Le ricerche di oggi hanno portato a individuare due corpi all’interno del relitto del Bayesian. Continua il lavoro di Vigili del fuoco e Guardia costiera
Sono stati trovati due corpi all’interno del relitto del Bayesian, adagiato su un fianco sul fondo del mare a 50 metri di profondità davanti al porto di Porticello a Palermo dove è affondato nella notte tra domenica 18 e lunedì 19 agosto. Si trovavano nelle cabine dello yacht e ora i sommozzatori stanno cercando di pianificarne il recupero. Il numero dei morti sale dunque a tre: il primo cadavere recuperato, già lunedì, era stato quello dello chef di bordo, Thomas Recaldo, trovato accanto allo scafo del veliero. Proseguono ora le ricerche degli altri quattro dispersi, mentre la Procura (che ieri ha ascoltato per due ore il comandante del veliero James Cutfield) sta sentendo tutti i superstiti per cercare di ricostruire i tragici istanti del naufragio.
Nelle operazioni di ricerca dei dispersi, oltre ai sommozzatori speleo dei Vigili del fuoco, è al lavoro anche la Guardia costiera, con i sommozzatori dei Nuclei sub della guardia costiera di Napoli e Messina, che stanno operando con l’ausilio di un ulteriore veicolo subacqueo a controllo remoto, un Rov (Remotely operated vehicle).
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IL ROBOT PUÒ ARRIVARE FINO A 300 METRI SOTTO IL MARE
Il robot è capace di operare sul fondale marino ad una quota fino a 300 metri e ha un’autonomia tra le 6 e le 7 ore. Il dispositivo messo in campo dalla guardia costiera, dotato di un’avanzata tecnologia che permette di indagare i fondali e di registrare video e immagini dettagliate, “punta a fornire elementi utili e puntuali – sottolineano dalla direzione marittima della guardia costiera di Palermo – per ricostruire la dinamica dell’incidente a beneficio della procura della Repubblica di Termini Imerese”.