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Interstiziopatia associata a sclerosi sistemica predetta da anticorpi anti-Ro/SSA

salbutamolo

Gli anticorpi anti-Ro/SSA possono essere di aiuto nel predire quali pazienti con sclerosi sistemica (SSc) sono a maggior rischio di malattia polmonare interstiziale

Gli anticorpi anti-Ro/SSA possono essere di aiuto nel predire quali pazienti con sclerosi sistemica (SSc) sono a maggior rischio di malattia polmonare interstiziale (ILD) e potrebbero, pertanto, fungere da biomarcatori per guidare lo screening di questi pazienti. Queste le conclusioni di uno studio presentato nel corso del congresso annuale EULAR, che suggerisce come la valutazione di questi anticorpi possa essere incorporata nella pratica clinica di routine per identificare i pazienti con SSc a rischio elevato di interstiziopatia polmonare (ILD).

Razionale e disegno dello studio
Gli autori dello studio presentato al congresso hanno ricordato come, nonostante una migliore stratificazione dei pazienti con SSc con anticorpi SSc-specifici si continui, nella pratica clinica, ad osservare un’elevata eterogeneità; inoltre, la prognosi individuale per quanto riguarda gli outcome è ancora imprevedibile.

Di qui l’obiettivo dei ricercatori di verificare se, utilizzando autoanticorpi non specifici, si possa essere in grado di stratificare meglio il rischio di questi pazienti. A tal scopo, gli autori dello studio, attingendo al database dell’European Scleroderma Trials and Research group (n = 22.482), hanno estrapolato i dati relativi a 4.421 pazienti sottoposti ad almeno una visita di follow-up, comprendendo tra questi 3.060 pazienti per i quali erano disponibili i dati sierologici di follow-up.

Di questi 3.060 pazienti, 461 erano positivi agli anticorpi anti-Ro/SSA e 2.599 erano negativi.
I ricercatori hanno analizzato le relazioni tra le caratteristiche basali e lo sviluppo o la progressione dell’ILD in 2,7 anni di follow-up.

L’incidenza di ILD, de novo, è stata definita in base alla sua identificazione alla Tac a risoluzione elevata (HRCT), mentre la progressione è stata definita dal soddisfacimento di una delle condizioni seguenti:
– riduzione della percentuale predetta di FVC (ppFVC%)  ≥ 10%
– riduzione di ppFVC% compresa tra il 5% e il 9%, in associazione a un calo della DLCO% ≥ 15%
– riduzione della FVC% > 5%

Sono stati registrati i decessi per tutte le cause e i fattori prognostici per la progressione della fibrosi polmonare durante il follow-up.

Risultati principali
Al basale, i pazienti con anticorpi anti-Ro/SSA avevano un’età compresa tra 55 e 56 anni, l’84%-87% erano donne e l’interessamento muscolare era presente nel 18% dei pazienti positivi agli anticorpi anti-Ro/SSA e nel 12,5% di quelli negativi (P < 0,001).

In base ai dati di imaging con HRCT, l’ILD era presente nel 56,2% dei pazienti positivi agli anticorpi anti-Ro/SSA e nel 47,8% di quelli negativi (P = 0,001).
La ppFVC% era del 92,5% nei pazienti positivi agli anticorpi anti-Ro/SSA e del 95,7% in quelli negativi (P = 0,002). La DLCO% era del 66,9% nei pazienti positivi agli anticorpi anti-Ro/SSA e del 71% in quelli negativi (P < 0,001).

Un totale del 15% di tutti i pazienti affetti da SSc è risultato positivo agli anticorpi anti-Ro/SSA, e tutti questi pazienti hanno presentato una maggiore prevalenza di anticorpi SSA-non specifici: anti-La/SSB e anti-U1/RNP e fattore reumatoide.

Nei pazienti con autoanticorpi anti-U1/RNP, l’1% era positivo e il 4% negativo per gli anticorpi anti-Ro/SSA; in quelli con autoanticorpi anti-La/SSB, il 17% era positivo e l’1% negativo per gli anticorpi anti-Ro/SSA; in quelli con fattore reumatoide, il 28% era positivo e il 14% negativo per gli anticorpi anti-Ro/SSA.

I ricercatori hanno sottolineato che la durata media della malattia nella coorte dello studio al basale era di 7 anni, e a questo punto ci si aspetta di vedere alcune manifestazioni comuni della malattia. In particolare, un maggiore coinvolgimento muscolare e una maggiore ILD sulla base della HRCT.

Dopo aver condotto un’analisi multivariabile di 14.066 visite sanitarie e aver aggiustato i dati per la presenza di fattori di rischio noti per l’ILD, i ricercatori hanno concluso che gli anticorpi anti-Ro/SSA rappresentano un fattore di rischio indipendente per ILD, con un odds ratio pari a 1,24 (IC95%: 1,07-1,44; P = 0,006). Hanno anche determinato che gli anticorpi anti-Ro/SSA costituiscono un fattore di rischio per valori di DLCO più bassi nei pazienti con ILD, con un coefficiente di regressione pari a -1,93.

I ricercatori, quindi, hanno analizzato la progressione dell’ILD e la progressione complessiva della malattia e la sopravvivenza durante il periodo di follow-up in un’analisi longitudinale.
Tuttavia, gli anticorpi anti-Ro/SSA non sono risultati in grado di predire la progressione dell’ILD, indipendentemente dalla definizione di progressione dell’ILD utilizzata.

Riassumendo 
In conclusione, dall’analisi dei risultati di questo studio di coorte, è emerso che gli anticorpi anti-SSA sono rilevati nel 15% dei pazienti affetti da SSc e rappresentano un fattore di rischio indipendente per la presenza di fibrosi polmonare. Inoltre, questi anticorpi sono anche predittivi di un coinvolgimento polmonare più grave.

Questi dati supportano l’inclusione degli anticorpi anti-SSA nella pratica clinica di routine per migliorare la stratificazione del rischio dei pazienti con SSc.

Bibliografia
Burja B et al. ANTI-Ro/SSA antibodies are predictive of a more severe lung involvement in patients with systemic sclerosis: a study from the EUSTAR database. Annals of the Rheumatic Diseases 2024;83:1-2.

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