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Prendere un multivitaminico al giorno non diminuisce il rischio di decesso

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Assumere un multivitaminico ogni giorno per molti anni non si è dimostrato utile a ridurre il rischio di decesso, come rilevato da un’analisi di tre studi

Assumere un multivitaminico ogni giorno per molti anni non si è dimostrato utile a ridurre il rischio di decesso, come rilevato da un’analisi di tre studi di coorte prospettici con oltre 20 anni di follow-up e pubblicata sulla rivista JAMA Network Open.

L’uso quotidiano di multivitaminici è stato in realtà associato a un rischio di decesso leggermente aumentato nella prima metà del follow-up rispetto all’assenza di multivitaminici (HR 1,04). Invece nella seconda metà del follow-up non ha apportato alcun beneficio sia in termini di mortalità in generale (HR 1,04) che di singola causa di decesso, tra cui malattie cardiache, cancro e malattie cerebrovascolari.

«Dato che molte persone negli Stati Uniti e nel mondo continuano a usare multivitaminici ogni giorno, il nostro obiettivo era progettare uno studio che affrontasse sistematicamente i limiti delle ricerche precedenti per aiutare a risolvere questa incertezza» ha affermato il primo autore Erikka Loftfield del National Cancer Institute. «Ritengo che questo sia un altro importante studio che si aggiunge alle evidenze che dimostrano che l’uso di multivitaminici non migliora la longevità».

Largo utilizzo dei multivitaminici
L’uso di multivitaminici è diminuito del 6% dal 1999 al 2011, forse in parte legato alla pubblicazione di diversi studi che ne hanno dimostrato l’inutilità nel ridurre il rischio di malattie cardiovascolari, cancro o decesso. Tuttavia negli Stati Uniti ne riporta l’uso circa un adulto su tre, prevalentemente anziani, donne, bianchi non ispanici e soggetti con istruzione universitaria. Le motivazioni per la loro assunzione includono il mantenimento o il miglioramento della salute e la prevenzione delle malattie croniche, quindi comprendere la relazione tra l’uso di multivitaminici e la mortalità è di fondamentale importanza per le linee guida sulla salute pubblica, hanno premesso i ricercatori.

Nel 2022, la U.S. Preventive Services Task Force ha stabilito che non vi erano evidenze sufficienti a sostegno dei danni o dei benefici dell’uso di multivitaminici sulla mortalità, in parte perché gli studi passati, in particolare quelli osservazionali, sono limitati da fattori confondenti come l’effetto utente sano o malato. Vale a dire che da un lato che li assume può avere abitudini alimentari più sane, fare più esercizio fisico e fumare meno, mentre dall’altro i pazienti ai quali è stata diagnosticata una malattia potrebbero farne uso per via dei benefici percepiti per la salute.

Analisi di tre studi di coorte per verificarne il potenziale 
I ricercatori hanno analizzato i dati di oltre 390mila partecipanti a tre studi di coorte prospettici condotti negli Stati Uniti, ovvero il NIH-AARP Diet and Health Study (n=327.732), il Prostate, Lung, Colorectal, and Ovarian Cancer Screening Trial (n=42.732) e l’Agricultural Health Study (n=19.660).

I pazienti (età media 61,4 anni, 55,4% maschi, sani all’inizio degli studi senza una storia di cancro o altre malattie croniche) sono stati valutati inizialmente dal 1993 al 2001, durante un follow-up dal 1998 al 2004 e in un follow-up esteso fino a 27 anni, con una mediana di 23,5 anni complessivi di follow-up. Il primo periodo di follow-up ha incluso i primi 12 anni e il secondo periodo ha incluso gli ultimi 15 anni di follow-up.

Nessun beneficio dei multivitaminici sulla mortalità
Nel corso di una mediana di 23,5 anni complessivi di follow-up si sono verificati un totale di 164.762 decessi. Gli autori non hanno osservato effetti dell’uso quotidiano di multivitaminici sul rischio di decesso in funzione della qualità della dieta, della razza o dell’etnia. È tuttavia emerso che l’uso quotidiano di multivitaminici e il rischio di decesso per tutte le cause erano più alti elevati nella fascia di età più giovane, sotto i 55 anni, durante il primo periodo di follow-up (HR 1,15).

Nell’analisi variabile nel tempo, che ha coinvolto 234.593 partecipanti da tutte e tre le coorti, in quanti avevano una valutazione iniziale e una seconda valutazione dell’uso di multivitaminici l’uso giornaliero di tali integratori era associato a un rischio più alto del 4% di mortalità per tutte le cause nel primo periodo di follow-up (HR 1,04) ma non nel secondo periodo (HR 0,98). «I risultati di questa analisi, che incorpora una seconda valutazione dell’uso di multivitaminici, erano coerenti con le stime iniziali aggregate e supportano la nostra conclusione di nessun beneficio sulla mortalità» hanno scritto i ricercatori.

Una dieta sana ed equilibrata è sempre la soluzione migliore
In un invito al commento, pubblicato sempre su JAMA Network Open, gli autori guidati da Neal Barnard della George Washington University hanno affermato che «i risultati confermano gli esiti per lo più negativi degli studi precedenti che sostengono l’assunzione di vitamine da fonti alimentari piuttosto che da integratori, quando possibile».

Ad esempio, il Nurses’ Health Study e l’Health Professionals Follow-up Study hanno rilevato che un aumento dell’assunzione di frutta e verdura era associato a una riduzione della mortalità, con i maggiori benefici osservati con il consumo di almeno cinque porzioni al giorno. «Focalizzare gli interventi nutrizionali sul cibo, piuttosto che sugli integratori, può fornire benefici sulla mortalità che i multivitaminici non sono in grado di dare» hanno sottolineato. «Un modello alimentare sano non fornisce solo i micronutrienti presenti negli integratori, ma anche macronutrienti e fibre salutari, oltre a limitare il consumo di grassi saturi e colesterolo».

Referenze

Loftfield E et al. Multivitamin Use and Mortality Risk in 3 Prospective US Cohorts. JAMA Netw Open. 2024 Jun 3;7(6):e2418729. 
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Barnard ND et al. The Limited Value of Multivitamin Supplements. JAMA Netw Open. 2024 Jun 3;7(6):e2418965. 
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