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Psoriasi: statine non proteggono da eventi avversi cardiovascolari

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La probabilità di eventi avversi cardiovascolari maggiori nei pazienti con psoriasi e dislipidemia sottoposti a terapia con statine è stata del 40% superiore

In un periodo di 5 anni, la probabilità di eventi avversi cardiovascolari maggiori nei pazienti con psoriasi e dislipidemia sottoposti a terapia con statine è stata del 40% superiore rispetto ai pazienti con sola dislipidemia in trattamento con statine, come rilevato da un ampio studio retrospettivo presentato al congresso 2024 della Society for Investigational Dermatology.

La psoriasi è una malattia infiammatoria cronica della pelle e delle articolazioni che colpisce dal 2% al 3% della popolazione mondiale. Ricerche recenti hanno sottolineato la sua natura di malattia sistemica con molteplici comorbilità associate e una maggiore prevalenza di fattori di rischio cardiovascolare tra cui ipertensione, diabete, obesità e dislipidemia. Questi risultati hanno portato alla raccomandazione che tutti i pazienti con psoriasi debbano sottoporsi a screening e gestione dettagliati dei fattori di rischio cardiovascolare.

I pazienti con psoriasi possono anche avere un rischio più elevato di eventi avversi cardiovascolari maggiori (MACE) oltre a quello attribuibile ai fattori di rischio cardiovascolare misurati. A sostegno di questa teoria, ampi studi epidemiologici hanno riscontrato una maggiore incidenza di mortalità cardiovascolare, infarto miocardico e ictus. Percorsi infiammatori condivisi, tra cui infiammazione mediata dalle cellule Th1, alterazioni nell’angiogenesi e disfunzione endoteliale, possono collegare la patogenesi della psoriasi con lo sviluppo di aterosclerosi e malattie cardiovascolari.

«È ampiamente dimostrato che la psoriasi è un fattore di rischio indipendente per lo sviluppo di MACE e che questi pazienti hanno fattori di rischio cardiometabolici più prevalenti e incidenti» ha affermato il primo autore dello studio Ana Ormaza Vera, ricercatrice in dermatologia presso la Eastern Virginia Medical School di Norfolk.

Le attuali linee guida congiunte dell’American Academy of Dermatology/National Psoriasis Foundation e dell’American Academy of Cardiology/American Heart Association Task Force raccomandano l’uso di statine, una terapia ipolipemizzante e antinfiammatoria, nei per i pazienti con psoriasi che presentano ulteriori fattori di rischio, in modo simile a quanto raccomandato per la popolazione generale senza psoriasi. «Tuttavia il modo in cui l’incidenza di MACE differisce tra pazienti con e senza psoriasi durante la terapia con statine non è stato valutato in contesti del mondo reale» ha aggiunto.

Uno studio retrospettivo di real world
Per approfondire la questione i ricercatori hanno utilizzato dati del mondo reale dalla rete di ricerca sanitaria TriNetX, la più grande fonte globale di dati real world, per identificare i soggetti di età compresa tra 18 e 90 anni con una diagnosi sia di psoriasi che di disturbi lipidici e che erano in trattamento con statine, escludendo quelli con una storia precedente storia di MACE. I pazienti con disturbi lipidici in terapia con statine, ma senza psoriasi, sono stati abbinati in rapporto 1:1 in base a età, sesso, razza, etnia, fattori di rischio comuni per MACE e farmaci che hanno dimostrato di ridurre il rischio di MACE.

Le coorti sono quindi state valutate 5 anni dopo la loro prima prescrizione di statine e, tramite lo strumento di analisi TriNetX, è stato calcolato il rapporto di rischio (odds ratio, OR) per quantificare la probabilità di MACE in presenza di terapia con statine.

Con psoriasi eventi MACE superiori del 40%
Gli autori hanno identificato poco più di 20mila pazienti con psoriasi e oltre 2,5 milioni di soggetti senza psoriasi che soddisfacevano i criteri per l’analisi. Dopo l’abbinamento del punteggio di propensione, ogni coorte includeva 20.660 pazienti con un’età media di 60 anni.

Durante il periodo di osservazione di 5 anni hanno avuto eventi MACE 2.725 pazienti nella coorte con psoriasi rispetto a 2.203 nella coorte senza psoriasi (OR 1,40), un risultato inaspettato che secondo la relatrice sfida l’attuale comprensione e sottolinea la necessità di ulteriori ricerche su trattamenti personalizzati per il rischio cardiovascolare nei pazienti con psoriasi.

Tra i limiti dello studio vanno segnalati il disegno retrospettivo, le limitazioni intrinseche di un trial osservazionale e l’uso di dati di cartelle cliniche elettroniche.

«Questi risultati implicano che non basta l’uso di statine per proteggere una persona con psoriasi da un maggior rischio di MACE. Questo non sorprende perché l’uso di statine da solo è solo una parte di una strategia di prevenzione nel paziente con psoriasi, che di solito presenta più comorbilità» ha commentato Lawrence Green, professore clinico di dermatologia alla George Washington University di Washington, DC. «D’altra parte lo studio è durato solo 5 anni e le malattie cardiovascolari sono conseguenza di un lungo processo di accumulo, quindi potrebbe anche essere troppo presto per dimostrare la prevenzione dei MACE».

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