Chi è Pavel Durov, il fondatore di Telegram arrestato in Francia


Arrestato a Parigi il creatore di Telegram, Pavel Durov: lo “Zuckerberg russo” è stato fermato in aeroporto. Per i magistrati francesi la sua app è complice di truffe, pedopornografia, traffico di droga

WhatsApp e Facebook down: la salvezza è Telegram

È stato arrestato dai gendarmi francesi poco dopo l’atterraggio sul suo jet privato all’aeroporto parigino di “Le Bourget“, ieri sera. Ma Pavel Durov non è uno qualsiasi, è il founder e presidente dell’app di messagistica istantanea Telegram, nonché un imprenditore russo ma con più nazionalità in curriculum, nevisiana- ovvero dello Stato insulare delle Antille, Saint Kitts e Nevis- emiratina e infine francese.

Il fermo è stato eseguito sulla base di un mandato emesso dalla giustizia francese al termine di un’inchiesta preliminare. Le accuse? Telegram è considerato dalle autorità d’Oltralpe complice di una pluralità di reati: dal traffico di stupefacenti, alle truffe, fino la pedopornografia, ossia tutti i reati perpetuati dagli utenti di Telegram, tra cui non mancherebbero organizzazioni criminali di tutto il mondo, e intercettati dagli inquirenti. In particolare, ciò che è contestato alla piattaforma Telegram- e quindi al suo fondatore e Ceo- è la sua mancanza di moderazione dei contenuti e la totale assenza di cooperazione con le forze dell’ordine. Accuse che, a dire il vero, non sono una novità per Telegram, attivo dal 2013.

CHI È DUROV

Conosciuto come il “Mark Zuckerberg della Russia”, è nato a San Pietroburgo 39 anni fa, e il suo patrimonio attuale è stimato da Forbes in 15,5 miliardi di dollari. Parte della sua infanzia l’ha trascorsa a Torino, dove il padre si trovava per lavoro come professore di filologia classica e dove ha frequentato le scuole primarie, per poi proseguire gli studi in Russia. Qui creò un primo progetto social, il network,”VK”, molto simile a Facebook e che tutt’ora è al 30° posto dei siti più visitati ed usati soprattutto in Russia. Nel 2014, proprio a causa della piattaforma, ha dovuto abbandonare la Russia, quando si rifiutò di consegnare al governo federale russo i dati personali di un gruppo attivo sul suo social apertamente anti-Putin.

ORA LA RUSSIA PRENDE LE SUE PARTI

Non si fa tardare la presa di posizione di Mosca ed è già un caso internazionale. L‘ambasciata russa a Parigi infatti ha accusato le autorità francesi di “rifiutarsi di collaborare”. Scrive infatti la rappresentanza diplomatica in un post diffuso sui social media: “Dopo la diffusione della notizia dell’arresto, abbiamo chiesto immediatamente chiarimenti alle autorità francesi che siano tutelati i diritti di Durov e che sia garantita l’assistenza consolare. Ad ora la parte francese rifiuta di cooperare”. L’ambasciata fa quindi sapere di essere in contatto con il legale di Durov.

MEDVEDEV: “LO VEDONO COME RUSSO”

Durov ”ha sbagliato quando ha deciso di lasciare la Russia per diventare un global citizen’’,scrive su Telegram il vice presidente del Consiglio di sicurezza nazionale russo Dmitry Medvedev. “Voleva essere un cittadino del mondo che sta bene a vivere lontano dalla sua patria- prosegue- I nemici che ora abbiamo in comune lo vedono come un russo e, quindi, imprevedibile e pericoloso””.

MUSK È #FREEPAVEL

La questione della “censura europea” è cara ad un altro Big dei social, Elon Musk che non poteva non prendere le difese del suo “collega”. Sulla vicenda è infatti intervenuto su X con diversi post e hashtag, tra cui #FreePavel, e polemizzando sulla difesa della libertà nella storia francese scrive: “Liberté. Liberté! Liberté?”