Le ERINACINE presenti nel fungo Hericium erinaceus possono costituire un valido aiuto nella prevenzione delle malattie neurodegenerative
Le malattie neurodegenerative rappresentano una sfida significativa per la salute umana, con un impatto notevole sulla qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie. La ricerca continua a cercare una comprensione più approfondita delle cause e dei meccanismi di queste malattie, nonché nuove terapie per rallentarne la progressione e migliorare la gestione dei sintomi.
L’invecchiamento porta a declino cognitivo e locomotorio. Tale declino è associato a un peggioramento della qualità della vita e può avere effetti negativi sulla salute. La “fragilità” è considerata una vera e propria sindrome associata all’invecchiamento. Fragilità cognitiva e motoria evolvono parallelamente. L’Hericium erinaceus è un fungo edibile con una lunga tradizione di utilizzo nella medicina orientale per le sue proprietà benefiche a sostegno delle funzioni del sistema nervoso centrale.
Le molecole derivate dai funghi mostrano un grande potenziale per alleviare le manifestazioni patologiche della malattia di Alzheimer nella popolazione anziana. Una rassegna scientifica pubblicata su Nutrients (Tong et al., 2023) offre un resoconto aggiornato sulle ricerche finora condotte. (1)
Hericium erinaceus è un fungo edibile molto presente in Europa, Asia e Nord America in cui sono presenti numerose molecole bioattive, in particolare sono presenti erinacine, ericenoni, adenosina, herierina III ed herierina IV. Queste molecole sembrano avere capacità neuroprotettive in quanto si è visto promuovono la neurogenesi, riducono lo stress ossidativo, ripristinano il livello di neurotrasmettitori come norepinefrina, dopamina e serotonina e riducono l’infiammazione. Tutto ciò è attribuibile alla capacità di questo fungo di diminuire i sintomi del disturbo depressivo maggiore.
Il fungo Hericium erinaceus contiene centinaia di componenti bioattivi o biomolecole attive come i β-glucani, gli ericenoni, l’ergosterolo (provitamina D2) o il GABA naturale, studiati per il loro ruolo nella salute del microbiota intestinale (legato alla connessione dell’asse intestino-cervello) e nella neurogenesi. Attualmente gode di una crescente popolarità ed è oggetto di continue ricerche scientifiche:
• Gastroenterologia (salute gastrointestinale o digestiva) e sistema immunologico: per il suo ruolo nei confronti del microbiota intestinale
• Sistema neurologico-nervoso: funzione neurocognitiva (memoria– funzionamento dell’ippocampo, concentrazione e attenzione) e tono dell’umore;
• Supporto integrativo: studi sulla sua attività in combinazione con i trattamenti convenzionali e sul suo effetto sulla qualità della vita.
L’Hericium erinaceus è un fungo commestibile ben noto nella medicina tradizionale cinese (MTC) e nella cucina medicinale asiatica. È stato documentato per la prima volta in una bella illustrazione durante la dinastia Ming, nel XVI secolo. Da un punto di vista storico, l’Hericium è stato tradizionalmente utilizzato per “fortificare la milza, nutrire l’intestino e combattere le malattie degenerative”. Nella MTC si dice che il fungo sia “nutriente per i cinque organi interni (fegato, polmoni, milza, cuore e reni)”. Si dice, inoltre, che “favorisce la buona digestione e il vigore generale e cura le ulcere intestinali”. Infine, è stato utilizzato per “insonnia, debolezza e ipodinamia” (diminuzione della forza), che sono sintomi caratteristici della carenza di ‘Qi’ (forza vitale) nella MTC.
La ricerca sulle sue proprietà si è accelerata negli ultimi vent’anni, rendendo l’Hericium un fungo con un grande potenziale. Per migliaia di anni è stato usato tradizionalmente nelle pratiche olistiche; i monaci buddhisti erano soliti assumere un infuso di questo fungo medicinale per favorire la concentrazione durante la meditazione, attribuendogli il potere di “liberare la mente e migliorare la funzione cognitiva”.
È stato anche utilizzato nella storia della medicina tradizionale cinese (MTC) per “combattere i problemi dello stomaco e di altri organi dell’apparato digerente” (Hiwatashi, et al., 2010).
L’Hericium erinaceus è apprezzato per i suoi notevoli benefici nutrizionali e salutari, e l’erinacina A è il componente chiave responsabile delle proprietà neuroprotettive dell’H. erinaceus.
Le erinacine sono gruppi di diterpenoidi ciatinici che mostrano attività biologiche come stimolatori della sintesi di NGF e potrebbero essere utili come trattamento per disturbi neurodegenerativi e neuropatia periferica. Ad oggi, sono state identificate 15 erinacine (erinacine A–K e P–S) e ulteriori indagini hanno dimostrato che otto di esse hanno varie proprietà neuroprotettive, come il potenziamento del rilascio di NGF (erinacine A–I), la riduzione della deposizione di amiloide- β, l’aumento dell’espressione dell’enzima di degradazione dell’insulina (IDE) (erinacine A e S) o la gestione del dolore neuropatico (erinacina E), mentre altre sono in fase di scoperta o hanno altre attività farmacologiche.
Hericium erinaceus è noto come criniera di leone. La criniera di leone è anche nota come “testa di pecora”, “testa d’orso”, “carpoforo dal dente barbuto” e “Yamabushitmnnake” (criniera di leone (Hericium erinaceus)). La criniera di leone in natura si trova nella corteccia secca degli alberi (Kuo, 2016). Oggigiorno ci sono molti prodotti sul mercato che vendono la polvere di fungo criniera di leone come superfood. È noto che il fungo criniera di leone ha il componente erinacine. Le erinacine al momento si trovano solo nei miceli dell’H. erinaceus, non ci sono prove che questo componente sia presente nella fase del corpo fruttifero (Li, 2014). È stato scoperto che le erinacine hanno potenti componenti antiossidanti, possono avere il potenziale per rallentare le malattie degenerative del cervello e aiutare a prolungare la vita.
Negli ultimi anni sono state evidenziate proprietà di sostegno e recupero del sistema nervoso centrale e periferico sia dal punto di vista funzionale, come accennato precedentemente, che a livello lesionale. Come responsabili di questo neurotropismo sono ritenute principalmente due classi di composti a basso peso molecolare in grado di attraversare la barriera ematoencefalica e di indurre l’espressione genica del fattore di crescita neuronale (NGF – Nerve Growth Factor) a livello cerebrale. Tali sostanze sono state chiamate erinacine ed ericenoni, le prime presenti nel micelio, le seconde nel corpo fruttifero. Attualmente questo fungo è ritenuto il più potente induttore naturale dell’espressione del NGF.
Il NGF indirizza e modula la “plasticità neuronale” favorendo i processi rigenerativi (neuritogenesi) e la mielinizzazione. Il termine plasticità neuronale o neuroplasticità si riferisce all’abilità del cervello di riconoscere “se stesso” sia a livello fisico che funzionale in risposta a fattori ambientali, comportamentali, di pensiero e di emozioni. Succederà quindi ad esempio che un musicista svilupperà maggiormente la parte più stimolata da quel tipo di attività, mentre altre attività stimoleranno maggiormente lo sviluppo di altre aree. Si tratta di un concetto che risale al 1800, attualmente confermato da tecniche di risonanza magnetica. È vero che la plasticità è maggiore nell’infanzia e durante lo sviluppo e che declina con l’età, tuttavia rimane presente per tutta la vita, consente l’apprendimento permanente e rende il cervello molto resiliente; consente di recuperare da situazioni lesionali (es. ictus o emorragia cerebrale), da deficit cognitivi e da patologie caratterizzate da danno neuronale.
La scoperta di queste azioni molto peculiari ha destato notevole interesse da parte della comunità scientifica e ha portato alla nascita di un vero e proprio filone di ricerca orientato alla possibilità di un suo utilizzo nella prevenzione e nel trattamento delle patologie neurodegenerative croniche quali morbo di Alzheimer, di Parkinson, demenza frontotemporale, ecc. e autoimmuni come la Sclerosi Multipla, dato il preoccupante aumento riscontrabile in questo particolare contesto storico a causa dell’aumento dei fattori di disturbo.
In molte patologie neurodegenerative le cellule cerebrali deputate alla produzione di NGF sono incapaci di produrlo per l’innesco di situazioni infiammatorie croniche identificate con l’attivazione delle cellule gliali, cellule immunitarie localizzate nel cervello per garantirne la salute. Tale attivazione determina l’innesco di un circuito pro-infiammatorio autoalimentante che ha come risultato l’induzione di morte cellulare programmata dei neuroni. Ciò porta a rarefazione neuronale (riduzione del numero e della densità dei neuroni cerebrali), anticamera della neurodegenerazione. Sono sempre più numerosi gli studi scientifici che dimostrano che l’Hericium contribuisce ad invertire la tendenza degenerativa e, a seconda della condizione e del livello di danno, a favorire un recupero parziale o completo del tessuto.
Possiamo comprendere come questa attività abbia ripercussioni sulla salute del sistema nervoso, in prevenzione sul mantenimento delle funzioni cognitive, sulla memoria e sulla concentrazione, e come sostegno in caso di situazioni lesionali. Diventa, a tutti gli effetti, un rimedio di neuroprotezione.
Questi diterpenoidi sono lipofili (solubili nei grassi) e sono attivi a livello nervoso, grazie alla loro capacità di attraversare la barriera ematoencefalica, e stimolare la sintesi del Fattore di Crescita Nervoso (NGF), prevedendo che l’Hericium abbia potenziali effetti sulle funzioni del cervello e sul sistema nervoso autonomo.
Questa attività specifica è stata confermata da diverse ricerche, ma uno in particolare si è dimostrato interessante: nel 2010 è stato condotto uno studio su un gruppo di trenta femmine che sono state assegnate casualmente al gruppo a cui è stato somministrato l’Hericium erinaceus (HE) o al gruppo placebo, per una durata totale di 4 settimane. “Concentrazione”, “irritabilità” e “ansia” tendevano ad essere inferiori nel grippo HE rispetto al gruppo placebo. Questi risultati hanno messo in evidenza come l’assunzione del fungo Hericium sia potenzialmente in grado di ridurre la depressione e l’ansia, suggerendo inoltre un meccanismo diverso dall’azione di stimolazione della sintesi di NGF da parte del fungo.
FONTI
Stefania Cazzavillan (2011) – FUNGHI MEDICINALI, dalla tradizione alla scienza – NUOVA IPSA EDITORE
Ivo Bianchi (2008) – MICOTERAPIA – NUOVA IPSA EDITORE
Georges M. Halpern – I FUNGHI CHE GUARISCONO – EDIZIONI IL PUNTO D’INCONTRO
Ivo Bianchi (2013) – Il Fungo dell’Immortalità – MOS MAIORUM EDIZIONI
ìBibliografia:
1. Tong Z, Chu G, Wan C, Wang Q, Yang J, Meng Z, Du L, Yang J, Ma H. Multiple Metabolites Derived from Mushrooms and Their Beneficial Effect on Alzheimer’s Diseases. Nutrients. 2023; 15(12):2758. https://doi.org/10.3390/nu15122758
2. Hirokazu Kawagishi; Atsushi Shimada; Ryoko Shirai; Kenji Okamoto; Fumihiro Ojima; Hideki Sakamoto; Yukio Ishiguro; Shoei Furukawa (1994). “Erinacines A, B and C, strong stimulators of nerve growth factor (NGF)-synthesis, from the mycelia of Hericium erinaceum”. Tetrahedron Letters. 35 (10): 1569–1572. doi:10.1016/S0040-4039(00)76760- 8.
3. Shimboa M, Kawagishib H, Yokogoshi H. Erinacine A increases catecholamine and nerve growth factor content in the central nervous system of rats. Nutr Res. 2005;25:617–623. doi: 10.1016/j.nutres.2005.06.001.
4. Saito T, Aoki F, Hirai H, et al. (November 1998). “Erinacine E as a kappa opioid receptor agonist and its new analogs from a basidiomycete, Hericium ramosum”. The Journal of Antibiotics. 51 (11): 983–90. PMID 9918390. doi:10.7164/antibiotics.51.983
5. Land BB, Bruchas MR, Lemos JC, Xu M, Melief EJ, Chavkin C (January 2008). “The dysphoric component of stress is encoded by activation of the dynorphin kappa-opioid system”. The Journal of Neuroscience. 28 (2): 407–14. PMC 2612708 Freely accessible. PMID 18184783. doi:10.1523/JNEUROSCI.4458-07.2008
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7. Hirokazu Kawagishi,et al. The Inducer of the Synthesis of Nerve Growth Factor From Lion’s Mane (Hericium erinaceus). Explore 4: Volume 11, Number 4 2002
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11. Hericium erinaceus: an edible mushroom with medicinal values.
12. In vitro anti-Helicobacter pylori effects of medicinal mushroom extracts, with special emphasis on the Lion’s Mane mushroom, Hericium erinaceus (higher Basidiomycetes).
13. Antioxidant and hepatoprotective potential of endo-polysaccharides from Hericium erinaceus grown on tofu whey.