L’intervista di Musk a Trump inizia due ore dopo e solo in versione audio a causa di un ‘attacco informatico’. Poi chiacchiere a tutto campo tra i due magnati
La partenza non è stata delle migliori: l’evento social sulla piattaforma X con protagonisti Elon Musk e Donald Trump inizia con due ore di ritardo, solo in versione “audio” e con accessi limitati. È il ‘padrone di casa’ a spiegare le cause: guai tecnici frutto di un attacco informatico. “Sembra che ci sia un massiccio attacco Ddos su X“, ovvero il sito è stato tempestato- pare volutamente- di richieste in modo da saturare le possibilità di accesso e mandarlo in tilt . Ci si è dovuti così accontentare di limitare la trasmissione in versione audio e renderla poi pubblica a tutti in un secondo momento.
Musk passa quindi dal problema tecnico a quello politico: l’attacco per il miliardario certificherebbe “quanta contrarietà c’è nel far sentire alla gente cosa il presidente Trump ha da dire”.
DUE ORE DI CHIACCHIERE: COSA SI SONO DETTI I DUE MAGNATI
L’intervista quindi è iniziata intorno alle 2.40- ora italiana- e finito alle 4.45 di questa mattina: due ore di chiacchiere ad ampio raggio, con battute e complimenti reciprochi e domande soft. Il Tycoon ha ripercorso i suoi slogan e cavalli di battaglia. Sulla politica estera non si è detto convinto che ci sia a breve un attacco dell’Iran a Israele, ha ribadito la stima per il presidente cinese Xi Jinping e quello russo Vladimir Putin e la volontà di andarci “d’accordo” e ha persino fatto i complimenti al presidente del Venezuela Nicolas Maduro per avere “abbattuto il crimine del 72 per cento” nel suo Paese.
Sulla politica interna è tornato su un suo cavallo di battaglia, l’attacco all’immigrazione irregolare, promettendo “la più grande deportazione nella storia degli Stati Uniti”. Si è scagliato contro l’“invasione” di migranti: “Venti milioni sono entrati negli Stati Uniti, arrivati da carceri e manicomi di tutto il mondo”. Ha poi proposto di abolire il Dipartimento dell’Istruzione.
Attacchi immancabili alla sua avversaria, Kamala Harris, l’ha definita “incompetente” e candidata di “terzo grado”, “estremista di sinistra che porterebbe alla rovina il Paese”. Altro bersaglio il sistema giudiziario, definito “malato”, Trump ha accusato la procura di New York di averlo perseguitato.
CAMBIO DI “PROGRAMMA” PER TRUMP, I VEICOLI ELETTRICI SONO OK
Rivolto al suo ‘intervistatore’ gli ha rivolto un plauso per i veicoli elettrici prodotti da Musk con Tesla, cambiando l’orientamento passato in cui si è sempre detto contrario la transizione ecologica e a favore delle auto a combustione chimica. Ha poi invitato il patron di X e Tesla ha unirsi alla sua prossima amministrazione per ridurre gli sprechi. “Sei il più grande tagliatore di teste”, gli ha detto, riferendosi al licenziamento di 6 mila dipendenti di Twitter, al momento dell’acquisizione.
MUSK CONTRO L’UE: “PROVA A CENSURARMI”
Anche il magnate ha detto la sua, innescando una polemica diretta con l’Europa. Musk ha rivelato infatti di aver ricevuto, prima dell’appuntamento con Trump su X, una lettera dal commissario Ue al mercato interno, Therry Breton, che lo ha invitato alla moderazione del contenuto dell’intervista al candidato, “nel rispetto della nuova legislazione europea sui servizi digitali in termini di controllo e rimozione di contenuti problematici o illeciti”. Diversamente, il commissario europeo ha avvisato che avrebbe “utilizzato tutti gli strumenti a disposizione, comprese misure temporanee, per proteggere i cittadini europei”. Per Musk la lettera altro non è che ha “un tentativo di censura”. Trump gli è andato dietro rilanciando l’attacco all’Unione Europea che “si prende indebitamente vantaggio degli Usa nel commercio”. E ancora, dito puntato contro gli alleati nella Nato che “non pagherebbero abbastanza e si approfitterebbero dell’impegno Usa a difenderli”.