Yoichi non è stata solamente la prima distilleria di Nikka, ma anche l’immagine perfetta dello spirito innovativo del fondatore Masataka Taketsuru, il padre del whisky giapponese
Nell’arco degli ultimi cent’anni, il Giappone si è decisamente affermato come uno dei più importanti Paesi produttori di whisky al mondo.
La sua storia, almeno in parte, si intreccia a quella di un grande amore, che è riuscito a rivoluzionare due vite e insieme l’intero mondo del whisky.
Ma non sono solo i segreti della distillazione a far battere il cuore di Masataka: a Glasgow ha conosciuto la giovane Rita Cowan, che accetta la sua proposta di matrimonio e lo segue nel suo ritorno in Giappone. Un amore quasi da film, che dieci anni fa ha infatti ispirato la prima serie tv giapponese con una protagonista di origini straniere.
La prima vera esperienza di Masataka è insieme a Shinjiro Torii, con cui viene avviata Suntory. Alla scadenza del suo contratto decennale decide poi di mettersi in proprio e, con l’aiuto di alcuni soci d’affari, fonda la sua società, Dai Nippon Kaju – poi diventata Nikka. Taketsuru apre una distilleria a Yoichi, sull’isola di Hokkaido: siamo nel 1934, e questo è il primo passo che porterà Nikka a diventare una delle realtà più affermate e solide nel mondo del whisky.
Yoichi: 90 anni portati benissimo
La regione montuosa di Hokkaido vede la neve fino a primavera, respira una brezza marina onnipresente e ha al suo interno alcune pianure – quelle di Ishikari – ricche di torbiere. L’acqua, elemento fondamentale della cultura giapponese e chiave per la produzione del whisky, arriva alla distilleria Yoichi sottoterra.
Si tratta insomma davvero di un luogo che ricorda la Scozia, Campbeltown in particolare, dove Taketsuru aveva studiato la produzione di whisky e l’arte del blending.
I primi anni di Yoichi furono duri. La distilleria aprì nel 1934, ma fu soltanto nel 1940 che il primo whisky venne messo in commercio. Mentre aspettava che i suoi nuovi distillati invecchiassero nei magazzini, Taketsuru vendeva succhi di frutta ottenuti da mele locali. All’epoca, la distilleria di Hokkaido era dotata di un solo piccolo alambicco. Oggi ne ha sei: quattro wash still e due spirit still, ma questo non esclude in alcun modo l’utilizzo di metodi di produzione tradizionali.
Gli alambicchi in rame a forma di pera, per esempio, sono ancora alimentati direttamente a carbone alla temperatura di 1000°C – un approccio che è stato abbandonato da tempo in Scozia. Tuttavia, ancora oggi, il riscaldamento a fuoco diretto è una pratica importante per Yoichi, perché conferisce ai suoi whisky note delicatamente affumicate e un’incredibile ricchezza. Questo stile è il marchio di fabbrica di Yoichi e di Masataka Taketsuru. Da vero visionario, il padre del whisky giapponese sperimentò anche lo sviluppo di vari ceppi di lievito e tempi di fermentazione differenti per creare diversi tipi di Single Malt. Sperimentazioni che portarono poi alla nascita di una nuova distilleria, la Miyagikyo, nel 1969. Nikka mantiene inoltre attivo un laboratorio di artigiani bottai, un’altra abitudine ormai difficile da trovare altrove nel mondo del whisky, ma che era estremamente cara a Taketsuru, sempre abile nel combinare tradizione e modernità per ottenere la massima qualità possibile.
90 anni di successi: la serie Discovery
Ogni anno, dal 2021, Nikka propone un’edizione limitata dei whisky più iconici dalle sue distillerie, Miyagikyo e Yoichi. Una sorta di percorso di avvicinamento al giro di boa dei 90 anni di attività. È la serie Discovery, che ripercorre ed evidenzia le fasi chiave della creazione di whisky straordinari.
La prima edizione è stata dedicata alla torba, e ha visto una clamorosa versione di Yoichi Non-Peated, che ha rotto con la tradizione decisamente torbata della distilleria. Prodotta esclusivamente a partire da malti non torbati, questa release ha svelato una palette aromatica del tutto diversa da quella solita, evidenziando note maltate, fruttate e speziate. Al contrario Miyagikyo, solitamente delicato e dai toni floreali, si è cimentata nell’imbottigliamento di un single malt torbato.
La seconda edizione, nel 2022, ha esplorato l’influenza dei lieviti sui profili aromatici, con la release Yoichi di Aromatic Yeast e il suo universo floreale e fruttato.
La terza edizione è stata un omaggio all’arte del blending, con Nikka The Grain, frutto di una meticolosa selezione dei migliori distillati provenienti da quattro distillerie Nikka: oltre a Miyagikyo, Nishinomiya che l’ha preceduta, e poi è stata chiusa nel 1998; e poi Moji e Satsuma Tsukasa.
Per il 2024, Nikka intende celebrare il 90° anniversario di Yoichi con una nuova release che promette di sorprendere e innovare ancora una volta, valorizzando le tecniche che sono state tramandate nel corso di questi anni.
Il grande ritorno di Yoichi 10 Y.O.
Nel febbraio 2001, la rivista Whisky Magazine organizza per la prima volta una degustazione alla cieca. Produttori di tutto il mondo iscrivono al concorso un totale di 293 whisky, valutati da una giuria di 62 esperti di Edimburgo, Kentucky e Giappone. Un Single Cask Yoichi di 10 anni ottiene il punteggio più alto nella categoria dei whisky giapponesi, ma alla fine del concorso emerge che questa espressione ha ottenuto anche il punteggio complessivo più alto. Il whisky che ottiene il titolo di Best of the Best non è uno Scotch… ma un whisky giapponese!
Questa release storica, che replica il risultato nel 2008, è sicuramente una delle più note di Yoichi e forse la più iconica. Di grande maturità e morbidezza, Yoichi 10 anni è caratterizzato da una torba delicata, che si fonde in maniera armonica con le sfumature legnose ed erbacee, creando un equilibrio perfetto.
Dopo una lunga pausa nella produzione, durata dal 2015 al 2022 per mancanza di stock, lo Yoichi 10 YO è tornato in grande stile, pronto a ricevere nuovi riconoscimenti.