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Naufragio del Bayesian: sommozzatori cercano dispersi nello yacht a 50 metri di profondità

barca a vela

Proseguono le operazioni di ricerca dei dispersi del naufragio del super yacht Bayesian, al largo di Porticello: le immersioni nel relitto sono difficoltose

Continuano le ricerche in mare dei dispersi del naufragio del Bayesianil super yacht a velo affondato nella notte tra domenica e lunedì a causa di una violenta tromba d’aria che ha colpito l’imbarcazione mentre si trovava in rada di fronte al piccolo porto di Porticello, in provincia di Palermo. Il veliero, che vantava il secondo albero più alto mai realizzato al mondo (75 metri) è colato a picco in pochi istanti, a quanto pare dopo la rottura proprio di questo maestoso albero. Il comandante della goletta olandese che quella notte si trovava vicina allo yacht ha raccontato di aver lottato con la furia del vento (raffiche fortissime) e di aver anche fatto attenzione a non andare troppo vicino allo yacht. Poi ha detto che, girandosi, all’improvviso non ha più visto il veliero. L’imbarcazione, in un attimo, è finita a 50 metri di profondità sul fondo del mare.

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Dei 22 che stavano viaggiando sul Bayesian, sono 15 le persone che sono state tratte in salvo nella notte (tra cui una bimba di un anno appena), mentre il numero dei dispersi è ancora fermo a sei. Un solo cadavere è stato recuperato, nella giornata di ieri, vicino alla scafo della barca: è quello dello chef di bordo. L’ipotesi dei soccorritori è che i corpi dei sei dispersi (tra cui quello del magnate Myke Lynch, proprietario dello yacht insieme alla moglie che invece si è salvata, e del presidente di della finanziaria Morgan Style) siano intrappolati dentro lo yacht, probabilmente all’interno delle cabine che potrebbero essersi improvvisamente riempite di acqua nella notte. Ma trovarli si sta rivelando veramente molto complicato.

La profondità di 50 metri rende le ricerche dei sommozzatori molto difficili. Nonostante siano arrivati corpi specializzati dei Vigili del fuoco dalla Sardegna e da Roma, le operazioni sono complicate e richiedono molte cautele. Ad una profondità del genere, infatti, i sommozzatori speleo possono restare al massimo 12 minuti in immersione prima di risalire. Poi si torna su e il team deve necessariamente cambiare. Ma a scendere a 50 metri ci vuole un minuto, e un altro serve per risalire. Quindi il tempo effettivo per un sub, sul fondale, è di 10 minuti per ogni immersione. Molto poco per capire la situazione e individuare i corpi. Dagli oblò del veliero, a differenza delle notizie circolate ieri, non si vede nulla. E gli spazi all’interno del veliero sono molto angusti.

Come ha spiegato l’ispettore del Nucleo sommozzatori dei Vigili del fuoco di Palermo, Marco Tilotta, che ha fatto il punto con i giornalisti sulle ricerche, “il veliero è adagiato sul fondo su un fianco, appare integro e senza squarci”. Quello che i sommozzatori stanno cercando di fare è “penetrare nella imbarcazione, cosa non semplice vista la profondità a 50 metri”.

Per ora, infatti, i sub avrebbero perlustrato solo il ponte di comando, trovandolo “pieno di cavi elettrici”. Al momento non è stato individuato nessun corpo. Sarebbe però stato aperto un varco nello scafo del Bayesian, attraverso il quale i sommozzatori cercheranno di arrivare alle cabine.

Al lavoro, oltre ai Vigili del fuoco, ci sono anche i sommozzatori dei Nuclei subacquei guardia costiera di Napoli e Messina, stanno operando con l’ausilio di un veicolo subacqueo a controllo remoto, e gli speleo-sub dei vigili del fuoco stanno valutando la fattibilità di una entrata in sicurezza nel relitto, operazione resa complicata dalla profondità e dalla posizione dello scafo adagiato sul fondale a circa 50 metri, a mezzo miglio dal porto di Porticello.

 

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