Un esempio di tragicommedia che si basa su un gioco degli equivoci e in cui l’elemento tragico è meno importante: stasera su Rai 5 “Elena” del 2019 al Teatro Greco di Siracusa
Fingendo di aver saputo da un viandante (Menelao stesso) che il marito è morto, Elena ottiene dal re una nave per fare un rito funebre in mare. Imbarcatosi con Elena, Menelao e i suoi (saliti con un pretesto) eliminano la ciurma e fuggono. Il re, gabbato, vorrebbe uccidere la sorella, l’indovina Teonoe, che con il suo silenzio ha favorito la fuga dei Greci. Ma i Dioscuri lo frenano, convincendolo ad accettare la volontà degli dei.
E’ evidente che qui Euripide non prende le mosse dal mito classico di Elena ma si ispira si ispira alla Palinodia del poeta Stesicoro, che raccontava come a Troia fosse andata solo un’immagine della donna. Rifacendosi a questa versione del mito, l’autore costruisce un personaggio profondamente diverso da quello canonico ed infatti l’eroina è una donna fedele, triste per la lontananza del marito, che soffre per la propria fama immeritata di donna adultera, e che pur corteggiata dal re Teoclimeno, non gli si concede.