Ragazzo morto per il morso di un ragno violino: parla l’infettivologo


Francesco Menichetti, infettivologo oggi in pensione commenta la morte del giovane 23enne salentino dopo la puntura di un ragno violino

ragno violino

Un ragno violino mi ha morso all’avambraccio, nonostante la camicia a maniche lunghe. Lì per lì sembrava una banale puntura d’insetto, ma dopo qualche minuto il prurito è diventato più intenso. Attorno alla puntura si è formato un alone nerastro che indicava la necrosi: la morte dei tessuti cutanei attorno al morso. Allora ho deciso di telefonare a un collega medico”. Lo racconta l’infettivolgo Francesco Menichetti, primario e professore di infettivologia all’università di Pisa oggi in pensione. Nelle pagine di Repubblica l’esperto in un’intervista commenta la morte del giovane 23enne salentino che, dopo un mese dal ricovero in ospedale a seguito della puntura di un ragno violino, è deceduto ieri per una sepsi e lesioni multiorgano.

“Non vorrei sostituirmi ai colleghi che hanno visto il paziente, ma raccontata così sembrerebbe una fascite necrotizzante– spiega Menichetti-. Un’infezione rara, ma subdola e grave. Avviene ad esempio quando ci si ferisce con una piccola scheggia che penetra in profondità nella pelle. Se quella scheggia ospita un particolare batterio della famiglia degli streptococchi, battezzato appunto mangiacarne, può iniziare a creare una necrosi che si allarga in profondità. Se non curata, può portare a un’infezione grave, alla necessità di amputare l’arto o addirittura alla morte per sepsi”. Il morso del ragno violino, ribadisce l’esperto “non è letale. Né i colleghi che mi hanno visitato erano allarmati da questo punto di vista. Essere punti da un ragno violino non è un’esperienza piacevole, ma non la descriverei nemmeno come drammatica“.

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La fascite necrotizzante, purtroppo, “è una malattia molto rara, ma proprio per questo potrebbe non essere riconosciuta dai medici. Il paziente sente un dolore atroce, ma spesso non ricorda nemmeno di essersi fatto una piccola ferita. Dall’esterno la pelle è normale, fresca e chiara. Non si vede nulla di anomalo, almeno fino alle fasi avanzate della malattia. Nessuna ferita, perché il corpo estraneo è molto piccolo. E nessuna infezione apparente, perché la necrosi sta scavando nei tessuti in profondità. Il medico in genere guarda il malato perplesso, chiedendosi perché si lamenta tanto. Intanto il rischio di sepsi aumenta col passare dei giorni”. Nel caso di Giuseppe Russo può darsi che il batterio e l’infezione siano arrivati con il morso del ragno? “Non si può escludere”.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT).