Durerà fino a metà settembre la campagna di misura delle polveri fini in Valle d’Aosta, per comprendere meglio l’impatto del trasporto di inquinanti sulle nostre montagne
È in corso, e durerà fino a metà settembre circa, una campagna di misura delle polveri fini in Valle d’Aosta, finalizzata a comprendere meglio l’impatto del trasporto di inquinanti sulle nostre montagne e sui nostri ecosistemi alpini.
L’iniziativa coinvolge diverse istituzioni di ricerca e università italiane, tra cui il Cnr con il Dipartimento scienze del sistema Terra e tecnologie per l’ambiente (Cnr-Dsstta), l’Istituto di scienze polari (Cnr-Isp), l’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima (Cnr-Isac) e l’Istituto di ricerca sulle acque (Cnr-Irsa), oltre all’Università Ca’ Foscari di Venezia, al Dipartimento di Scienze Agrarie Forestali e Alimentari dell’Università di Torino, e al Dipartimento di Fisica dell’Università di Torino.
Partecipa, inoltre, Arpa Valle d’Aosta, che aggiunge tale attività di ricerca in alta montagna all’attività ordinaria solitamente concentrata nelle zone abitate. L
La campagna prevede misurazioni in tre siti valdostani a diverse altitudini:
- Donnas, nel fondovalle, presso la stazione di misura della qualità dell’aria di Arpa Valle d’Aosta,
- Passo dei Salati a 2900 m s.l.m., presso la stazione di arrivo dell’impianto di risalita, in uno spazio messo a disposizione a tal fine dalla società Monterosa2000, vicino al sito di ricerca LTER Istituto Mosso dell’Università di Torino,
- Plateau Rosa a 3500 m s.l.m., presso l’osservatorio Testa Grigia del Cnr.
Questa distribuzione di siti geograficamente vicini, ma a quote diverse, permetterà di valutare come le particelle inquinanti vengono trasportate dalle aree più inquinate, solitamente localizzate in zone pianeggianti, alle cime delle montagne della Valle d’Aosta.
L’Università Ca’ Foscari e il Cnr, con la collaborazione di Arpa Veneto, e l’Università di Torino si occuperanno delle analisi chimiche delle particelle fini, esaminandone i maggiori costituenti, i metalli, il carbonio e anche altri inquinanti meno conosciuti per individuare le fonti di emissione antropiche e naturali (ad esempio, la vegetazione) e valutarne gli effetti. Saranno esplorate anche le proprietà ottiche delle particelle, come l’assorbimento della radiazione solare, utili per studiare gli effetti delle deposizioni sulla neve e il loro impatto sul clima.
Questi dati sono fondamentali per comprendere gli effetti del trasporto degli inquinanti ad alta quota, in particolare sugli ecosistemi più sensibili e sulla neve.
Arpa Valle d’Aosta misurerà la distribuzione verticale delle particelle nell’atmosfera e, insieme al Cnr, analizzerà le dimensioni delle particelle, per fornire ulteriori indicazioni sull’origine delle masse d’aria inquinate.
Sono coinvolti nelle attività anche tesisti, stagisti e dottorandi di Cà Foscari e di Arpa Valle d’Aosta nelle articolate e complesse operazioni per garantire che si svolgano contemporaneamente nei tre siti.
È noto come tra i maggiori responsabili delle emissioni vi sia la Pianura Padana, da cui le particelle vengono trasportate verso le Alpi dai venti. Tuttavia, non si escludono particelle provenienti da zone ancora più lontane, come il deserto del Sahara o il Nord America, dove anche questa estate sono in corso grandi incendi.