Emofilia B: approvata in UE la terapia Durveqtix di Pfizer


La Commissione europea ha concesso l’autorizzazione condizionata all’immissione in commercio di Durveqtix (fidanacogene neparvovec) di Pfizer per l’emofilia B

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L’emofilia è una malattia rara dovuta ad un difetto nella coagulazione del sangue

La Commissione europea ha concesso l’autorizzazione condizionata all’immissione in commercio di Durveqtix (fidanacogene neparvovec) di Pfizer per il trattamento di adulti affetti da emofilia B. Si tratta di  una terapia genica per il trattamento dell’emofilia B grave e moderatamente grave (carenza congenita di fattore IX) in pazienti adulti senza una storia di inibitori del fattore IX e senza anticorpi rilevabili contro la variante AAV sierotipo Rh74.

il farmaco è stato progettato per consentire alle persone affette da emofilia B di produrre autonomamente il fattore IX (FIX) con una dose unica, anziché con infusioni multiple di FIX per via endovenosa a cadenza settimanale o bisettimanale come prevede l’attuale standard di cura.

Diventa così la seconda terapia genica approvata nell’UE per questa patologia  dopo Hemogenix (etranacogene dezaparvovec) di CSL e uniQure.
Dopo le approvazioni in Canada e negli Stati Uniti con il nome di Beqvez, l’approvazione della terapia genica da parte della Commissione europea segue la raccomandazione positiva rilasciata nel mese di maggio dell’organo consultivo europeo per i farmaci.

Sottolineando l’onere del trattamento non soddisfatto per i pazienti che attualmente ricevono le cure standard, Alexandre de Germay, responsabile commerciale internazionale di Pfizer, ha affermato che il “potenziale di Durveqtix di offrire una protezione a lungo termine dalle emorragie con una dose unica” potrebbe essere “trasformativo per la cura dell’emofilia B”.

Come agisce il farmaco
Fidanacogene elaparvovec è una terapia genica dei fattori della coagulazione del sangue. Utilizza un sierotipo virale ricombinante adeno-associato Rh74 (AAVRh74var) per veicolare una copia funzionale del transgene della variante padovana del fattore IX umano. Il fattore IX espresso sostituisce il fattore IX della coagulazione mancante, necessario per una corretta coagulazione del sangue del paziente.

Per i pazienti idonei affetti da emofilia B, l’obiettivo di questa terapia genica è quello di consentire loro di produrre autonomamente il FIX attraverso questo trattamento una tantum, invece di dover ricevere frequenti infusioni di FIX, come è l’attuale standard di cura.
La maggior parte dei farmaci attualmente autorizzati per l’emofilia B richiede infusioni endovenose frequenti e per tutta la vita per prevenire o trattare il sanguinamento. I pazienti hanno bisogno di nuovi trattamenti che forniscano una protezione prolungata dalle emorragie, riducano la frequenza delle infusioni e migliorino la qualità della vita.

Lo studio registrativo
La raccomandazione si basa sui risultati dello studio di fase 3 BENEGENE-2, un trial in aperto, a braccio singolo, tutt’ora in corso su 45 pazienti maschi adulti con emofilia B moderatamente grave o grave che sono risultati negativi all’anticorpo neutralizzante di AAVRh74var e hanno ricevuto una singola infusione endovenosa di fidanacogene elaparvovec. Lo studio confronta il tasso di sanguinamento annualizzato (ABR), che comprende gli eventi di sanguinamento trattati e non trattati, nei partecipanti trattati con la terapia genica rispetto al periodo in cui sono stati trattati con il regime di profilassi del fattore IX di routine, somministrato come parte della cura standard, in uno studio lead-in.

I risultati mostrano che Durveqtix riduce sostanzialmente la frequenza dei sanguinamenti rispetto alle cure standard. L’ABR è stato di 1,44 per il fidanacogene elaparvovec rispetto a 4,50 per il trattamento di profilassi. Nel corso del tempo, il 60% dei pazienti è rimasto senza eventi emorragici nel periodo di osservazione individuale (da due a quattro anni) rispetto al 29% dei pazienti che hanno ricevuto trattamenti di profilassi di routine durante il periodo di introduzione. Il consumo di fattore IX profilattico è stato ridotto del 92,4% dopo il trattamento con Durveqtix.
I pazienti trattati con Durveqtix saranno seguiti per 15 anni, di cui sei anni nello studio clinico registrativo e altri nove anni nell’ambito di uno studio separato per monitorare l’efficacia e la sicurezza a lungo termine di questa terapia genica.

L’effetto collaterale più comune è un aumento dei livelli degli enzimi epatici (transaminasi). Questa condizione può essere trattata con corticosteroidi. Altri effetti collaterali comuni sono cefalea e sintomi influenzali, aumento dei livelli di creatinina (un indicatore di compromissione della funzione renale) e lattato deidrogenasi (un indicatore di danno tissutale). I pazienti devono essere monitorati per le reazioni correlate all’infusione.

Emofilia B
L’emofilia B è una rara malattia emorragica genetica che impedisce la normale coagulazione del sangue a causa di una carenza di FIX che porta i soggetti affetti dalla malattia a sanguinare più frequentemente e più a lungo degli altri. Lo standard di cura per l’emofilia B è costituito da infusioni profilattiche di terapia sostitutiva FIX che sostituiscono o integrano temporaneamente i bassi livelli di fattore di coagulazione del sangue. Nonostante la profilassi e le regolari infusioni endovenose, molte persone affette da emofilia B da moderata a grave sono a rischio di episodi di emorragia spontanea. L’attuale standard di cura mette anche a dura prova i bilanci dei sistemi sanitari e l’utilizzo delle risorse. Secondo la Federazione Mondiale dell’Emofilia, più di 42mila persone nel mondo vivono con l’emofilia B.