80 anni fa l’eccidio del Padule di Fucecchio: il 23 agosto 1944, l’esercito nazista trucidò indiscriminatamente 174 tra neonati, bambini e anziani, fra le province di Pistoia e Firenze
Fu una delle stragi più terribili della Seconda guerra mondiale. Ottant’anni fa, il 23 agosto 1944, l’esercito nazista trucidò indiscriminatamente 174 persone, inclusi neonati, bambini e anziani, all’interno del Padule di Fucecchio, fra le province di Pistoia e Firenze.
In Padule era stimata una presenza di 200-300 partigiani; in realtà gli elementi accertati erano all’incirca trenta. Nell’estate del 1944, infatti, la zona ospitava soprattutto sfollati, molti erano semplici contadini, in fuga verso una zona considerata più al riparo dai continui rastrellamenti tedeschi. Tra loro c’erano Maria Faustina Arinci, consciuta come Carmela, 92 anni, sorda e cieca, fatta esplodere con una bomba a mano infilata in una tasca del grembiule, e Maria Malucchi, la più piccola vittima dell’eccidio, ammazzata all’età di 4 mesi. In totale si contarono 174 morti, 20 dei quali bambini, nei territori interessati dalla strage: Monsummano Terme (frazione di Cintolese), Larciano (Castelmartini), Ponte Buggianese, Cerreto Guidi (frazione di Stabbia) e Fucecchio (Querce e Masserella).
L’obiettivo dei tedeschi era di proteggere le vie di fuga per agevolare la ritirata delle truppe verso la Linea Gotica. L’ordine di uccidere fu impartito dal generale della Wehrmacht Peter Eduard Crasemann; a condurre le operazioni il maggiore Josef Strauch. L’eccidio si consumò tra l’alba e l’ora di pranzo, con fucilazioni a tappeto di centinaia di civili innocenti.
Le vittime furono ritrovate nel corso della stessa giornata o nella notte compresa tra il 23 e il 24 agosto 1944. I cadaveri furono sistemati in bare di fortuna, composte da semplici assi di legno, oppure avvolti in stoffe o coperte. Alcuni corpi furono trasportati dagli stessi tedeschi e abbandonati in fosse comuni.
Il fuoco nazista causò anche il ferimento di decine di persone e parte di quello che accadde ottant’anni fa nel Padule di Fucecchio è stato ricostruito grazie alle testimonianze dei superstiti. C’è un documentario, “La Brezza degli Angeli“, realizzato da Stefano Ballini, arricchito da alcune testimonianze come quella di Tosca Lepori, che all’epoca dei fatti aveva solo 5 anni, rimasta miracolosamente in vita a differenza di suo fratello Gino, trucidato a 18 mesi. “Ci ritrovavamo sfollati nel Padule – racconta Tosca -, i nazisti ci avevano mandato via di casa per occuparla, loro volevano letti e comodità. Dormivamo in una capanna, mangiavamo quello che si trovava nei campi. La mattina del 23 agosto fecero questo rastrellamento. Ero lì con tutta la mia famiglia, la mia mamma, i miei nonni, il mio fratellino. Arrivarono, ci spararono e ci ammazzarono tutti. La mia mamma per salvarmi mi mise in una buca di un albero. Mi fece da scudo. Mio fratello rimase ferito e morì poco dopo in ospedale. I miei nonni imploravano pietà, furono feriti e poi gli diedero fuoco con la paglia delle capanne. Io li vidi bruciare, non lo dimenticherò mai“.
Domani, 23 agosto, in occasione dell’80esimo anniversario dell’eccidio, per ricordare le 174 vittime innocenti massacrate dalla furia nazista, si svolgeranno cerimonie commemorative nei Comuni colpiti dalla strage, inclusi Larciano, dove si terrà una manifestazione unitaria il 24 settembre, e Fucecchio, dove è in programma “Estate44 – La memoria ci unisce”, rassegna – al via quest’oggi, termina il 15 settembre – organizzata, con il contributo del Consiglio regionale della Toscana, anche per celebrare la Liberazione di Fucecchio, avvenuta l’1 settembre 1944.
“Grazie alla collaborazione di istituzioni, associazioni, cittadini e cittadine, abbiamo organizzato una rassegna dedicata alla memoria di quei giorni di paura e speranza, giorni fondamentali per la nascita della nostra Italia, repubblicana e democratica, come pure ha riconosciuto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo messaggio per le commemorazioni a Sant’Anna di Stazzema, in cui ha espressamente menzionato l’Eccidio del Padule”, ha ricordato l’assessore alla Memoria del Comune di Fucecchio Alberto Cafaro.
E proprio in occasione del recente anniversario dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema, avvenuto il 12 agosto 1944, il Capo dello Stato ha parlato di una “guerra portata alle popolazioni civili, sterminio di comunità locali incolpevoli”, di una “tragedia che si abbattè sui villaggi della linea Gotica, a Padule di Fucecchio, a Marzabotto, fra le altre“, rimarcando: “Il baratro nel quale allora sprofondò l’umanità ha reso questi luoghi un sacrario europeo del dolore, e un simbolo di riscatto di quella rinascita umana e civile che ha saputo opporsi alla barbarie, generando democrazia, libertà, pace, laddove si voleva cancellare ogni speranza”.
FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT).