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Besnik Mustafaj nelle librerie con “L’estate senza ritorno”

festa del libro

In libreria da Bibliotheka la prima traduzione italiana di “Estate senza ritorno” di Besnik Mustafaj, ex ambasciatore e ministro albanese

Sana ha atteso quarant’anni il ritorno di Gori, il suo fidanzato. Un giorno l’uomo compare sulla soglia di casa. Ma è cambiato. È pallido, non riesce più a ridere, il suo corpo non suda e ha il colore della calce; inoltre non ama incontrare persone, parla solo usando i verbi al passato, passa il tempo a leggere libri scritti da veterani di guerra. Che cosa gli è successo?

Primo romanzo onirico della letteratura albanese, “L’estate senza ritorno” di Besnik Mustafaj – proposto per la prima volta in traduzione italiana da Bibliotheka e in libreria il 6 settembre – è un’opera iconica della letteratura balcanica contemporanea (a cura di Julian Zhara, 208 pagine, 21 euro).

Disponibile in molte lingue e rivista dall’autore in varie edizioni, finalmente senza i tagli della censura comunista che l’avevano sfigurato, il libro viene presentato in versione integrale nella traduzione di Julian Zhara e con una postfazione dell’autore, che ricostruisce le vicende di un’opera che tra realtà e miraggio psicotico dà forma a una fiaba oscura e terribile in grado di intrecciare l’attesa e l’amore, la lealtà e i fantasmi del passato.

Per tutta la durata della dittatura, l’Albania aveva solo una casa editrice dedicata alla letteratura artistica, che fungeva da editore e contemporaneamente da ufficio della censura. Più che per la qualità letteraria, i manoscritti venivano giudicati in base a quanto il loro contenuto fosse in linea con la linea politica del Partito. Enver Hoxha aveva deciso chiaramente quale fosse il ruolo dello scrittore nella società albanese: “Aiutante del Partito nell’educazione comunista delle masse”. Nemmeno agli scrittori più famosi era capitato che la propria opera arrivasse dai lettori senza mutilazioni. Il problema, per gli autori, era l’entità e la qualità delle mutilazioni. Nessuno scrittore era esente dai cosiddetti “errori politici” ( dalla postfazione dell’autore).

Tra i maggiori scrittori albanesi contemporanei, Besnik Mustafaj ha lavorato come professore, traduttore e giornalista. Ambasciatore in Francia dal 1992 al 1997, è stato Ministro degli Esteri dal 2005 al 2007, per poi dimettersi e dedicarsi definitivamente alla scrittura. Autore di numerosi romanzi, saggi e raccolte poetiche, le sue opere sono tradotte in molte lingue e hanno ricevuto un largo consenso di critica. Nel 1997 ha vinto il premio “Méditerranée” per il romanzo Daullja prej letre (Tamburo di carta). “L’estate senza ritorno”, che in Francia ha consacrato Besnik Mustafaj come uno degli scrittori più importanti dell’est Europa, è diventato anche il soggetto di un film diretto da Besnik Bisha.

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