GenAI vs umani: chi vince sui social? Rispondono i marketer


Una nuova indagine di Capterra sull’utilizzo di GenAI nella creazione di contenuti social da parte dei marketer delle aziende italiane

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Dall’indagine GenAI for Social Content 2024 di Capterra, condotta su oltre 1.600 marketer in tutto il mondo, emerge un sostanziale entusiasmo delle aziende per il potenziale della GenAI per migliorare la produttività e ridurre i tempi di creazione di contenuti. Tuttavia, vi è anche una notevole preoccupazione per i rischi di diffusione di informazioni errate attraverso i contenuti generati dall’AI.
Se mentre fate scrolling sui social media non sapete più distinguere quali contenuti sono umani e quali sono stati creati dall’AI, è perché questi ultimi sono in aumento. Concentrandoci sui dati italiani, risulta che 4 intervistati su 10 che si occupano di contenuti nel loro lavoro affermano che almeno il 50% di ciò che viene pubblicato sui social media dalla propria azienda è creato da GenAI.
E non solo: il 78% degli intervistati italiani prevede che la propria azienda aumenterà le spese per strumenti di GenAI nei prossimi 18 mesi. Ad oggi, il 40% dei marketer italiani dichiara di utilizzare strumenti di AI generativa per creare contenuti per i social media aziendali più volte alla settimana; il 30% arriva ad utilizzarli anche su base giornaliera.
Le principali piattaforme social per le quali viene utilizzata l’AI per creare contenuti social sono Instagram (73%), Facebook (68%), e YouTube (50%) e gli scopi principali sono per la creazione di copy (73%), per la creazione di immagini (71%), per la creazione di video (55%).
Più di un intervistato italiano su due ritiene che con l’aiuto dell’AI generativa per la creazione di contenuti è possibile risparmiare una quantità di tempo notevole. Ma oltre a risparmiare tempo, si ottengono anche risultati positivi: per il 53% dei marketer i contenuti pubblicati sui social media prodotti dall’AI generativa hanno un rendimento migliore rispetto a quelli creati esclusivamente da esseri umani.
Nonostante ciò, non mancano le preoccupazioni. Il 42% dei rispondenti è “moderatamente preoccupato” o più, per il potenziale danneggiamento di cui potrebbe soffrire la propria azienda a causa della diffusione di informazioni errate generate dell’AI per creare contenuti per social media. Secondo la Dott.ssa Gentili, social media marketing expert intervistata per commentare questi dati, “Non è solo importante capire bene come funzionano queste tecnologie, ma anche far validare ciò che generano da persone competenti, viceversa il fail è dietro l’angolo”.
Dal rischio a cui le aziende potrebbero esporsi, deriva la necessità di implementare linee guida e precauzioni per l’uso di strumenti AI. L’anno scorso, nello studio condotto da Capterra sull’utilizzo dell’AI generativa nelle aziende era emerso che solo il 50% dei dipendenti che usa apertamente i sistemi di GenAI dichiara che la propria azienda ha già implementato regolamentazioni o linee guida per l’utilizzo di queste tecnologie sul lavoro.
I dati del 2024 riflettono come le aziende si stiano muovendo velocemente per stabilire delle regole: quest’anno il 74% afferma che la propria azienda ha stabilito delle regolamentazioni per l’uso di AI generativa. Questa corsa all’implementazione di regole potrebbe in parte essere il risultato delle leggi emergenti sull’uso dell’intelligenza artificiale, come l’AI Act, e delle dichiarazioni di società come Meta, che ha deciso di aiutare gli utenti ad identificare più facilmente i contenuti AI con apposite etichette sui social media. Chiedendo agli intervistati se la loro azienda indica che un contenuto è stato creato con AI quando pubblicano sui social media, il 35% ha risposto che lo indica “sì, sempre”, il 41% “sì, qualche volta”, e il 21% non lo indica.
Per ulteriori risultati dettagliati, analisi di esperti e raccomandazioni, potete accedere al report completo su Capterra.