Spondiloartrite assiale all’esordio: approccio T2T per ottenere remissione


Spondiloartite assiale: studio prospettico ha valutato l’efficacia di un approccio T2T basato sul controllo stretto di pazienti con malattia all’esordio

Spondiloartrite assiale: l'indice BASMI consente di ottenere una stima moderatamente accurata dell'attività di malattia e della risposta alla terapia

Gli interventi terapeutici precoci nelle malattie reumatiche infiammatorie si sono dimostrati efficaci nell’indurre una remissione senza farmaci e l’EULAR, a tal riguardo, raccomanda un intervento precoce nell’artrite, dal momento che i DMARDcs si sono dimostrati in grado di rallentare la progressione della malattia sia nell’artrite reumatoide che nell’artrite psoriasica.

Anche se gli interventi terapeutici precoci si sono dimostrati efficaci nell’indurre una remissione senza farmaci in altre malattie reumatiche infiammatorie, tali studi rimangono difficili da condurre nella spondiloartrite assiale (axSpA), che si manifesta con un dolore infiammatorio alla schiena a insorgenza insidiosa. Di conseguenza, viene spesso diagnosticata tardivamente e solo di recente è stata pubblicata una definizione consensuale di malattia precoce.

Si è parlato anche di questo nel corso del congresso EULAR 2024, dove sono stati presentati i risultati di uno studio prospettico che ha valutato l’efficacia di un approccio T2T basato sul controllo stretto di pazienti affetti da axSpA neo-diagnosticata e naïve al trattamento, in linea con le raccomandazioni ASAS-EULAR sulla gestione della malattia.

Disegno dello studio
I pazienti sono stati trattati con due FANS diversi a dosi ottimali per un periodo di almeno 4 settimane; in caso di mancato raggiungimento di un miglioramento clinicamente importante, questi pazienti erano avviati a trattamento monoterapico con golimumab.

I pazienti sono stati seguiti fino al raggiungimento di una remissione clinica sostenuta – definita come stato di malattia inattivo ASDAS-CRP nel corso di due visite consecutive a distanza tra di loro di almeno 12 settimane – o alla fine dello studio. Dopo il raggiungimento della remissione clinica sostenuta, il trattamento è stato interrotto e i partecipanti dello studio sono stati seguiti nella pratica clinica di routine per valutare la possibilità di mantenere la remissione senza farmaci.

Risultati principali
Su un totale di 55 pazienti che avevano completato lo studio, il 61,8% ha raggiunto una remissione clinica sostenuta, mentre il 21,8% ha raggiunto uno stato di ridotta attività di malattia a 52 settimane.

Lo studio in questione, hanno spiegato i ricercatori, rappresenta il primo studio clinico nella AxSpA precoce nel corso del quale sia stato raggiunto uno stato di inattività sostenuta in oltre il 60% dei pazienti.
Dai risultati dell’analisi univariata è emerso che solo il sesso di appartenenza e il punteggio BASDAI al basale erano significativamente differenti tra coloro che avevano raggiunto o meno la remissione clinica sostenuta.

Un’ulteriore analisi multivariata ha rivelato che l’appartenenza al sesso maschile, l’astinenza dal fumo e un punteggio BASDAI più basso erano predittori di remissione.

Considerando i pazienti che avevano raggiunto la remissione clinica sostenuta ed avevano interrotto il trattamento, l’84,8% di questi è andato incontro a recidiva di malattia entro 1 anno. Questo è accaduto per tutti i pazienti che avevano raggiunto lo stato di remissione con il trattamento con FANS, e il tempo mediano alla recidiva è stato di 61 giorni – mentre nel gruppo golimumab è stato di 155 giorni e il 18,2% dei pazienti è rimasto in remissione senza farmaci per oltre 3 anni di follow-up.

Pertanto, hanno concluso i ricercatori, l’approccio “treat to target” è in grado di indurre alti tassi di inattività nella axSpA precoce, anche se resta ancora sfidante l’induzione dello stato di remissione libera da farmaci nell’axSpA.

Bibliografia
Łukasik Z, et al. Treat-to-target approach allows to induce sustained clinical remission in over 60% of patients with early axial spondyloarthritis. Presented at EULAR 2024; OP0132. Ann Rheum Dis 2024; DOI: 10.1136/annrheumdis-2024-eular.5127.