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Pesaro, Capitale della cultura, su Rai Storia per “Italia. Viaggio nella bellezza”

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Glauco Mauri e altri illustri pesaresi raccontano la Capitale italiana della cultura per il 2024 nell’appuntamento con “Italia. Viaggio nella bellezza”, stasera su Rai Storia

La neve e il mare, insieme. È la Pesaro di Glauco Mauri, il grande attore, che sintetizza così la città dove ha incontrato il teatro. Lui e altri illustri pesaresi raccontano la Capitale italiana della cultura per il 2024 nell’appuntamento con “Italia. Viaggio nella bellezza”, in onda lunedì 26 agosto alle 21.10 su Rai Storia. Né Marche né Romagna, “un luogo dello spirito”, lo definisce Pier Paolo Pasolini.

Lui frequenta il capoluogo marchigiano per la Mostra internazionale del Nuovo cinema, una delle tante iniziative culturali che riconfermano Pesaro “Riviera delle muse”, epiteto degli anni ’50, perché è la riviera delle arti: poesia, lirica, pittura, musica. Sempre durante il boom economico, questo mondo di confine tra gli Appennini e il mare Adriatico diventa luogo sperimentale dove nascono le vacanze degli italiani.

Città creativa Unesco della musica, è patria di Gioachino Rossini, celebrato ogni anno con il Rossini Opera Festival. In suo nome e grazie al suo patrimonio vivono istituzioni musicali come il Conservatorio, il Teatro e il Museo Nazionale Rossini. Rosetta Cucchi, regista pesarese tornata nella sua città proprio per lavorare al Festival monografico dedicato al grande compositore dice: “Si dice che Rossini sia la follia organizzata. Pesaro è così: c’è la follia, c’è l’ordine, ma se è tenuto insieme dalla musica diventa arte”.

Una città segnata dallo splendore rinascimentale della signoria Sforza, che succede ai Malatesta. Le ville Liberty, i mosaici di epoca romana, il palazzo della signoria, la fonte dei poeti, il capolavoro della Pala di Giovanni Bellini, la villa imperiale, il colle Ardizio, monte San Bartolo e Baia Flaminia. Ogni angolo di Pesaro racconta un pezzo della sua storia millenaria. “Qui è nata la prospettiva. Vista dall’alto, la città svela il retro della quinta”, spiega il fotografo Olivo Barbieri. Il poeta pesarese Gianni D’Elia, passeggiando sulla battigia, racconta: “Baia Flaminia è la compresenza dei tempi perché qua ci sono stati i romani. La vecchia Pesaro che è sparita in una voragine nel 31 a.C. ed è risorta come colonia augustea nel I secolo d.C. Distruzioni e rinascite che sono alla base di quel pessimismo adriatico che ci contraddistingue”.

Non è forse un caso che il simbolo della città sia la Sfera Grande di Arnaldo Pomodoro in piazzale della Libertà. Pur essendo un artista popolare e accessibile a un grande pubblico, tornato a Pesaro dopo molti anni, lo scultore fa un’operazione radicale e inedita nel panorama italiano. In un servizio del 1971 racconta: “Oggi si è perso il senso di mettere delle sculture in mezzo alla gente. Questo lavoro è per un uso sociale dell’arte”.

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