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Chancapiedra, la pianta alleata di chi lotta contro i calcoli renali

Calcoli renali: ecco quanto influisce l'alimentazione

La Chancapiedra o Phyllanthus niruri è una pianta tropicale diffusa che si trova comunemente nelle zone costiere dagli effetti benefici per i calcoli renali

Grazie al suo contenuto di antiossidanti, lo spaccapietra può migliorare la funzionalità epatica e proteggere il fegato dai danni cellulari causati dai radicali liberi. Sembra essere particolarmente utile per il trattamento dell’epatite B, un’infezione virale infiammatoria del fegato. Negli studi clinici, lo spaccapietra ha infatti bloccato la crescita e la divisione del virus dell’epatite B, ha ridotto i livelli di virus nel sangue e ha favorito il recupero della funzionalità epatica.

In uno studio clinico su 100 persone con epatite C, la chancapiedra ha aumentato diversi composti antiossidanti importanti (superossido dismutasi, catalasi, glutatione, vitamina C, vitamina E); in questo modo, aiuta a ridurre lo stress ossidativo e previene i danni al fegato.

La chancapiedra stimola la diuresi e può aiutare a rilassare i vasi sanguigni; tale effetto potrebbe portare a una riduzione della pressione sanguigna. In alcuni studi clinici, i ricercatori hanno ottenuto una riduzione della pressione alta somministrando spaccapietra. Nei ratti e nei topi, la chancapiedra ha dimostrato effetti ipolipidemizzanti, riducendo il colesterolo totale, i trigliceridi e il colesterolo LDL, e aumentato il colesterolo HDL.

Le piante appartenenti al genere Phyllanthus (Euphorbiaceae) sono ampiamente distribuite in tutto il mondo e la maggior parte in paesi tropicali e subtropicali. Linneo descrisse questo genere per la prima volta nel 1737. È un genere molto ampio (circa 600 specie) che è suddiviso in 10-11 sottogeneri, tra cui Isocladus, Kirganelia, Cicca, Emblica, Conani, Gomphidium, Phyllanthodendron, Xylophylla, Botryanthus, Ericocus e Phyllanthus. Si ritiene che circa 200 specie di piante di questo genere siano distribuite ampiamente nelle Americhe, principalmente nei Caraibi e in Brasile; cresce in zone diverse dell’india ma è ampiamente diffusa nelle sue aree costiere [1].

Chancapiedra (Phyllanthus niruri Linn.), è una pianta medicinale diffusa in tutto il mondo tropicale e subtropicale e ampiamente presente nelle aree costiere dell’India dove viene impiegata nel sistema ayurvedico da più di 2000 anni. Il genere Phyllanthus comprende 600-700 specie con caratteristiche distintive minori tra di loro [89]; è comunque una pianta popolarmente coltivata in tutto il mondo ed ha una lunga storia nel sistema sanitario dei paesi tropicali [1].

In India è usato per diverse patologie come l’asma, l’anemia, come astringente, per la congiuntivite, la bronchite, la tosse, l’idropisia, la diarrea, il diabete, come diuretico, per i disturbi agli occhi, come galattageno, contro la gonorrea, per i disturbi genitourinari, contro l’ittero, l’epatite, la menorragia, la leucorrea, la tigna, l’oligogalattia, come stomachico, anti scabbia, anti tubercolosi, contro le infezioni urogenitali, nei tumori (addome) [1].

In particolare lo stato di Chhattisgarh ha una lunga tradizione medicinale nell’uso di questa erba ed è usata per il morso del serpente; in India Phyllanthus niruri è più comune nelle regioni meridionali e centrali [89].

Specificatamente nella medicina ayurvedica l’estratto di Phyllanthus niruri è raccomandato per diversi disturbi tra i quali le bronchiti, le anemie, la lebbra, l’asma, i disturbi urinari, i disturbi epatici; già in Charaka Samhita Phyllanthus niruri è indicato come efficace trattamento dell’asma, per la stimolazione del fegato, per il miglioramento della digestione, per l’aumento dell’appetito e per effetti lassativi [1].

Maharshi Charaka classifica Phyllanthus niruri come Kasahara: allevia la tosse, Swasahara: allevia l’asma, Mootrarogahara: cura i disturbi urinari, Kaphapittahara: allevia il dosha kaphapitta, Kaamalaahara: cura l’ittero e Bhava prakasa Nighantu: cura tosse e disturbi del sangue. Ha un sapore amaro ma dolce nell’effetto post digestivo (vipaka) ed è usato anche come astringente [89].

Nella medicina Siddha 20 ml di succo della pianta intera di Phyllanthus niruri, assunti tre volte al giorno, vengono raccomandati per la cura dell’ittero e per lo stesso problema viene consigliata una preparazione a base di polvere fresca della pianta mescolata con latte da assumere la mattina; le foglie schiacciate con sale vengono raccomandate in genere per le malattie della pelle mentre il decotto della pianta intera viene ritenuto un rimedio efficace per il diabete ed il dolore toracico.

Il decotto di foglie e radici viene raccomandato per le ulcere gastriche cosi come la polvere essiccata della pianta intera, mescolata con acqua per la macinazione, viene applicata localmente su ulcere e ferite. Il succo della pianta intera (40-50 ml al giorno la mattina presto) viene raccomandato per il trattamento di leucorrea, gonorrea, menorragia e altre problematiche urinarie [2].

Nella medicina Unani le radici di questa pianta sono utilizzate come rimedio per le malattie del fegato ed i semi nel trattamento di ulcere, ferite e scabbia e vermi [1].

In Africa la tribù estafricana dei Korokoro usa uno infuso a freddo di foglie di Phyllanthus amarus (chiamato Mokichinenento) per trattare il mal di stomaco mentre la tribù dei Digo (estafrica) impiega le radici del Phyllanthus niruri (chiamato Chihumbo utsungu) in forma di decotto, molto amaro, come emetico [94].

Sempre in Africa le foglie e frutti di una specie molto simile al Phyllanthus niruri e cioè il Phyllanthus engleri, vengono masticati per tosse e mal di stomaco mentre le radici vengono fatte bollire e il liquido ottenuto viene bevuto per trattare bilharzia (schistosomiasi), malattie veneree, dolori addominali, problemi mestruali. La corteccia e le radici del Phyllanthus engleri sembrano essere tossici [2].

In Amazzonia viene impiegato come aperitivo/stomachico, anodino, anticolico, carminativo, digestivo, antidiabetico, per il trattamento dell’idropisia, come diuretico, antidiarroico, antiinfluenzale, antifebbrile, nel trattamento della gonorrea, dei calcoli biliari, per il prurito, per i calcoli renali, per l’ittero, come lassativo, nel trattamento della proctite, nelle vaginiti, come antitumorale, vermifugo [1].

Nei Caraibi (Bahamas) viene raccomandato come antivirale, aperitivo, antispasmodico, antiepatotossico, stimolante dell’appetito, battericida, per la costipazione, per il raffreddore, come diuretico, come antifebbrile, anti tifoide, anti influenzale, lassativo, ipoglicemizzante, per il mal di stomaco [1].

Ad Haiti viene impiegato come anti colico, carminativo, diuretico, digestivo, anti-indigestione, antifebbrile, spasmolitico, nella malaria, nel mal di stomaco [1].

In Brasile è tradizionalmente prescritto come analgesico, abortifacente, aperitivo, antibatterico, antinfiammatorio, anticancro, antivirale, anti artritico, per il dolore articolare, antilitiasico, anti albuminuria, antispasmodico, per i calcoli alla vescica, nelle cistiti, contro il catarro, come anti diabetico, come stimolante della digestione, come diaforetico, diuretico, antifebbrile, nel trattamento della gotta, nei problemi gastrointestinali, come epato-protettore, nelle epatiti, nell’idropisia, come ipoglicemizzante, come anti ipertensivo, anti itterico, nella calcolosi renale, nella malaria, nell’obesità, come rilassante muscolare, purgante, nelle prostatiti, nei problemi renali, come stomachico, tonico, nell’iperuricemia, come rilassante uterino ed in generale in tutti i problemi urinari [1].

In Malesia il Phyllanthus niruri viene impiegato per curare le punture delle vespe, nella diarrea, nella dermatite, come diuretico, contro il prurito, come abortifacente, nelle problematiche renali, come purgante, contro le vertigini e nella sifilide [1].

In Perù il Phyllanthus niruri è conosciuto come diuretico, anti litiasico renale, anti litiasico biliare, come emmenagogo, utile nelle epatiti, per curare i problemi ai reni (dolore ai reni, calcoli renali, infezioni urinarie) e come vermifugo [1].

Negli Stati Uniti viene impiegato contro la bronchite, come analgesico, come deostruente, colagogo, antifebbrile, anti diabetico, nella calcolosi biliare, nei problemi alla cistifellea, nelle epatiti, nella gotta, nell’ipertensione, nei calcoli renali, nei problemi renali, nell’eccesso di acido urico, nella malattie del fegato, nelle infezioni del tratto urinario [1].

COMPOSIZIONE CHIMICA
Alcaloidi (4-metossi-nor securina; nirurina; ent-norsecurina), Benzenoidi (acido gallico; corilagina),Cumarine (acido ellagico; etuil-brevifolin-carbossilato), Flavonoidi (quercetina; rutina; astragalina; quercitrina; isoquercitrina), Lignani (phyllantina; ipofillantina; nirantina; nirtetralina; filtetralina, inokinina, isolitentralina), Lipidi (acido ricinoleico), Steroli (estradiolo; ß-sitosterolo; isopropynil-24-colesterolo), Tannini: (geranina,;acido geranico; acido amariinico, amariina, furosina), Triterpeni (luppolo; luppolo acetato; phyllanthenolo; phyllanthenone; phyllanteolo) [3].

SINTESI DELLE ATTIVITA’ MEDICAMENTOSE
Secondo letteratura scientifica l’estratto di questa pianta può essere un efficace aiuto in caso di epatite [4] ed analogamente in caso di infezioni da HIV [5] inoltre ne sono state accertate le capacità antiinfiammatorie [6], anti-fungine, anti-virali, antibatteriche [7], antiossidanti [8,9], epatoprotettive [10], ipoglicemizzanti [11], ipotensive, analgesiche [12], inibitrici della formazione di calcoli renali [13]. Phyllanthus niruri è un ingrediente in quasi 175 formulazioni ayurvediche, ed i frutti di questa pianta sono comunemente usati nel trattamento di emorragie, diarree, dissenteria, ittero, tosse e anemia inoltre Phyllanthus rientra nella preparazione di vari prodotti integrativi come Chavanprash e per la cura della persona come tinture per capelli, crema per il viso, polveri dentifrice [14].

ATTIVITA’ NELLA CALCOLOSI RENALE
La calcolosi renale è un problema comune dovuto in prevalenza all’accumulo di cristalli ossalato di calcio che determina la formazione di calcoli urinari in più fasi come la nucleazione, la crescita e l’aggregazione di cristalli.

La presenza dei calcoli renali spesso non evidenzia sintomi e vengono scoperti per caso durante una radiografia di controllo. In altri casi un dolore acuto e violento (colica renale) segnala prepotentemente la loro presenza. Derivano dalla precipitazione dei sali minerali contenuti nelle urine (calcio, ossalato, fosfati ed acido urico); vengono favoriti dall’aumento della concentrazione di questi elettroliti o dalla riduzione del liquido in cui sono in soluzione. Dalla forma cristallina si organizzano in microcalcoli ed infine calcoli che possono raggiungere dimensioni considerevoli. Possono migrare dalla sede originaria ed ostacolare il fisiologico flusso dell’urina. Questa ostruzione può causare un dolore spesso intenso e favorire l’insorgenza di infezioni urinarie fino a danneggiare l’apparato renale.

L’estratto di Phyllanthus niruri interferisce con la crescita e con l’aggregazione di cristalli di ossalato di calcio [CaOx] nei calcoli; in particolare l’estratto ha dimostrato, nell’urina di ratto, di inibire l’aggregazione dei cristalli di CaOx nelle prime fasi della formazione soddisfacendo al razionale dell’utilità di trattare la formazione di calcoli nelle fasi iniziali [15]. L’estratto di Phyllanthus niruri [5% v/v] dimostra di ridurre significativamente il limite metastabile di CaOx, arrivando ad eliminare i cristalli di CaOx ed anche ad inibire significativamente la fase di nucleazione della formazione del calcolo.

In generale gli estratti di Phyllanthus niruri dimostrano la capacità di prevenire la crescita dei calcoli ed anche di modificarne la forma e la consistenza, infatti sui calcoli preformati questi estratti possono formare una matrice materica che modifica il loro aspetto e la loro consistenza [16].

L’estratto di Phyllanthus niruri somministrato in pazienti sovrappeso per dieta iper calorica può diminuire i livelli di calcio urinario e ridurre i livelli di acido urico in soggetti iperuricemici; questi effetti sarebbero dovuti principalmente ai lignani con azione uricosurica contenuti nell’ estratto.

Un recente studio clinico (2019) disponibile in PubMed ha valutato verso placebo un estratto di Phyllanthus niruri somministrato per 12 settimane in 56 pazienti con litiasi urinaria (calcoli renali <10 mm) valutando i parametri metabolici urinari. Al termine dello studio nel gruppo trattato non sono stati osservati cambiamenti significativi sui parametri antropometrici ma è stato osservato un significativo aumento del potassio urinario da 50,5 ± 20,4a 56,2 ± 21,8 mg / 24 ore (p = 0,017); una variazione del rapporto magnesio / creatinina 58 ± 22,5 a 69,1 ± 28,6 mg / gCr24-ora (p = 0,013) e del rapporto potassio / creatinina 39,3 ± 15,1 a 51,3 ± 34,7 mg / gCr24- ora (p = 0,008) rispetto al basale.

I calcoli renali sono diminuiti da 3,2 ± 2 a 2,0 ± 2 per paziente (p <0,001). Nei pazienti con iperossaluria, l’ossalato urinario è stato ridotto da 59,0 ± 11,7 a 28,8 ± 16,0 mg / 24 ore (p = 0,0002), e nell’iperuricosuria è stata osservata una diminuzione di acido urico urinario da 0,77 ± 0,22 a 0,54 ± 0,07 mg / 24 ore (p = 0,0057). Secondo lo studio l’assunzione di Phyllanthus niruri è risultata sicura e non ha causato effetti avversi significativi; aumenta l’escrezione urinaria di magnesio e potassio e determina una diminuzione significativa dell’ossalato urinario e dell’acido urico nei pazienti con iperossaluria e iperuricosuria. Il consumo di Phyllanthus niruri contribuisce all’eliminazione di calcoli urinari [17].

Nel 2010 Boim et al. hanno pubblicato una complessa recensione che riassume i dati sperimentali e clinici che valutano l’effetto della pianta Phyllanthus niruri come potenziale agente per prevenire e / o trattare l’urolitiasi. La revisione conclude che il Phyllanthus niruri dimostra di interferire con molti stadi della formazione del calcolo, riducendo l’aggregazione dei cristalli, modificandone la struttura e la composizione e alterando l’interazione dei cristalli con le cellule tubulari, portando a una ridotta endocitosi successiva. Gli effetti benefici clinici del Phyllanthus niruri possono essere correlati al rilassamento ureterale ed al suo contributo all’eliminazione dei calcoli o all’eliminazione dei frammenti degli stessi dopo la litotripsia ed anche ad una presunta riduzione dell’escrezione dei promotori della cristallizzazione urinaria come il calcio. In nessuno degli studi esaminati sono stati rilevati effetti avversi renali, cardiovascolari, neurologici o tossici. Complessivamente, questi studi suggeriscono un effetto preventivo del Phyllanthus niruri nella formazione o eliminazione dei calcoli [18].

Uno studio clinico condotto da Micali e Coll. nel 2006 ha valutato l’effetto dell’estratto di Phyllanthus niruri quando somministrato in pazienti dopo litotrisia extracorporea ad onde d’urto. 150 pazienti con calcoli renali di ossalato di calcio (mediamente 25 mm di diametro) sono trattati con litotripsia extracorporea ad onde d’urto e successivamente sono stati divisi in due gruppi ed in uno di questi (78 pazienti) è stata iniziato un trattamento con estratto di Phyllanthus niruri (2 g al giorno) per almeno 3 mesi.

I 72 pazienti dell’altro gruppo sono stati studiati come controllo. I due gruppi risultavano omogenei per dimensioni dei calcoli. A 30, 60, 90 e 180 giorni, mediante radiografia addominale e ecografia, è stata valutata la clearance dei calcoli. Al termine dello studio (180 giorni) nel gruppo trattato con Phyllanthus niruri la percentuale di pazienti “stone free” (cioè con assenza di qualsiasi calcolo o frammenti residui inferiori a 3 mm) era del 93,5 % mentre nel gruppo non trattato era inferiore (83,3%) e l’assenza di calcoli caliceali inferiori era maggiore nel gruppo trattato (93,7 %) mentre era inferiore (70,8 %) nel gruppo di controllo.

Nel gruppo trattato la percentuale di pazienti con assenza di calcoli caliceali inferiori era maggiore (93,7 %) e risultava statisticamente significativa (p = 0,01) mentre era inferiore (39,7%) nel gruppo di controllo. La necessità di re-trattamento risultava inferiore nel gruppo trattato (39,7%) e maggiore nel gruppo non trattato (43,3%). Nel gruppo trattato non sono stati osservati effetti collaterali. Lo studio ha concluso che la somministrazione regolare di Phyllanthus niruri dopo litotripsia dei calcoli renali si traduce in un aumento della clearance dei calcoli che appare statisticamente significativa per la posizione caliceale inferiore.

L’efficacia di Phyllanthus niruri e la mancanza assoluta di effetti collaterali rende questo trattamento adatto a migliorare complessivamente i risultati dopo litotripsia extracorporea ad onde d’urto.

Fonte: https://www.benefica.it/fitoterapia/phyllanthus-niruri-phyllanthus/

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15. Barros ME, Schor N, Boim MA (2003) Effects of an aqueous extract from Phyllanthus niruri on calcium oxalate crystallization in vitro. Urol Res 30: 374.
16. Barros, M. E., et al. “Effect of extract of Phyllanthus niruri on crystal deposition in experimental urolithiasis.” Urol. Res. 2006 Dec; 34(6): 351-7.
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18. Boim, Mirian A., Ita P. Heilberg, and Nestor Schor. “Phyllanthus niruri as a promising alternative treatment for nephrolithiasis.” International braz j urol 36.6 (2010): 657-664.

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