Convalidato il fermo per un 25enne marocchino accusato di violenza sessuale aggravata su una 14enne. A Genova è una 16enne a denunciare un ragazzo
Dalle Marche alla Liguria, una serata iniziata per divertirsi sul lungomare o in un locale finisce in un incubo per due ragazzine. Una trama che si ripete in una notte d’agosto.
CIVITANOVA MARCHE
Il fermo è stato convalidato oggi, con l’accusa di violenza sessuale aggravata, per un ragazzo di 25 anni, marocchino senza fissa dimora e con vari precedenti per reati legati alle sostanze stupefacenti. Sarebbe il responsabile dello stupro di una 14enne avvenuto nella notte tra il 7 e l’8 agosto, nella cittadina costiera in provincia di Macerata. Non solo: la ragazzina prima era stata drogata dal suo orco che poi, per costringerla ad avere rapporti sessuali, l’ha presa a pugni e minacciata di morte. La vittima, di Ancona, era arrivata lo scorso week end a Civitanova Marche con una sua amica di 16 anni, per fare serata nei locali del lungomare Piermanni. Ma la notte è finita nell’ospedale di Civitanova Alta, dove è arrivata sotto choc dopo le 2 nella notte e da cui è stato attivato il codice rosa.
L’INCONTRO, L’OFFERTA DI COCAINA E ALCOL. POI LA VIOLENZA
Le due minorenni erano attese a un’ora concordata con il nonno della 14enne che le aspettava inconsapevole in auto, per riportarle a casa, mentre avvenivano le violenze. Le ragazzine infatti dopo essere uscite dal locale, si erano appartate in un’area verde di fronte al lungomare Piermanni e lì sono state avvicinate dal venticinquenne nordafricano, insieme ad un suo connazionale, e ha offerto loro cocaina. Poi, a piedi, hanno raggiunto un bar nel quartiere di San Marone, dove hanno bevuto alcolici, e nelle vicinanze sarebbe avvenuta la violenza sessuale, tra l’oratorio salesiano e la pista ciclabile del Castellaro, quando la quattordicenne era rimasta da sola con il marocchino. La sua amica sedicenne infatti si sarebbe allontanata con l’altro ragazzo di qualche decina di metri. Giunti in un angolo buio del boschetto, l’uomo avrebbe preteso una prestazione sessuale come pagamento della droga offerta alla minore. La 14enne ha cercato invano di allontanarsi, e l’aguzzino per tutta risposta l’avrebbe colpita con dei pugni al corpo, bloccandola al suolo e minacciandola di morte, costringendola, così, a subire un atto sessuale completo. Una volta avvenuta la violenza, le due giovani amiche si sono sentite al cellulare e poi si sono ricongiunte lungo la statale adriatica.
Il 25enne, portato al carcere di Pesaro, è stato intanto ascoltato dai magistrati: avrebbe raccontato “un’altra verità”, secondo il suo legale, Domenico Biasco, per cui sarebbero emerse “profonde discrasie” rispetto alla versione delle ragazzine. Davanti al gip, Giovanni Maria Manzoni, il 25enne ha infatti negato la violenza sessuale. Ma il giudice non sembra essere stato convinto e ha di fatto convalidato il fermo.
GENOVA: A 16 ANNI LO INVITA A VEDERE UN FILM A CASA, MA INIZIA L’INCUBO
Esce con le amiche in un locale del centro cittadino, dove conosce un giovane. Tra i due sembra scattare un’intesa e la ragazza, una studentessa genovese di appena 16, ingenuamente lo invita a salire in casa per vedere un film. Inizia così per lei un incubo, perché l’ospite la costringe a subire abusi sessuali. La giovane si è presentata poi in stato di choc venerdì mattina al pronto soccorso dell’ospedale Galliera, accompagnata dalla madre. Ha raccontato ai medici l’accaduto e il personale sanitario ha avvisato la polizia che ha avviato le indagini per ricostruire l’avvenuto. La ragazza, sconvolta, non è stata ancora interrogata.
Con gli inquirenti ha parlato la madre che ha confermato la versione presentata ai medici dalla figlia. Ha raccontato di essere uscita con le amiche nel pomeriggio e di aver conosciuto un giovane – di cui non è stata in grado di fornire età precisa e nome. Lo ha poi invitato nella propria abitazione, approfittando dell’assenza dei genitori. Ma invece di vedere il film previsto, il ragazzo avrebbe abusato di lei per poi andarsene. Una volta rientrati i genitori, la vittima ha riferito loro l’accaduto. I familiari l’hanno quindi accompagnata all’ospedale Galliera dove è attivo il centro punto di riferimento per le donne vittime di violenze. Gli esami hanno fornito un riscontro alla dinamica riferita dalla studentessa ed è quindi scattata un’indagine. La squadra mobile è infine al lavoro per risalire all’identità del ragazzo e il caso viene seguito con il protocollo “codice rosso”.
FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT).