumori correlati all’HPV nei soggetti vaccinati e non vaccinati, gli autori hanno condotto un’analisi retrospettiva utilizzando i dati del TriNetX Database’s US Collaborative Network, includendo informazioni provenienti da cartelle cliniche elettroniche anonimizzate di 90 milioni di pazienti di 63 organizzazioni sanitarie statunitensi.
I partecipanti avevano un’età compresa tra 9 e 39 anni e sono stati suddivisi in due coorti. La prima comprendeva i pazienti che avevano ricevuto un vaccino contro l’HPV tra il 2010 e il 2023, mentre la seconda consisteva in pazienti a cui nello stesso periodo era stato somministrato un vaccino diverso dall’anti-HPV. In ciascuna coorte sono stati poi identificati i pazienti con diagnosi di tumore della testa e del collo, tumore del collo dell’utero, tumore anale, tumore del pene e tumore vulvare/vaginale.
L’intera coorte di pazienti vaccinati con l’anti-HPV comprendeva 760.540 maschi e 945.999 femmine, mentre la coorte dei non vaccinati per l’HPV comprendeva 760.539 maschi e 945.943 femmine. I pazienti delle due coorti sono stati abbinati per età, razza/etnia e indice di massa corporea (BMI) e gli autori hanno esaminato gli esiti del tumore fino ad almeno 5 anni dopo la vaccinazione.
Analizzato il legame fra storia di vaccinazione e displasia cervicale
DeKloe e i colleghi hanno analizzato anche la correlazione fra storia di vaccinazione e displasia cervicale. A tale scopo, hanno identificato pazienti di età compresa tra i 21 e i 39 anni che si erano sottoposte al pap-test, escludendo quelle con una precedente storia di risultati anomali. Alla fine, entrambe le coorti, quella vaccinata e quella non vaccinata contro l’HPV, erano composte da 41.676 donne ciascuna. Dopo aver effettuato il matching per età, razza/etnia e BMI, gli autori hanno esaminato i tassi di displasia, carcinoma in situ, procedura di escissione elettrochirurgica ad anello (LEEP) e conizzazione.
Non è stata osservata una differenza statisticamente significativa tra le pazienti vaccinate e quelle non vaccinate contro l’HPV per quanto riguarda la presenza di cellule squamose atipiche di significato indeterminato (OR 0,90; IC al 95% 0,77-1,04) e di lesioni intraepiteliali squamose di basso grado (OR 0,87; IC al 95% 0,75-1,01) al pap-test.
Al contrario, sono state osservate differenze statisticamente significative per i tassi delle lesioni squamose intraepiteliali di alto grado (OR 0,44; 95% IC 0,30-0,65; P < 0,0001), di carcinoma in situ (OR 0,42; 95% IC 0,25-0,72; P < 0,0001), di risultati anomali del pap-test (OR 0,87; IC al 95% 0,79-0,95; P < 0,01) e di conizzazione/LEEP (OR 0,45; IC al 95% 0,28-0,71; P < 0,0001) per le pazienti vaccinate contro l’HPV rispetto a quelle non vaccinate.
Bibliografia
J. DeKloe, et al. Effects of HPV vaccination on the development of HPV-related cancers: a retrospective analysis of a United States-based cohort. J Clin Oncol. 2024;42(suppl 16)10507; doi:10.1200/JCO.2024.42.16_suppl.10507. leggi