BPCO: dupilumab, primo biologico in UE, riduce di un terzo le riacutizzazioni


La Commissione europea ha approvato l’uso di dupilumab come trattamento aggiuntivo di mantenimento negli adulti affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva

Un confronto tra esperti sull'impatto del tumore polmonare e su come cambiano le terapie, con la speranza di poter allungare e migliorare la qualità della vita dei pazienti.

La Commissione europea ha approvato l’uso di  dupilumab come trattamento aggiuntivo di mantenimento negli adulti affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) non controllata, caratterizzata da un aumento degli eosinofili nel sangue. Si tratta del primo farmaco biologico a ricevere questa indicazione.

L’approvazione nell’UE riguarda l’uso di dupilumab  in pazienti che già assumono una combinazione di un corticosteroide per via inalatoria (ICS), un beta2-agonista a lunga durata d’azione (LABA) e un antagonista muscarinico a lunga durata d’azione (LAMA), o una combinazione di un LABA e un LAMA se l’ICS non è appropriato.

Paul Hudson, CEO di Sanofi, ha sottolineato che Dupixent è “il primo biologico a colpire una causa sottostante” alla BPCO per contribuire a ridurre le esacerbazioni e migliorare la funzionalità polmonare.

Negli studi di Fase III BOREAS e NOTUS, dupilumab  è stato associato a riduzioni del 30% e del 34% del tasso annualizzato di esacerbazioni moderate o gravi della BPCO nell’arco di 52 settimane, con miglioramenti della funzione polmonare al basale di 160 mL e 139 mL a 12 settimane.

La BPCO è una malattia respiratoria che danneggia i polmoni e causa un progressivo declino della funzionalità polmonare ed è la quarta causa di morte a livello mondiale. I sintomi includono tosse persistente, eccessiva produzione di muco e respiro corto che possono compromettere la capacità di svolgere le attività quotidiane di routine, con conseguenti disturbi del sonno, ansia e depressione.

La BPCO è anche associata a un significativo onere sanitario ed economico dovuto alle esacerbazioni acute ricorrenti che richiedono il trattamento con corticosteroidi sistemici e/o portano all’ospedalizzazione. Il fumo e l’esposizione a particelle nocive sono fattori di rischio fondamentali per la BPCO, ma anche chi smette di fumare può comunque sviluppare o continuare ad avere la malattia. Da oltre un decennio non sono stati approvati nuovi approcci terapeutici.

L’approvazione è supportata dai dati degli storici studi di fase 3 BOREAS e NOTUS, che hanno valutato l’efficacia e la sicurezza di dupilumab in adulti con BPCO non controllata con evidenza di infiammazione di tipo 2 (cioè, eosinofili nel sangue ≥300 cellule per μL). Tutti i pazienti erano in terapia inalatoria di base massima standard (quasi tutti in tripla terapia).

L’endpoint primario è stato raggiunto in entrambi gli studi, dimostrando che dupilumab ha ridotto significativamente le esacerbazioni acute di BPCO moderate o gravi su base annua fino al 34% rispetto al placebo.

Il farmaco biologico ha migliorato rapidamente e significativamente la funzione polmonare rispetto al placebo, con miglioramenti sostenuti a 52 settimane. Inoltre, dupilumab ha migliorato la qualità di vita correlata alla salute a 52 settimane (in modo statisticamente significativo in BOREAS e nominalmente significativo in NOTUS), come valutato dal St. George’s Respiratory Questionnaire (SGRQ).

I risultati sulla sicurezza in entrambi gli studi sono stati generalmente coerenti con il profilo di sicurezza noto di dupilumab nelle sue indicazioni approvate. Gli eventi avversi più comunemente osservati con dupilumab (≥5%) rispetto al placebo in entrambi gli studi sono stati mal di schiena, COVID-19, diarrea, cefalea e nasofaringite.