Doping: Sinner positivo al clostebol ma il tennista non ha colpe


Sinner positivo all’antidoping per un farmaco, il Clostebol: la sostanza vietata era usata dal fisioterapista che ha contaminato il campione. Il Tribunale lo scagiona: è innocente

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“Nessuna colpa o negligenza” da parte di Jannik Sinner, risultato positivo due volte ad una sostanza vietata, il clostebol, rilevata ad aprile nelle sue urine in una quantità piuttosto ridotta. Ad affermarlo un tribunale indipendente che si è espresso sul caso, dopo la positività riscontrata al Masters 1000 di Indian Wells, il 10 marzo scorso al clostebol, uno steroide anabolizzante. Altra positività è stata rilevata in un secondo momento, il 18 marzo, fuori dalle competizioni.

Come riferisce il New York Times, Sinner ha fatto appello contro una prevista sospensione a causa della positività, ottenendo così la possibilità di continuare a giocare. L’intervento del tribunale indipendente, continua il New York Times, nominato da Sport Resolutions, una società privata che spesso supervisiona i casi di doping, ha approvato la revoca di entrambe le sospensioni. Il quotidiano statunitense ha spiegato che l’indagine dell’International Tennis Integrity Agency (ITIA) si è conclusa con un’audizione il 15 agosto e in quell’occasione il tribunale indipendente ha stabilito l’innocenza di Sinner.

L’INDAGINE

Secondo l’indagine dell’ITIA, lo spray da banco curativo, contenente clostebol, era stato usato da dal fisioterapista di Sinner per curarsi un taglio che si era procurato con un bisturi, usato per trattare i calli dei piedi di Sinner. Successivamente ha trattato il tennista con dei messaggi senza però usare dei guanti e così il prodotto è entrato a contatto con la pelle del giocatore.

LA SANZIONE

Considerando che non c’è stato dolo, Sinner è stato sanzionato con la perdita dei 400 punti della semifinale di Indian Wells e del premio in denaro relativo, pari a circa 300 mila euro. Ora, si legge in una nota stampa, Sinner ha detto che “mi lascerò alle spalle questo periodo difficile e profondamente sfortunato. Continuerò a fare tutto il possibile per essere sicuro di continuare a rispettare il programma antidoping dell’Itia. Ho una squadra intorno a me che è meticolosa nella conformità”.

Nella nota anche le parole di Jamie Singer, il legale di Sinner: “Le regole antidoping devono essere estremamente strette perché abbiano effetto. Per questo può capitare che in alcuni casi anche atleti innocenti possano essere coinvolti. Non c’è alcun dubbio che Jannik Sinner sia totalmente innocente rispetto a questo caso ma il giocatore è responsabile di tutto ciò che accade all’interno del suo sistema, anche se non ne è a conoscenza, come in questo caso eccezionale”.