Site icon Corriere Nazionale

Mauro Pinosa, sindaco di Lusavera, regala 35 frigoriferi al carcere di Udine

ergastolo ostativo

“Anch’io in cella a 22 anni”, sindaco friulano regala 35 frigoriferi al carcere di Udine. Con una donazione Mauro Pinosa si è voluto sdebitare simbolicamente

Nel ferragosto di caos delle carceri italiane, mentre il bollettino dei suicidi aumenta di giorno in giorno, c’è chi sa bene cosa significhi vivere in cella e ha deciso di compiere un gesto di solidarietà per i detenuti dell’istituto penitenziario di Udine. Così Mauro Pinosa, sindaco di Lusavera, piccolo centro in provincia di Udine, imprenditore nel settore delle macchine industriali, ha deciso di rispondere alla raccolta fondi per acquistare 35 frigoriferi da destinare al carcere di via Spalato, promossa dal Comune di Udine e da alcune associazioni di volontariato, per aiutare i detenuti ad affrontare il caldo esagerato delle ultime settimane.

L’ESPERIENZA IN CARCERE 44 ANNI FA

Lui in carcere ci è stato a 22 anni, per un disguido ‘tecnico’ e in appello, a Trieste fu assolto con formula piena. Però non ha mai dimenticato quegli 8 giorni trascorsi nel penitenziario a Udine. “Non ho mai mangiato, il mondo mi era crollato addosso- riferiscono le testate locali- I miei 7-8 compagni di cella, però, mi hanno rincuorato ogni giorno, dicendomi che la situazione si sarebbe risolta a breve”. Dopo l’esperienza vissuta da ragazzo, “mi ero ripromesso di fare qualcosa per i detenuti”, racconta Pinosa. “Proprio cinque-sei mesi fa avevo scritto al carcere per poter andare a fare una visita. La risposta, però, mi ha indotto a lasciar perdere. Ed ecco che poco dopo ho saputo dell’iniziativa dei frigoriferi e mi sono subito adoperato per sostenerla”, spiega.

A “TRADIRLO” LA PASSIONE PER IL TIRO A SEGNO: COSA È SUCCESSO NEL 1980

Tornando al 1980, Pinosa spiega i motivi della sua carcerazione, in un periodo ‘caldo’ della giustizia italiana: “Era per il periodo delle Brigate Rosse – ricorda – In un altro momento storico non sarebbe successo nulla di quanto mi è capitato”. Lui, allora ventenne, era appassionato di tiro a segno, aveva acquistato una pistola e avviato tutte le pratiche necessarie per poterla adoperare nel poligono. “A quel tempo ci volevano un mese e mezzo due per ottenere tutti i visti– spiega- e quel tempo era ormai trascorso e, in vista di una gara che si sarebbe tenuta il sabato, il giovedì antecedente, telefonai all’ufficio preposto della Questura per sapere a che punto fosse l’iter. Mi fu risposto che le carte erano tutte in regola e che mancava solo il visto del responsabile per la consegna della documentazione, ma era solo questione di ore”. Sabato nessuno rispose dagli uffici, ma alla gara comunque volle partecipare, con il risultato che dal poligono fu inviato in questura, con tutto quello che ne seguì per essere uscito con l’arma senza visto.

LA DONAZIONE DI 5 MILA EURO E L’IDEA DI “DARE UNA NUOVA POSSIBILITÀ A CHI HA SBAGLIATO”

Oggi non ha dimenticato la solidarietà avuta dai compagni di detenzione e con la sua donazione- di oltre 5 mila euro- ha voluto in qualche modo sdebitarsi. Non solo: la donazione per i frigoriferi potrebbe essere solo l’inizio, il sindaco-imprenditore sta infatti valutando l’ipotesi di un inserimento di detenuti nella propria azienda, “per dare una nuova possibilità a chi ha sbagliato una volta”.

Exit mobile version