Denunce di infortuni e malattie professionali, online i nuovi dati Inail


Denunce di infortuni e malattie professionali, online gli ultimi open data Inail. In aumento le patologie di origine professionale denunciate, pari a 45.512 (+19,6%)

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Nella sezione “Open data” del sito Inail sono disponibili i dati analitici delle denunce di infortunio – nel complesso e con esito mortale – e di malattia professionale presentate all’Istituto entro il mese di giugno. Nella stessa sezione sono pubblicate anche le tabelle del “modello di lettura” con i confronti “di mese” (giugno 2023 vs giugno 2024) e “di periodo” (gennaio-giugno 2023 vs gennaio-giugno 2024).

Gli open data mensili pubblicati sono provvisori e il loro confronto richiede cautele nelle analisi periodiche di dettaglio, in particolare rispetto all’andamento degli infortuni con esito mortale, soggetti all’effetto distorsivo di picchi occasionali e dei tempi di trattazione delle pratiche. Per quantificare il fenomeno, comprensivo anche dei casi accertati positivamente dall’Istituto, sarà quindi necessario attendere il consolidamento dei dati dell’intero 2024, con la conclusione dell’iter amministrativo e sanitario relativo a ogni denuncia.

Nel numero complessivo delle denunce di infortunio sono comprese anche le comunicazioni obbligatorie effettuate ai soli fini statistici e informativi da tutti i datori di lavoro e i loro intermediari, compresi i datori di lavoro privati di lavoratori assicurati presso altri enti o con polizze private, degli infortuni che comportano un’assenza dal lavoro di almeno un giorno, escluso quello dell’evento.

DENUNCE DI INFORTUNIO

Le denunce di infortunio presentate all’Inail nel primo semestre del 2024 sono state 299.303, in aumento dello 0,9% rispetto alle 296.665 dello stesso periodo del 2023, del 12,2% rispetto a gennaio-giugno 2021 e del 22,2% rispetto a gennaio-giugno 2020, e in diminuzione del 21,7% sul 2022 e del 7,6% sul 2019, anno che precede la crisi pandemica. Tale andamento tradotto in termini di incidenza infortunistica, cioè rapportando i valori assoluti al numero di occupati Istat rilevato a giugno 2024, mostra una tendenza al ribasso. Si passa, infatti, da 1.394 denunce di infortunio ogni centomila occupati Istat del 2019 a 1.250 del 2024 (-10,3%). Rispetto al 2023 il calo è dello 0,5% (da 1.256 a 1.250).

A livello nazionale i dati rilevati a giugno di ciascun anno evidenziano, per il primo semestre del 2024 rispetto all’analogo periodo del 2023, una sostanziale invarianza dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati dai 252.675 del 2023 ai 252.951 del 2024 (+0,1%), e un aumento di quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, da 43.990 a 46.352 (+5,4%).

A giugno di quest’anno il numero delle denunce di infortuni sul lavoro ha segnato un -0,7% nella gestione Industria e servizi (dai 226.964 casi del 2023 ai 225.471 del 2024), un -0,2% in Agricoltura (da 12.471 a 12.449) e un +7,3% nel Conto Stato (da 57.230 a 61.383). Tra i settori di attività con i maggiori incrementi percentuali si evidenziano la Sanità e assistenza sociale (+22,1%), il Noleggio e servizi di supporto alle imprese (+16,8%), le Costruzioni (+14,7%), le Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (+14,6%), il Trasporto e magazzinaggio (+8,1%) e il Commercio (+8,0%).

L’analisi territoriale evidenzia un aumento delle denunce di infortunio nelle Isole (+2,7%), seguite da Centro (+1,5%), Nord-Ovest (+0,9%) e Nord-Est (+0,6%), e un calo al Sud (-0,4%). Tra le regioni con i maggiori incrementi percentuali si segnalano la provincia autonoma di Trento (+17,8%), il Molise (+4,7%), la Sicilia (+3,9%) e la Calabria (+3,6%), mentre per i decrementi l’Abruzzo (-4,8%), la Campania (-3,4%), la Basilicata e la Liguria (-2,0% ciascuna).

L’aumento che emerge dal confronto dei primi semestri del 2023 e 2024 è legato sia alla componente maschile, che registra un +0,6% (da 190.360 a 191.430 casi denunciati), sia a quella femminile, con un +1,5% (da 106.305 a 107.873). L’incremento ha interessato i lavoratori italiani (+0,3%) ed extracomunitari (+5,0%), mentre il dato dei comunitari è in calo (-3,2%).

L’analisi per classi di età mostra aumenti tra gli under 15 (+20,6%), soprattutto per l’incremento degli infortuni tra gli studenti (effetto dell’estensione assicurativa Inail disposta dal decreto-legge lavoro n. 48/2023), nella fascia 25-29 anni (+3,0%) e in quella 60-74 anni (+5,8%). Si registra, per contro, un calo tra i 15-24enni (-2,2%) e tra i 30-59enni (-2,8%).

CASI MORTALI

Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto nel primo semestre 2024 sono state 469,19 in più rispetto alle 450 registrate nel pari periodo del 2023, sei in più rispetto al 2022, 13 in meno sul 2019, 101 in meno sul 2020 e 69 in meno sul 2021. Rapportando il numero dei casi mortali agli occupati Istat nei vari periodi, si nota come l’incidenza scende da 2,07 decessi denunciati ogni centomila occupati Istat del 2019 a 1,96 del 2024 (-5,3%), mentre aumenta del 2,6% rispetto al 2023 (da 1,91 a 1,96).

A livello nazionale i dati rilevati a giugno di ciascun anno evidenziano per il primo semestre del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023, pur nella provvisorietà dei numeri, un incremento dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati da 346 a 364 e di quelli in itinere, da 104 a 105. L’incremento ha riguardato la gestione Industria e servizi, che passa da 388 a 399 denunce mortali, l’Agricoltura (da 47 a 52) e il Conto Stato (da 15 a 18). Si rilevano 68 decessi in occasione di lavoro nel primo semestre del 2024 nelle Costruzioni (contro i 39 del 2023) e 47 nel comparto manifatturiero (37 nel 2023).

Dall’analisi territoriale emergono incrementi al Sud (da 93 a 98 denunce), nelle Isole (da 34 a 51), una parità nel Nord-Est (101 decessi in entrambi i periodi) e cali al Centro (da 92 a 91) e nel Nord-Ovest (da 130 a 128). Tra le regioni con i maggiori aumenti si segnalano la Sicilia (+15), l’Emilia-Romagna (+13) e il Lazio (+5), mentre per i cali più evidenti Veneto (-14), Umbria (-6), Piemonte e Friuli-Venezia Giulia (-5 ciascuna).

L’incremento rilevato nel confronto dei periodi gennaio-giugno 2023 e 2024 è legato sia alla componente maschile, le cui denunce mortali sono passate da 416 a 429, sia a quella femminile, da 34 a 40. Diminuiscono le denunce dei lavoratori italiani (da 371 a 366) e aumentano quelle degli extracomunitari (da 64 a 78) e dei comunitari (da 15 a 25).

L’analisi per classi di età evidenzia incrementi delle denunce tra gli under 15 (da 2 a 3 casi), tra i 35-59enni (da 262 a 292), tra i 65-69enni (da 26 a 34) e tra gli over 74 (da 7 a 10) e riduzioni tra i 15-34enni (da 76 a 66), tra i 60-64enni (da 65 a 52) e tra i 70-74enni (da 12 a 11).

Al 30 giugno di quest’anno risultano cinque denunce di incidenti plurimi, per un totale di 21 decessi, solo quattro dei quali stradali. Nei primi sei mesi del 2023 risultavano sei denunce di incidenti plurimi, per un totale di 12 decessi, di cui la metà stradali.

DENUNCE DI MALATTIA PROFESSIONALE

Le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nel primo semestre del 2024 sono state 45.512, 7.470 in più rispetto allo stesso periodo del 2023 (+19,6%). L’aumento è del 46,4% rispetto al 2022, del 57,7% sul 2021, del 123,8% sul 2020 e del 39,7% sul 2019.

I dati rilevati a giugno di ciascun anno mostrano incrementi nelle gestioni Industria e servizi (+20,5%, da 31.262 a 37.685 casi), Agricoltura (+16,1%, da 6.430 a 7.464) e Conto Stato (+3,7%, da 350 a 363). L’incremento delle patologie denunciate interessa le Isole (+39,0%), il Sud (+24,6%), il Centro (+16,8%), il Nord-Est (+14,5%) e il Nord-Ovest (+9,9%).

In ottica di genere si rilevano 5.906 denunce di malattia professionale in più per i lavoratori, da 27.833 a 33.739 (+21,2%), e 1.564 in più per le lavoratrici, da 10.209 a 11.773 (+15,3%). L’aumento ha interessato sia le denunce dei lavoratori italiani, che sono passate da 34.978 a 41.613 (+19,0%), sia quelle dei comunitari, da 911 a 1.232 (+35,2%), e degli extracomunitari, da 2.153 a 2.667 (+23,9%).

Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, quelle del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare, anche nei primi sei mesi del 2024, le prime tre tipologie di malattie professionali denunciate, seguite dai tumori e dalle patologie del sistema respiratorio.