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Abrocitinib porta a miglioramenti sostanziali nei sintomi della dermatite atopica

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Il trattamento della dermatite atopica con abrocitinib porta a miglioramenti sostanziali nei sintomi della malattia e nella qualità della vita dei pazienti

Il trattamento della dermatite atopica con abrocitinib porta a miglioramenti sostanziali nei sintomi della malattia e nella qualità della vita dei pazienti, come confermato dai dati di reale pratica clinica in Spagna pubblicati sull’International Journal of Dermatology. 

Abrocitinib, un inibitore selettivo della Janus chinasi (JAK)1, è raccomandato come monoterapia o in combinazione con corticosteroidi topici per il trattamento della dermatite atopica, anche se la combinazione con potenti immunosoppressori non è stata valutata a fondo, hanno premesso gli autori dello studio guidati da Jose Carlos Armario-Hita, del dipartimento di dermatologia dell’Ospedale Universitario di Puerto Real dell’Università di Cadice, in Spagna.

«Il farmaco è stato approvato da un anno, quindi abbiamo voluto valutare abrocitinib in contesti reali all’interno degli ospedali spagnoli» hanno scritto. «Di conseguenza abbiamo condotto uno studio retrospettivo osservazionale non interventistico in condizioni reali di pratica clinica su pazienti trattati con abrocitinib 100 o 200 mg per via orale in 15 ospedali in Spagna per valutare sia l’efficacia che la sicurezza».

Dettagli dello studio
I ricercatori hanno reclutato partecipanti adulti con dermatite atopica da moderata a grave diagnosticata da un dermatologo che avevano iniziato la terapia con abrocitinib tra maggio 2023 e marzo 2024.

In base ai criteri di eleggibilità al trattamento con abrocitinib vigenti in Spagna, erano necessari un punteggio di almeno 21 nell’Eczema Area and Severity Index (EASI), dermatite atopica da moderata a grave e intolleranza, mancato controllo della malattia o controindicazione alla terapia con ciclosporina A. I pazienti hanno ricevuto abrocitinib alla dose di 100 o 200 mg, solo 100 mg per i soggetti con almeno 65 anni di età.

Non era previsto un periodo di washout per coloro che passavano da altri tipi di trattamenti ed è stato consentito l’uso concomitante di steroidi topici o antistaminici. Sono stati raccolti i dati demografici, la durata della malattia, le comorbilità e le terapie precedenti (farmaci biologici, sistemici e JAK inibitori).

Durante ogni visita i pazienti sono stati valutati utilizzando l’EASI, lo SCORing atopic dermatitis (SCORAD), l’Investigator Global Assessment (IGA), l’area cutanea interessata dall’eczema (BSA), la scala di valutazione numerica del picco di prurito (PP-NRS) e il the Dermatology Life Quality Index (DLQI).

Le visite di follow-up stabilite erano previste dopo 4, 12 e 24 settimane di trattamento. Gli esami del sangue hanno aiutato a valutare l’emocromo completo dei partecipanti e i profili epatici, lipidici, CPK e IgE. Sono inoltre stati monitorati gli affetti collaterali nel corso di 24 settimane.

Conferme sull’efficacia di abrocitinib nel ridurre segni e sintomi della malattia
Nel complesso la coorte di studio era composta da 76 pazienti, con un’età media di 33,93 anni, per il 58% di sesso maschile e con il 36,84% di soggetti che non aveva ricevuto una terapia avanzata prima di abrocitinib. I punteggi medi al basale erano DLQI 15,01, SCORAD 47,04 ed EASI 21,79.

Un rapido miglioramento è stato osservato alla settimana 4 nei pazienti trattati con abrocitinib. Alla visita di follow-up a 12 settimane l’EASI è sceso a 4,51 e il PP-NRS si è ridotto a 2,47, mentre in quella a 24 settimane l’EASI è sceso a 2,81 e il PP-NRS a 2,38.

Alla settimana 12 il 78,95% dei pazienti ha raggiunto la risposta EASI 75, il 60,53% la risposta EASI 90 e il 72,13% un punteggio di 0/1 (pelle libera o quasi libera da lesioni) nell’IGA. Alla settimana 24 il 70,58% ha raggiunto la risposta EASI 75, il 55.88% la risposta EASI 90 e il 67,10% l’IGA 0/1.

È stata osservata una differenza significativa nella quota di pazienti con risposta EASI 75 alla settimana 24, a seconda che fossero naïve alla terapia avanzata (92,86%) rispetto ai pazienti non naïve (70,83%). In termini assoluti, alla settimana 24 il 64,47% dei pazienti ha raggiunto punteggi EASI inferiori a 7, IGA<1 e PPNRS <4, raggiungendo l’attività minima di malattia.

I ricercatori hanno riferito che il 18,42% dei soggetti ha interrotto la terapia principalmente a causa di inefficacia o di eventi avversi. Il profilo di sicurezza di abrocitinib è stato ritenuto era favorevole, con il 22,37% dei pazienti che ha riportato effetti collaterali lievi e un solo caso grave di linfoma cutaneo.

«Tra i limiti dello studio, l’assenza di un periodo di washout nella maggior parte dei pazienti potrebbe aver influenzato il mantenimento degli effetti terapeutici del precedente trattamento per la dermatite atopica, soprattutto nei soggetti sottoposti a terapie biologiche. Tuttavia il follow-up a medio termine fino alla settimana 24 contrasta questa limitazione» hanno concluso gli autori. «Inoltre l’assenza di un gruppo di controllo e l’assegnazione di dosi da 100 mg rispetto a 200 mg sono limitazioni inerenti agli studi osservazionali, che riflettono la pratica quotidiana nel mondo reale».

Referenze

Armario-Hita JC et al. Treatment of atopic dermatitis with abrocitinib in real practice in Spain: efficacy and safety results from a 24-week multicenter study. International Journal of Dermatology 2024.

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