Spondiloartriti assiali: arrivano nuovi dati dal registro CorEvitas


Valutato l’impatto delle spondiloartriti assiali (axSpa) non controllate nonostante il trattamento con farmaci anti-TNF

Spondiloartrite assiale rete neurale

Nel corso del congresso EULAR, analogamente a quanto fatto per l’artrite psoriasica, sono stati i presentati i risultati di uno studio di real life provenienti dal registro Usa CorEvitas, che si è proposto di valutare l’impatto delle spondiloartriti assiali (axSpa) non controllate nonostante il trattamento con farmaci anti-TNF (TNFi).

I risultati di questa analisi hanno dimostrato che, nonostante l’inizio e il mantenimento della terapia con TNFi, quasi 8 pazienti su 10 non raggiungono il controllo di malattia a 6 mesi, misurato dal BASDAI50 e che quasi il 90% di questi pazienti non raggiunge la risposta BASDAI50 a 12 mesi. Ciò suggerisce che è molto improbabile che i pazienti con SpA che non rispondono al trattamento con TNFi a 6 mesi rispondano nel lungo termine se mantenuti in terapia con TNFi.

Lo studio ha dimostrato anche che i pazienti che non hanno mai raggiunto la risposta BASDAI50 a 6 e a 12 mesi hanno sperimentato un’attività di malattia e degli outcome da loro riferiti (PRO) peggiori dei pazienti che avevano raggiunto questo target di trattamento nei due timepoint citati, evidenziando l’importanza di raggiungere un controllo ottimale della malattia.

Razionale e obiettivi dello studio
I farmaci biologici, tra i quali si annoverano gli inibitori del fattore di necrosi tumorale (TNFi), hanno rivoluzionato la gestione dell’axSpA; ciò premesso, nonostante il successo dei TNF, molti pazienti continuano ad avere un controllo della malattia non ottimale.

L’obiettivo di questo studio è stato quello di quantificare l’impatto di malattia nei pazienti con axSpA che hanno iniziato e mantenuto un TNFi, ma che non hanno raggiunto un controllo ottimale della malattia, rappresentato dal raggiungimento della risposta BASDAI50, dopo due visite di follow-up consecutive a 12 mesi, rispetto ai pazienti che hanno raggiunto questo obiettivo.

Disegno dello studio
“Questo studio osservazionale di coorte – spiega ai nostri microfoni il dr. Marco Bardelli  (Unità di Reumatologia, Dipartimento di Medicina, Chirurgia e Neuroscienze, Policlinico Universitario di Siena)-  ha incluso pazienti con axSpA arruolati nel CorEvitas PsA/Spondyloarthritis (SpA) Registry, un registro Usa di pazienti affetti da una delle due condizioni cliniche citate, che avevano iniziato  (da aprile 2013 ad agosto 2022) e mantenuto nel tempo un trattamento con lo stesso TNFi di qualsiasi linea di terapia.

Questi pazienti, nel corso delle visite di follow-up a 6 e a 12 mesi, sono stati stratificati in 4 sottogruppi in base al loro status di raggiungimento della risposta BASDAI50:
– pazienti con risposta BASDAI50 sostenuta (raggiungimento risposta BASDAI nelle visite di follow-up a 6 e 12 mesi
– pazienti che hanno migliorato il raggiungimento della risposta BASDAI50 (non hanno raggiunto la risposta BASDAI50 a 6 mesi ma l’hanno raggiunta a 12 mesi
– pazienti in cui è peggiorato il mantenimento della risposta BASDAI50 (hanno raggiunto il target a 6 mesi ma hanno perso la risposta a 12 mesi)
– pazienti che non hanno mai raggiunto la risposta BASDAI50

In questo modo, i ricercatori hanno valutato:
– le caratteristiche dei pazienti al basale in base allo stato BASDAI
– Il raggiungimento degli outcome clinici, dei PRO e degli outcome radiografici

Risultati principali
Sono stati inclusi nello studio 152 pazienti con axSpA che avevano iniziato e proseguito un trattamento con TNFi. Di questi, 19 (13%) avevano mantenuto nel tempo la risposta BASDAI50, 11 (7%) l’hanno raggiunta a 12 mesi, 12 (8%) l’hanno persa a 12 mesi, mentre 110 (72%) non hanno mai raggiunto il BASDAI50.

Sul totale dei pazienti che avevano iniziato la terapia con TNFi, l’80% (n=121) non ha raggiunto il controllo della malattia entro 6 mesi; tra questi il 91% (n=110/121) non ha mai raggiunto la risposta BASDAI50 a 12 mesi nonostante la persistenza in terapia con TNFi.

Al basale, la malattia e la sintomatologia riferita dai pazienti (PRO) erano inferiori nel sottogruppo di pazienti con risposta BASDAI50 sostenuta rispetto a quello che non aveva mai raggiunto il controllo  di malattia.

I pazienti che non hanno mai raggiunto la risposta BASDAI50 hanno sperimentato un’attività di malattia più elevata e PRO peggiori a 6 e 12 mesi rispetto a quelli che hanno mantenuto la risposta BASDAI50 (ad esempio, il punteggio ASDAS LDA a 6 mesi è stato rilevato nel 14% dei pazienti del primo gruppo vs. 88% dei pazienti del secondo; il punteggio ASDAS LDA a 12 mesi, invece, è stato raggiunto dal 9% dei pazienti del primo gruppo vs. 100% dei pazienti del secondo).

Infine, dall’analisi di regressione è emerso che i pazienti con risposta BADAI50 sostenuta avevano una probabilità pari o superiore a 2 volte di raggiungere misure di attività di malattia sotto controllo e una differenza minima clinicamente rilevante (MCID) nei PRO rispetto ai pazienti che non raggiungevano mai la risposta BASDAI50.

Take home message
Nel commentare i risultati dello studio ai nostri microfoni, il dr. Bardelli ha tenuto a sottolineare come quanto osservato dallo studio, che si basa sui dati di un registro di pazienti, sia in linea con le osservazioni della pratica clinica ambulatoriale.

Spiega Bardelli: “Noi utilizziamo i TNFi come opzione biologica di prima linea, come ci viene indicato dalle linee guida internazionali. Accade spesso, però, e i risultati di questo studio ci danno la conferma, che, per alcune tipologie di pazienti questi farmaci non sono quelli più adeguati per raggiungere l’obiettivo della remissione clinica o, per lo meno, della ridotta attività di malattia, alle quali tendiamo nell’ottica della strategia treat-to-target”.
I risultati di questo studio, pertanto, sembrano suggerire che, in assenza di risposta ai TNFi dopo 6 mesi di trattamento, potrebbe valere la pena considerare l’adozione di un trattamento con altri farmaci (biologici e sintetici a target) che operano attraverso un meccanismo d’azione diverso.

Conclude Bardelli: “Il paziente andrebbe rivalutato dopo 6 mesi dall’inizio di un trattamento con un TNFi, sia considerando la clinica (attività di malattia), sia ricorrendo alla risonanza magnetica per valutare l’eventuale presenza di edema osseo subcondrale a livello delle sacroiliache – che sappiamo essere un indice di attività di malattia oggettivo -, sia considerando i PRO. E’ da questa rianalisi complessiva del paziente che deve scaturire la scelta se sia opportuno ricorrere allo switch tra TNFi diversi o allo swap verso farmaci biologici o sintetici a target con meccanismo d’azione differente”.

Bibliografia
Ogdie A et al. Real-world burden of uncontrolled disease despite treatment with tumor necrosis factor inhibitors among axial spondyloarthritis patients in the CorEvitas Psoriatic Arthritis/Spondyloarthritis registry. Abs. AB0869, EULAR 2024, Vienna