SGLT2 inibitori proteggono i reni degli adolescenti con diabete


In adolescenti con diabete di tipo 1 dapagliflozin, combinata con insulina, ha migliorato il controllo glicemico e rallentato il declino della funzionalità renale

diabete

Come dimostrato dai nuovi risultati dello studio ATTEMPT presentati al congresso dell’American Diabetes Association (ADA), negli adolescenti con diabete di tipo 1 una bassa dose di dapagliflozin, combinata con insulina, ha migliorato il controllo glicemico e rallentato il declino della funzionalità renale.

Diversi farmaci SGLT2 inibitori, tra cui dapagliflozin, sono approvati per il diabete di tipo 2 e hanno già dimostrato di avere effetti protettivi renali, motivo per il quale sono autorizzati anche per ridurre il rischio di progressione della malattia renale cronica (CKD) indipendentemente dallo stato del diabete. Tuttavia nessun farmaco di questa classe è approvato per il diabete di tipo 1 a causa di problemi di sicurezza, in particolare un maggior rischio di ipoglicemia e chetoacidosi diabetica (DKA), prevalentemente con i dosaggi più elevati.

Nel trial ATTEMPT (Adolescent Type 1 Diabetes Treatment with SGLT2i for Hyperglycemia and Hyperfiltration) sono stati valutati pazienti adolescenti con diabete di tipo 1, che spesso non raggiungono gli obiettivi glicemici (75%) e in molti casi sviluppano aumenti soprafisiologici della velocità di filtrazione glomerulare (iperfiltrazione). La prevenzione della progressione della malattia renale è importante in quanto la CKD viene riscontrata in metà degli adulti affetti da diabete di tipo 1, ha spiegato l’autore principale Farid Mahmud, endocrinologo pediatrico presso l’Università di Toronto, Ontario, Canada.

Con dapagliflozin solo un caso lieve di chetoacidosi diabetica 
Nello studio ATTEMPT multicentrico, in doppio cieco, randomizzato, controllato con placebo, 98 giovani con diabete di tipo 1 da almeno 12 mesi e un’età compresa tra 12 e 18 anni sono stati randomizzati ricevere a 5 mg al giorno di dapagliflozin (metà della dose giornaliera raccomandata) o placebo per 22 settimane.

Al basale tutti i partecipanti erano sottoposti a iniezioni giornaliere di insulina o alla terapia con pompa insulinica, con una dose giornaliera totale minima ≥0,6 unità/kg/giorno. L’emoglobina glicata (HbA1c) al basale era compresa tra il 7 e il 10%. Alcuni criteri di esclusione erano il diabete di tipo 2, un BMI superiore al 99,9° percentile o la presenza di chetoacidosi diabetica entro 90 giorni dallo screening.

Nel gruppo in trattamento attivo è stato riscontrato un effetto protettivo renale rispetto al placebo, che ha portato a un’attenuazione significativa della misurazione diretta velocità di filtrazione glomerulare (GFR), il gold standard per la misurazione della funzionalità renale. Anche i livelli di HbA1c sono diminuiti in modo significativo dello 0,48% (P=0,001).

«Non abbiamo stimato la GFR ma l’abbiamo misurata direttamente, un approccio più invasivo ma molto più accurato per valutare la funzionalità renale» ha spiegato il relatore. Uno dei primi segnali di complicanze renali nel diabete è infatti un aumento della GFR, chiamato iperfiltrazione, e l’adolescenza è un periodo in cui di solito la GFR è elevata a causa dello stress renale.

Non si sono verificate differenze significative nell’insorgenza di eventi avversi in generale, di ipoglicemia o di infezioni del tratto genitourinario. Anche se non statisticamente significativo, c’è stato un caso lieve di DKA con dapagliflozin. Inoltre il gruppo attivo ha manifestato un numero significativamente maggiore di livelli di chetoni nel sangue di almeno 6 mmol/l, 106 rispetto a 62 con placebo (P<0,001), presenti in entrambi i gruppi in quanto pazienti affetti da diabete di tipo 1.

SGLT2 inibitori sicuri nel diabete di tipo 1 ma non ancora autorizzati
«Lo studio ha dimostrato che gli SGLT2 inibitori a basso dosaggio, in questo caso dapagliflozin 5 mg, possono essere somministrati in sicurezza ad adolescenti e giovani con diabete di tipo 1 per migliorare il declino della funzionalità renale e ottimizzare il controllo glicemico» ha affermato Mahmud. «Abbiamo adottato una strategia di mitigazione della DKA sviluppata insieme ai pazienti, un approccio per la valutazione dei risultati fisiologici, metabolici e degli esiti clinicamente rilevanti in un modo incentrato sul paziente per valutare le terapie aggiuntive oltre all’insulina per ottimizzare la gestione nei giovani con diabete di tipo 1».

«Questi ragazzi hanno vissuto con il diabete e voglio che conducano vite lunghe e sane. Il miglioramento della funzionalità renale potrebbe essere dovuto al calo della GFE o al miglioramento della glicemia oppure a una moltitudine di fattori concomitanti, ma l’importante è riuscire a proteggerli» ha commentato l’endocrinologa pediatrica Jennifer Sherr, professoressa di pediatria presso la Yale University di New Haven, Connecticut. «Lo studio è stato condotto in modo cauto e ben pianificato e sono stati integrati i sistemi giusti per dimostrare che si possono utilizzare gli SGLT2 inibitori in sicurezza».

L’attenzione rivolta alle persone con diabete di tipo 1 e malattie renali è recente. Mentre al congresso sono stati presentati i dati dello studio ATTEMPT, a pochi giorni di distanza è stata ripresentata alla Fda la domanda di approvazione per il doppio inibitore SGLT1/SGLT2 sotagliflozin come coadiuvante della terapia insulinica per il controllo glicemico nelle persone con diabete di tipo 1 e malattia renale cronica.
Nel marzo 2019 l’agenzia aveva respinto il farmaco come trattamento aggiuntivo per il diabete di tipo 1 e in seguito aveva fatto lo stesso con dapagliflozin e empagliflozin.

Referenze

Mahmud FH et al. Use of SGLT2i in youth with type 1 diabetes — results from ATTEMPT (the adolescent type 1 diabetes treatment with SGLT2i for hyperglycemia & hyperfiltration trial). ADA 2024.