Online una scheda informativa dell’Inail sul corretto utilizzo di apparecchi per la climatizzazione di piccoli ambienti di lavoro
In ambienti di lavoro di contenute dimensioni come uffici e negozi è sempre più frequente il ricorso ad apparecchi elettrici di rapida installazione per il condizionamento dell’aria. La scelta di questi impianti segue anche considerazioni di tipo ambientale che privilegiano le fonti energetiche rinnovabili rispetto alle più inquinanti risorse fossili come gas e derivati del petrolio. Per evitare che questo tipo di impianti possano diventare una fonte di discomfort è però necessario garantire una corretta installazione e manutenzione e fornire ai lavoratori indicazioni sulla corretta regolazione delle condizioni termo-igrometriche e di qualità dell’aria.
Corretto posizionamento nell’installazione. L’installazione degli apparecchi di climatizzazione deve innanzitutto essere effettuata da una ditta specializzata che attesti a fine lavori la corretta installazione ai sensi del DM 37 del 2008. Ove possibile è più opportuno posizionare gli apparecchi al soffitto, perché ciò permette di ridurre la velocità del flusso d’aria ed ottenere un migliore rimescolamento. L’installazione a parete comporta, invece, la necessità di dover impostare velocità dell’aria più elevate per ottenere il raffreddamento dell’ambiente, con conseguente maggiore disagio per chi si trovi a sostare in direzione del flusso. Una non corretta installazione, specie nei periodi estivi, comporta il crearsi di correnti d’aria fastidiose nelle postazioni di lavoro o comunque nelle zone del locale in cui gli occupanti ed eventuali ospiti stazionano maggiormente.
Adeguata formazione degli utilizzatori e impostazione della temperatura. Gli utilizzatori dovrebbero essere adeguatamente formati sul funzionamento degli apparecchi e soprattutto su come impostarne i parametri, con particolare riferimento al valore della temperatura dell’aria, posto che, per poter raggiungere rapidamente la temperatura ambientale richiesta, il flusso d’aria emesso dall’apparecchio avrà una temperatura più bassa, creando disagio ai lavoratori che operano vicino alla fonte di emissione. Per affermare che le condizioni ambientali sono confortevoli bisognerebbe fare una valutazione utilizzando lo standard tecnico UNI EN ISO 7730 che tiene conto oltre che della temperatura dell’aria anche del valore di umidità relativa, della velocità dell’aria e dell’effetto radiante di corpi caldi quali le superfici vetrate direttamente esposte alla radiazione solare, nonché dell’impegno metabolico relativo all’attività svolta e dell’abbigliamento indossato. Per questa valutazione occorre misurare tutti i parametri ambientali e stimare l’impegno metabolico e l’isolamento dovuto all’abbigliamento. Più semplicemente è possibile scegliere la temperatura in relazione a quella presente all’esterno. In particolare, nella stagione estiva se la temperatura interna viene abbassata al massimo di 7° C rispetto a quella esterna, le condizioni ambientali dovrebbero risultare soddisfacenti.
Manutenzione periodica. La manutenzione periodica degli apparecchi va effettuata più volte all’anno e non soltanto in occasione del primo utilizzo stagionale. È necessario effettuare una sanificazione non solo dei filtri riutilizzabili (o delle sedi dei filtri monouso) ma di tutte le parti a contatto con l’aria, e in caso di utilizzo di prodotti chimici occorre consultare le relative schede di sicurezza che forniscono indicazioni sul corretto utilizzo e sui dispositivi di protezione individuale da utilizzare. È buona norma effettuare queste operazioni in assenza di occupanti, con le finestre aperte e facendo funzionare l’impianto per qualche decina di minuti dopo l’intervento. Le tubazioni di scarico vanno verificate per evitare il ristagno dell’acqua di condensa in caso di intasamento e per scongiurare l’accumulo di concrezioni calcaree o di altra natura che possono costituire il terreno di coltura ideale per funghi, muffe e batteri, che l’apparecchio potrebbe diffondere nell’ambiente durante il funzionamento.
Ricambio dell’aria. Questi apparecchi normalmente non effettuano il ricambio dell’aria ed è quindi necessario ricordare di aprire periodicamente le finestre. Può essere utile dotarsi di un sensore di misura della concentrazione dell’anidride carbonica, che essendo prodotta con la respirazione umana, tende ad accumularsi in assenza di scambi con l’esterno ed è quindi un ottimo indicatore della qualità dell’aria. Rinnovare l’aria contribuisce tra l’altro ad eliminare tutti gli inquinanti indoor provenienti da arredi, materiali da costruzione, detersivi e, nelle aree geografiche a maggior rischio, ad evitare che negli ambienti direttamente a contatto col suolo la concentrazione di gas radon raggiunga valori nocivi.