Olimpidi 2024: uno dei giudici che ha eliminato Irma Testa nella bufera per corruzione


Olimpiadi 2024: Alisher Altayev, e un altro giudice kazako, cacciati da Parigi prima degli incontri per le medaglie perché “ad alto rischio di corruzione”

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Uno dei giudici che hanno eliminato Irma Testa dalle Olimpiadi è stato cacciato dai Giochi a torneo in corso per “alto rischio di corruzione”. Lo ha rivelato il Times. Alisher Altayev e Yermek Suiyenish, due giudici di pugilato del Kazakistan sono stati rimossi dalla squadra di arbitri a metà delle competizioni, prima degli incontri che assegnavano le medaglie. Uno dei due, Altayev, era al tavolo nella controversa (è dire poco) sconfitta della campionessa italiana. Il verdetto ai punti a favore di Zinchun Xu, dopo che l’azzurra aveva vinto due delle tre riprese, aveva fatto molto discutere. “È sbagliato il metro di valutazione. Penso che non c’è stata malafede, ma che il livello degli arbitri alle Olimpiadi sia basso”, aveva commentato Testa, con dignità.

Secondo il Times è stato identificato come ad “alto rischio di corruzione” dal professor Richard McLaren, l’uomo che ha denunciato il doping di Stato in Russia, ed è stato poi allontanato dall’International Boxing Association, la federazione filo-putiniana bandita dal Cio che ha scatenato un putiferio sulla presunta mascolinità di Khelif.

L’altro giudice rimosso è Suiyenish, che ha giudicato 21 incontri fino al 4 agosto, inclusa la “strana” sconfitta di Daina Moorehouse contro la francese Wassila Lkhadiri agli ottavi di finale.

Non sarebbe la prima volta. Ed è uno dei motivi per cui il pugilato potrebbe sparire dal menù degli sport olimpici già a Los Angeles. C’è – clamoroso – il precedente di Clemente Russo. Da sette a dieci incontri di boxe ai Giochi Olimpici di Rio 2016 furono “manipolati” dai giudici, ha sancito anni dopo l’indagine condotta dallo stesso professor Richard McLaren. Tra questi anche il match del pugile campano. Il Comitato Olimpico Internazionale aveva già chiarito che qualcosa con gli arbitri della boxe era andato storto, e aveva bocciato – in pratica sconfessato – il lavoro di tutto il pacchetto-giudici di quei Giochi non riconfermandone nessuno per Tokyo 2020, in blocco.

“Certo che avevo ragione – il commento all’epoca di Russo – Non sono mica un ragazzino che scende dal ring piagnucolando perché gli hanno rubato il match. Ero sicuro di quello che dicevo. Sentivo i miei cazzotti quando arrivavano. I suoi invece non li sentivo. Ma tanto mica mi ridaranno le medaglie perse”.