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Epatite C: terapie brevi efficaci anche nei casi complessi

Se trattati con terapia antivirale ad azione diretta, i pazienti con infezione cronica da virus dell'epatite C sono a minor rischio di malattia renale

Epatite C: oggi ci sono terapie efficaci e sicure anche in pazienti con cirrosi compensata, compromissione renale ed altre comorbidità

Globalmente, circa 50 milioni di persone sono ancora infettate dal virus dell’HCV e fino al 30% di loro potrebbe sviluppare cirrosi nel tempo. L’HCV può portare, infatti, a un’infiammazione cronica del fegato e nel tempo, se non trattata adeguatamente, a danni significativi dell’organo. Oggi abbiamo però terapie efficaci e sicure anche in pazienti con cirrosi compensata, compromissione renale ed altre comorbidità. Se ne è parlato durante il congresso annuale dell’EASL (European Association of the Study of Liver) che si è da poco concluso a Milano.

L’evoluzione delle terapie antivirali ha portato a farmaci sempre più efficaci e sicuri, gli antivirali ad azione diretta di ultima generazione. Questa efficacia raggiunge percentuali elevate anche nei pazienti con cirrosi compensata, come nel caso di glecaprevir/pibrentasvir (G/P) e di sofosbuvir-velpatasvir (SOF-VEL).

Il trattamento con glecaprevir/pibrentasvir si è dimostrato infatti efficace e ben tollerato in pazienti con cirrosi compensata nello studio registrativo Expedition-8, un trial che ha previsto il trattamento con G/P per 8 settimane, portando al raggiungimento della risposta virologica sostenuta (SVR) nel 99.7% dei pazienti, inclusi quelli con ipertensione portale.

Analogamente lo studio Astral ha mostrato che il trattamento per 12 settimane con sofosbuvir/velpatasvir ha consentito il raggiungimento della SVR nel 99.1%.
Anche il profilo di sicurezza di queste due combinazioni è risultato ottimale, senza eventi avversi gravi correlati al trattamento.

“Per quanto riguarda la sicurezza degli antivirali, i nostri dati mostrano tassi molto bassi di tossicità epatica e nessun caso di scompenso epatico nei pazienti con FIB-4 superiore a 3.25, trattati con regimi contenenti inibitori delle proteasi di nuova generazione” ha precisato la dott.ssa Roberta D’Ambrosio, della divisione di Gastroenterologia ed Endoscopia-Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Milano nella sua relazione al congresso.

“Un’altra questione clinica importante è il trattamento dei pazienti con compromissione renale. I farmaci attualmente disponibili differiscono per il metabolismo e la via di eliminazione.
Ad esempio, la combinazione di glecaprevir/pibrentasvir viene eliminata principalmente attraverso la via biliare, rendendo così il farmaco sicuro per i pazienti con compromissione renale, indipendentemente dalla necessità di dialisi e senza dover modificare il dosaggio” ha aggiunto la dott.ssa D’Ambrosio.

Pazienti con malattia renale avanzata, in stadio 4 o 5 hanno raggiunto in 8-16 settimane di G/P la risposta virologica sostenuta nel 97.6% dei casi con eventi avversi gravi comparsi nel 18.1% ma non correlati al farmaco.
Dai dati presentati emerge anche che per la combinazione di glecaprevir/pibrentasvir non è necessario un aggiustamento del dosaggio del farmaco per i pazienti con compromissione renale, inclusi quelli in dialisi.

“Infine, l’età avanzata non solo comporta un aumento del rischio di progressione verso la cirrosi, ma anche un aumento del rischio di comorbidità. I dati provenienti da uno studio retrospettivo recentemente pubblicato in Italia, dove una grande coorte di pazienti anziani è stata trattata con G/P hanno evidenziato alti tassi di successo, indipendentemente dal numero di comorbidità, e la sicurezza è stata buona anche nei pazienti con cirrosi compensata” ha spiegato la dott.ssa D’Ambrosio.

In conclusione, sebbene la maggior parte dei pazienti con infezione da HCV oggi non sia cirrotica, abbiamo dinanzi a noi l’esigenza di trattare ancora diversi pazienti complessi e con comorbidità. Bisogna procedere con lo screening e con un veloce “linkage to care” così da tornare on track rispetto al percorso di eliminazione. Un “fast test & treat” al giorno d’oggi non solo è possibile, ma è doveroso.

D’Ambrosio R. What if patients have advanced liver disease? EASL 2024 5-8 june 2024
Global hepatitis report 2024: action for access in low- and middle-income countries. leggi
Robert S Brown Jr et al., Glecaprevir/pibrentasvir for 8 weeks in treatment-naïve patients with chronic HCV genotypes 1-6 and compensated cirrhosis: The EXPEDITION-8 trial. J Hepatol. 2020 Mar;72(3):441-449.leggi
Anna Linda Zignego et al., Sofosbuvir/Velpatasvir for the treatment of Hepatitis C Virus infection. Acta Biomed. 2018 Oct 8;89(3):321-331. leggi
Jessie Torgersen et al., Protease inhibitor-based direct-acting antivirals are associated with increased risk of aminotransferase elevations but not hepatic dysfunction or decompensation J Hepatol. 2021 Dec;75(6):1312-1322. leggi
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Nicola Pugliese et al., Glecaprevir/Pibrentasvir is safe and effective in Italian patients with chronic hepatitis C aged 75 years or older: A multicentre study. Liver Int. 2023 Jul;43(7):1440-1445.leggi

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